Teatro, Francesca Nunzi e "Le Dee Cadute": per me sorridere è una scelta di vita. L'intervista di Fattitaliani

Per dare la possibilità agli spettatori di riavvicinarsi anche fisicamente al palcoscenico e agli artisti, il Teatro de' Servi di Roma fino al 6 giugno propone una mini-rassegna di spettacoli per accorciare le distanze”.  Si parte con Francesca Nunzi e lo spettacolo “Le Dee Cadute”, dal 18 al 20 maggio.
Un monologo brillante in cui le maggiori divinità si rassegnano al passare inesorabile del tempo. Infatti, poiché nessuno le adora più, finisce improvvisamente per esse la magia dell’ eternità divina e piombano nella più misera e triste rassegnazione umana che le porta a rivedere il loro antico stile di vita. Da Giunone a Ebe, dea minore, un racconto ironico di una rovinosa caduta, per riscoprire la mitologia attraverso la risata. Fattitaliani l'ha intervistata.
Difficile tornare a far sorridere o ne abbiamo proprio bisogno?
Per me sorridere è un po' una scelta di vita, quindi ci provo sempre e comunque nonostante le difficoltà... Spero che le persone facciano come me, perchè bisogna sorridere anche per avere un po' di sollievo dopo questo periodo difficile!

Personalmente con quale spirito torni sul palco? 
Sono un'inguaribile ottimista e torno sul palco da tale... Altrimenti non ci tornerei. Sono certa che stare lì sopra faccia bene a me e se sto bene io farò star bene anche chi decide di passare la serata con me. No, purtroppo io di animo non cambio mai, sono solo invecchiata esteriormente esattamente come le mie Dee!
Parliamo delle tue "dee": con quale in particolare ti identificheresti?
Le mie Dee hanno tutte una parte di me, sono le mille mie sfaccettature... c'è la cinica, la pigrotta romana, la buffa e tenera, l'insicura, la folle, la guerriera... le ho create un po' a mia immagine e somiglianza... perché somiglino un po' a tutte le tipologie di donne che, di conseguenza, ci si possano rispecchiare.
Quali dei tratti umani che rappresentano, è secondo te quello eterno, sempre attuale, universale?
Il tratto umano delle mie Dee che si può considerare eterno forse è la consapevolezza di essere completamente opposte agli uomini e, pertanto, l'eterno sfottò che ne consegue. 
Che cosa imparano le dee dalla loro caduta e che cosa insegnano a noi, poveri mortali?
Le mie povere Dee non vogliono insegnare niente a nessuno, sono scese solo a dirci che... Invecchiare non piace tanto neanche a loro, ma forse ci insegnano a riderci sopra e a non prendercela più di tanto visto che... tocca a tutti!
C'è un passaggio, una frase che sintetizza in pieno lo spirito de "Le dee cadute"?
Ogni  divinità ha delle caratteristiche precise, anche un po' legate al mito che la contraddistingue, ma direi che la frase che le accomuna un po' tutte è "Giovanotti amatevi finché siete giovani e belli, perché la gioventù è la vera stagione dell'amore!" Grazie e a presto con le DEE-CADUTE. Giovanni Zambito.

INFO:

Orario spettacoli

dal martedì al sabato ore 20 - domenica ore 17.30

 

Biglietti

posto unico 18 euro

 

 

Teatro de’ Servi

Via del Mortaro 22, Roma

info: 06 6795130

www.teatroservi.it

Fattitaliani

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