Devo dire che con il tempo sono diventato più esigente sotto molti aspetti e le situazioni che mi fanno davvero ridere si sono fatte via via più rare. Le risate da ventenne con gli amici hanno lasciato il posto a risate più rare ma altrettanto vere e se vuoi più nascoste (mi piace chiamarle risate interiori). Amo molto osservare le persone e i loro comportamenti nelle situazioni più svariate, tipo ai supermercati quando mi soffermo ad ascoltare e mi faccio delle belle risate (interiori) sapendo magari che loro fanno altrettanto nei miei confronti. Non mi è ancora capitato di ridere per non piangere di solito piango semplicemente.
Scrivere canzoni e dedicarsi alla musica aiuta a scoprire di sé "L'altra parte"?
Penso che una vita senza particolari passioni sia più povera. Ognuno di noi dovrebbe coltivare il talento che ha ed attraverso quello scoprire giorno dopo giorno nuove parti o altre parti di sé. Certo, nel mio caso, mentre faccio un concerto jazz, mentre suono le mie canzoni o mentre scrivo i miei testi, sono sempre in compagnia più o meno piacevole, di “altri Stefani”.
In questi anni di carriera ha sempre più compreso che cosa al mondo "Non è" musica, melodia, canto?
Penso che la “vera musica” non sia legata ad un genere musicale particolare, ma sia strettamente legata a chi la suona o la interpreta. Se il messaggio è autentico, sincero e non costruito a tavolino, allora è ok e la apprezzo, di qualsiasi genere essa appartenga.
Accade che il risultato di certe composizioni alla fine "Sono note inutili?"
Posso parlare delle mie note, per esempio. Certo che capita e quando capita straccio il foglio e ricomincio finché quello che scrivo non mi piace. Nella canzone del mio primo album “Sono note inutili” critico una formazione che ho sentito in un locale jazz, ma all'epoca avevo 33 anni ed è un’altra storia.
In questo periodo di forte ripresa dei contagi, è più che legittimo che ognuno pensi "Ho diritto al mio panico": non trova?
Certo! È un momento particolare e ho la sensazione quotidiana di non avere la situazione sotto controllo. Tanti, troppi momenti della giornata possono rappresentare un rischio di contagio. Fare benzina, andare al bancomat, etc etc . Inoltre, insegno musica alle scuole medie, i rischi ormai li conosciamo tutti.
Nel sogno della canzone omonima, il "Cowboy" ha un volto preciso? Chi potrebbe essere? da chi potrebbe essere interpretato?
Bella domanda! Il Cowboy di cui parlo ha il coraggio di staccare la spina dal superfluo, ha un senso di giustizia, sta bene con se stesso e cerca la pace esteriore ed interiore. Insomma, rappresenta un po’ quello che vorrei. Purtroppo per adesso è solo la rappresentazione di un sogno, ma c’è chi dice “guai a chi smette di sognare”.
Come muta l'ispirazione quando "Cambiano i momenti"?
Spesso, nella vita, improvvisamente, i momenti “cambiano”. Ci crolla il mondo addosso oppure tocchiamo il cielo dalla felicità. Questo non può non influire sulla nostra creatività. Quando ti crolla il mondo addosso la mia scrittura diventa “in down” ma quando riesco a vivere bene anche le piccole cose ed apprezzarle le cose cambiano, come per esempio ho scritto nel brano “Non è”. E non è sempre vero che “chi si accontenta gode... così così”, anzi!
Grazie per questa bella chiacchierata! Giovanni Zambito.
Foto: Antonio Boschi AZ Press