Roby Facchinetti: la canzone "Invisibili", il ricordo di Stefano D'Orazio, "Katy", Bergamo. L'intervista di Fattitaliani: credo nelle belle energie

Da oggi in rotazione radiofonica Invisibili secondo singolo dell’ultimo album di Roby Facchinetti Inseguendo la mia musica, distribuito da Believe Digital, uscito lo scorso 25 settembre. Una canzone bellissima dedicata agli anziani e che inevitabilmente tocca e scuote le corde del cuore e della coscienza. Roby Facchinetti ne parla a Fattitaliani affrontando altri argomenti, non ultimo il ricordo dell'amico Stefano D'Orazio, coautore del brano in cui rivela tutta la sensibilità profonda. L'intervista.
Ci sono altre belle canzoni dedicate agli anziani, ma in generale l'argomento sembra essere tabù: come te lo spieghi?

Mi dispiace che sia così: in effetti, è un vero problema sociale. Purtroppo gli anziani sono dimenticati anche dai propri figli, stiamo parlando dei genitori, le persone che ti hanno messo al mondo ed è veramente imperdonabile. Succede anche a Natale: i figli abbandonano i propri genitori e non sanno quasi che esistono. È incivile, non c'è riconoscenza. Invece gli anziani sono spesso una risorsa, perché i nonni di oggi sono dei genitori fantastici per i nipoti.
Fra l'altro, recentemente un politico se n'è uscito con la battuta infelice sulla loro non produttività...: triste, no?
Non è triste, è imperdonabile. Gli anziani hanno fatto l'economia e tuttora la reggono. Hanno dimostrato forza e coraggio, rimboccandosi le maniche e ripartendo da zero visto che l'Italia - possiamo dirlo - aveva il culo per terra e l'hanno resa fra le prime nazioni al mondo. Andrebbero invece seguiti meglio per come hanno diritto: è incomprensibile che persone si permettano di fare tali battute infelici.
Essere artista rallenta un po' il processo di invecchiamento?
La musica è anche un elisir di lunga vita perché sviluppa la mentalità che ti fa sognare, ti cambia l'umore, è una compagna a tutti gli effetti se realmente vissuta: per ottenere tutto quello che ti può dare devi essere un tutt'uno. Che sia un elemento di terapia non lo dico io. Durante la pandemia ha svolto un ruolo straordinario. La canzone Rinascerò, Rinascerai* è stata suonata in tanti ospedali dove erano ricoverati moltissimi pazienti con il Covid. Alcuni di loro mi hanno scritto: "in questo momento non so che mi succederà, ma ascolto e riascolto la canzone e per me è la migliore medicina". Ecco il potere della musica, è un alleggerimento: se guardo ai musicisti, è difficile che dimostrino realmente l'età che hanno.
Tu personalmente ti senti anziano?
Diciamo che sono giovane da un po' di tempo. 
Stefano D'Orazio è coautore del testo. Quando si interpreta una canzone la si canta anche a nome dell'autore: in questo caso, credo che tutto assuma uno spessore più profondo...
Guarda, mi ero già commosso quando mi aveva inviato il testo per telefono. Ho avuto non poche difficoltà a cantare certe frasi del brano come quando dice "giura che te ne andrai dopo di me" o "come due farfalle che non sanno più volare" o parla del saluto della buonanotte. Un mondo che appartiene alle coppie di anziani descritto con poesia, delicatezza, un'emozione straordinaria. Ripeto, ho avuto difficoltà a cantarla, non è stato per niente facile sull'onda delle grandi emozioni. Stefano era di una generosità straordinaria e lasciava sempre qualcosa di importante sia con chi si confrontava sia con chi scambiava solo due battute, o con persone come me con cui si è condiviso tutto. Io ci ho lavorato anche dopo i Pooh e abbiamo realizzato il musical Parsifal, la canzone Rinascerò Rinascerai e ha dedicato gli ultimi giorni ad alcuni testi, in particolare a Invisibili. Sono stato con lui fino all'ultimo giorno prima che lo portassero in ospedale. La sua presenza è tuttora palpabile, grande la sua mancanza.

Avete condiviso tanto: ma se dovessi pensare a un momento vissuto insieme agli inizi, a un'immagine fissa nel tempo, una sorta di fotografia in bianco e nero, a quale episodio faresti spontaneamente riferimento?

Mi vengono in mente tantissimi momenti: per esempio, quando entrò nei Pooh aveva una capigliatura incredibile che al confronto Jimi Hendrix non aveva capelli. In testa aveva una pagoda intera. Lo portammo dal barbiere, ma lui non era tanto convinto. Il barbiere gli disse che gli avrebbe tagliato baffi e capelli solo da un lato e se guardandosi allo specchio si fosse piaciuto avrebbe continuato con l'altra metà. Certo, non ha realizzato subito che si trattava di una trappola: fortunatamente stava molto meglio.

Anche il brano "Fammi volare" è firmato da Stefano D'Orazio. Il video racconta il mondo visto dall'alto. Roby Facchinetti uomo e Roby Facchinetti artista condividono la stessa visione del mondo oppure con la prospettiva diversa cambia anche la percezione di ciò che è fuori?
Noi artisti siamo dotati di sensibilità e di fantasia. A me piace vedere il rovescio della medaglia, anche le cose meno belle che la vita ci porta a vivere. Ho una visione positiva perché credo nel bene, nelle energie belle e buone: il bene vince sempre sul male. Mia madre mi diceva sempre di stare dalla parte positiva delle cose. In questi momenti la mia visione è sempre quella di voler credere e pensare che tutto presto finirà e che anche questo momento storico rappresenta un passaggio, seppur certamente duro e impensabile. Anche da ciò possiamo trarre un insegnamento e vederne il lato buono. Possiamo imparare a essere più consapevoli e ad usare il buon senso. L'uomo ha delle responsabilità oggettive e questo ci deve far riflettere e capire che dobbiamo cambiare e migliorarci: certo, avremmo dovuto già cominciare cinquant'anni fa. Ma io ci credo al fatto che possiamo diventare migliori.
Hai anche da poco pubblicato il tuo primo romanzo "Katy per sempre" 
edito da Sperling&Kupfer in cui illustri il potere della musica. Il titolo è un esplicito riferimento alla celeberrima "Piccola Katy"...
Certo. Katy è una fan che ho conosciuto personalmente. Mi confidò che in realtà si chiamava Rita ma che ha voluto essere chiamata Katy dall'età di 16 anni da quando aveva ascoltato la canzone. Si è innamorata dei Pooh: al di là di questo, la cosa importante è la funzione che ha la musica, la migliore medicina in certi passaggi dolorosi. Se ci pensiamo, la stragrande maggioranza dei ricordi legati alla musica riportano a un momento felice. Dopo un concerto del 2016, ricevetti un messaggio da Katy che mi diceva che anche lei era presente e che una parte della sua vita finiva con noi, i Pooh. Diceva anche "Io ti ho raccontato tutto di me e se un giorno avrai il piacere di raccontare la mia vita, ne sarei felice". Mi ricordavo di lei, della sua vita articolata, vissuta in un periodo storico pieno di cambiamenti per le donne che oggi possono godere dell'indipendenza proprio grazie alla generazione di Katy. In questo libro volevo parlare della potenza della musica che le ha salvato la vita. Una donna speciale: certe nostre canzoni erano la fotocopia esatta di alcuni momenti della sua vita. Il libro ha un finale sorprendente: vi ci si potranno riconoscere tutti quelli che amano la musica.
È stato pubblicato il rapporto sulla qualità della vita nelle città italiane: Bergamo ha perso delle posizioni a causa del virus. Come sta oggi la tua città?
Bergamo è completamente cambiata. Il Covid ha portato via seimila persone, un numero impressionante. Non è più la stessa città. Ci sono i sopravvissuti al virus che non sono più come prima, hanno difficoltà motorie, nel linguaggio, mentali: è una cosa di cui si parla poco. Quando ci si incontra non si parla d'altro, non c'è spazio per altro. Ci si chiede "come stai" inevitabilmente in riferimento a quello che si è vissuto. È rientrato nei nostri automatismi: tutto quello che il Covid ha lasciato non andrà più via. La città sta molto meglio. Gli ospedali reggono ma sono in difficoltà, perché vi arrivano malati da tutta la Lombardia. Giovanni Zambito.


*Ancora oggi tutti i proventi di Rinascerò Rinascerai sono a favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per l’emergenza Covid.

È possibile inoltre contribuire con delle donazioni attraverso il seguente conto corrente:

IBAN IT52Z0569611100000012000X95

BIC: POSOIT22 (se richiesto)

indicando possibilmente nome, cognome e codice fiscale del benefattore.

Fattitaliani

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