Alberto Coco, “Maria che danza sulle antenne di un calabrone” 1° romanzo del manager milanese

È un viaggio lungo una vita quello narrato da Pina a Berto, i protagonisti del romanzo d’esordio del manager milanese Alberto Coco, “Maria che danza sulle antenne di un calabrone” edito da Porto Seguro (425 pp., 19,90 euro), una nonna e un nipote legati tra loro da un amore quasi figliale, da una solida devozione e da una stima sincera che li unirà in un percorso a ritroso nel tempo capace di saldare per sempre il loro legame.

In un reticolato di vite vissute, di intimità, segreti e ricordi, il romanzo esplora la tragedia della morte e della malattia, lo splendore della vita e il suo mistero più grande: la rinascita.

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Tutto ha inizio in un inverno milanese del 1983. Berto, studente ventenne di giurisprudenza e figlio unico di una famiglia di immigrati del Sud appartenenti alla piccola borghesia meneghina, durante il classico pranzo domenicale apprende dalla zia Enza della malattia che ha colpito l’adorata nonna Pina: un tumore al cervello. Per il giovane la notizia è ferale e decide di prendersi cura di lei e di nasconderle la malattia con un inganno: fa credere alla nonna che i dottori hanno trovato uno strano oggetto nella testa, una forcina, e che questa potrà essere rimossa solo attraverso delle cure speciali. L’anziana donna, una signora d’altri tempi dall’intelligenza acuta e di buone maniere, cerca di stare al gioco per non ferire i famigliari, fintantoché una mattina esprime un desiderio: chiede al nipote Berto di accompagnarla fino a San Severo in Puglia – il suo paese d’origine – per rivedere il mare, vivere i suoi ultimi giorni, svelare un mistero che attanaglia il suo cuore da quarant’anni, da quel lontano 1944 quando l’adorato figlio Enzo perse la vita in un incidente.

Il lungo viaggio di nonna e nipote a bordo della Ford Orion “presa in prestito” al padre di Berto, diventa pretesto per una narrazione che si fa percorso nella memoria e che porta i lettori nell’Italia del Biennio rosso, del ventennio fascista e del post armistizio del '43. Chilometro dopo chilometro riaffiorano alla memoria i ricordi di Pina, della sua infanzia, delle difficili condizioni delle donne nell’Italia dei primi decenni del XX secolo, di padri padroni e di figli incapaci e codardi, evocando nella mente di Berto il difficile rapporto con il padre, fatto di rancorosi silenzi e di muta rassegnazione di fronte a quell’uomo incapace di gestire le proprie emozioni.

A contraltare di questo sistema famigliare, la sacralità della famiglia di Pino e Maria, gli altri due protagonisti della storia, che faranno avvicinare Berto al mondo irrazionale e magico, in una dimensione che affonda le radici nella cultura popolare contadina del Sud, con la sua spiritualità profonda, la religiosità magica e un po' pagana.

È l’amore, però, il vero protagonista del romanzo: l’amore raccontato in tutte le sue forme più pure, l’amore tra nonni e nipoti, di una madre per il figlio morto giovane, di un padre per una figlia straordinariamente “diversa”.

L’AUTORE

Alberto Coco, 1964, vive a Cusago (Milano). Ha lavorato a contatto con il mondo occupandosi di marketing e di comunicazione, di licensing e publishing. Per conto della società nella quale lavora, Ubisoft, racconta ai ragazzi italiani le saghe che hanno fatto la storia dell’industria dei videogiochi. Maria che danza sulle antenne di un calabrone è il suo primo romanzo.

SCHEDA LIBRO

Maria che danza sulle antenne di un calabrone
di Alberto Coco
Porto Seguro Editore, 2021
425 pp., 19,90 euro

«Tutto iniziò proprio quella sera. O forse prima,
quando Pina aveva visto Enzo, o prima ancora,
tanti anni prima, proprio per ricominciare da capo
in quel giorno e in quel momento.

Ma quella sera Berto, senza sapere il perché,
ebbe la sensazione di cominciare una nuova vita.»

Fattitaliani

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