Segnalibro, Mariapia De Conto a Fattitaliani: ne "Il silenzio di Veronika” il mio bisogno di sapere, di scoprire, di capire. L'intervista

Fresca del XXXIII premio internazionale Chianti con "Il silenzio di Veronika" (Santi Quaranta ed.), la scrittrice Mariapia De Conto parla oggi con Fattitaliani per la rubrica Segnalibro. Comincia intanto commentando il recente riconoscimento: "Che dire? Innanzitutto che sono felicissima e onorata! Non solo di essere vincitrice, ma già a suo tempo di essere stata selezionata tra i cinque finalisti. Il Premio Chianti, giunto ormai alla 33esima edizione, è indubbiamente importante per la sua valenza culturale e per il coinvolgimento fondamentale del territorio, delle biblioteche e dei lettori. Aggiungo che se è emozionante la cerimonia di premiazione, l’incontro che si fa con i lettori, con chi quindi ha già letto il tuo libro è, almeno per me, uno dei  momenti più belli e intensi che uno scrittore può vivere.". L'intervista.

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?

Veramente se ne aggiungono in continuazione…  succede che ne inizi più di uno fino a quando trovo quello che mi cattura e allora per un po’ abbandono gli altri. E ovviamente per libri intendo tutta la letteratura compresa la letteratura per ragazzi, troppo spesso dimenticata o addirittura sottovalutata dagli adulti.

L'ultimo "grande" libro che ha letto?

Vede, definire “grande” un libro piuttosto che un altro è sempre molto soggettivo, inoltre citarne alcuni a scapito di altri non mi sembra carino, visto che mi riferirei a scrittori contemporanei. E poi… leggo moltissimo ma ho una memoria penosa perciò mi dimentico titoli e autori! Naturalmente come tutti ho i miei autori preferiti, come David Grossman, Georges Simenon, Doris Lessing e di cui leggo praticamente tutto, ma anche molti altri… l’elenco sarebbe lunghissimo! E soprattutto ci sono anche passioni che cambiano nel tempo.

Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?

Recensioni, consigli, predilezione per un autore o un’autrice…non c’è una regola fissa, ma certo curiosare tra gli scaffali di una libreria è il modo migliore per scovare un libro. Una bella copertina sicuramente può influenzare la mia decisione. Penso che la copertina come il titolo di un libro siano molto importanti per indirizzare il lettore. Va anche detto però che sono generalmente scelte editoriali  e che spesso gli autori non hanno voce in capitolo. Così ci sono tante brutte copertine che non rendono merito al contenuto e all’autore. Quindi meglio non fermarsi all’apparenza.

Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?

Tra le ultime letture c’è sicuramente Christa Wolf, in particolare Il cielo diviso e Un giorno all’anno. Il mare dei classici è vastissimo sia nel campo della letteratura così detta per adulti, che in quella per ragazzi, perciò c’è sempre molto che mi incuriosisce e che alterno con la letteratura contemporanea, che peraltro conta già tanti libri che possiamo considerare classici, basti pensare a Marquez, Allende, Pitzorno, Sepulveda o lo stesso Camilleri. E poiché per dirla con Calvino, classici sono quei libri che si ha voglia di rileggere, in questo momento ho voglia di riprendere per mano Simone De Beauvoir.

Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? 

Mah, curiosando tra gli scaffali delle librerie mi pare molto spazio abbiano i libri gialli, o considerati tali.

Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente? 

Come già detto prima, sono molti gli autori e i libri che mi attirano, e alterno le letture tra quelle che mi rilassano o che semplicemente mi invogliano  e quelle che considero utili al mio lavoro. Il genere introspettivo sicuramente fa parte dei miei interessi, ma direi che soprattutto amo la bella scrittura. Se non c’è quella, nessuna trama riesce ad avvincermi.

Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no? 

Raramente le versioni cinematografiche mi soddisfano se ho già letto il libro, anzi evito proprio. Più facile che dalla visione del film mi venga voglia di leggere il libro e in questo caso generalmente mi piacciono entrambi. L’ultimo che mi viene in mente, anche se non recentissimo è per esempio “Pomodori verdi fritti” di Fannie Flagg, o “The hours", tratto dal romanzo di Michael Cunningham.

Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca? 

Un trattato di astrofisica!

Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l’antagonista?

Ce ne sono davvero troppi e la memoria non mi aiuta!

Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe? 

Ovviamente per buon gusto i viventi non li nomino. Dei grandi autori del passato, inviterei volentieri molte donne scrittrici, come Virginia Wolf, Simone De Beauvoir, le sorelle Brontë, Emily Dickinson,… perché mi affascinano per la loro storia, per l’epoca in cui hanno vissuto, per la loro testimonianza. 

Che cosa c'è di Mariapia De Conto ne "Il silenzio di Veronika”?

In realtà, credo niente, per lo meno a livello cosciente! C'è indubbiamente il mio bisogno di sapere, di scoprire, di capire. Ho girato per le strade di Berlino, immaginando di essere lei.

Ne "Il silenzio di Veronika" c'è un passaggio, una parte che lo potrebbe riassumere nella sua essenza?

A mio avviso, più che una parte è una parola quella che caratterizza il libro nella sua essenza ed è “silenzi”. I silenzi che si insinuano tra le pagine del libro come nella vita dei suoi personaggi. Silenzi che pesano, silenzi esterni e interiori e che non sempre riescono poi a trovare la voce. Giovanni Zambito.


Fattitaliani

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