L’ambivalenza del titolo richiama l’attenzione sul ciclo infinito della vita e sui vari loop usati durante la produzione. Oggi si può far musica con la musica mescolando frammenti a strumenti suonati senza paura. Si può essere più creativi quando non si hanno limiti. Poi, come in questo caso, basta ricondurre il tutto a una forma canzone mediante un arrangiamento appropriato.
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento?
La nostra generazione è cresciuta con gli echi degli anni sessanta (Beatles e Stones in primis) ma la formazione musicale consapevole avvenne attraverso il progressive rock (Pink Floyd, Genesis, King Crimson) la west coast (Crosby, Stills, Nash e soprattutto Neil Young) Il Glam (Bowie, Lou Reed e i Roxy Music), generi che di fatto erano il mainstram dell'epoca prima di farci folgorare dall'avvento del Krautrock ( Neu, Can, Faust ecc.).
Poi, in piena adolescenza, arrivò il Punk a resettare la scena dando corso a un nuovo risorgimento musicale chiamato New Wave che cavalcammo felicemente per almeno un lustro in contemporanea con i nostri eroi, Devo, Talking Heads, Wire, Joy Division, Cure, Stranglers, Ultravox, Magazine ...e potrei continuare a lungo.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Tra le varie esperienze collaterali quella di promoter di eventi è stata sicuramente la più faticosa ma anche la più ricca di convenuti umani.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
L’artista a tempo pieno.
Progetti futuri? Farai un tour?
Il mio progetto non prevede esibizioni dal vivo, ma la curiosità di sentire un certo ti di musica così particolare suonato dal vivo è forte. Sicuramente uscirà prima un secondo album già in lavorazione.