«L’Arte contemporanea comunque sperimenta, vuole superare ogni limite sia nella pittura che nella scultura e andare oltre al passato e al tradizionale. Non si apprezza più per la bellezza esteriore, ma per il messaggio che suscita. Il bello serviva e serve a dare armonia, produce delle sensazioni.» (Monica Isabella Bonaventura) - di Andrea Giostra.
Ciao Monica, benvenuta e grazie
per avere accettato il nostro invito. Ai nostri lettori che volessero
conoscerti quale artista delle arti visive e Maestra d'Arte
in architettura e arredamento, cosa racconteresti di te?
Sono nata in provincia di
Venezia, ho sempre avuto la passione per l'Arte in modo particolare per il
design, l'arredamento e la decorazione d'interni, sono una Maestra d'Arte in
architettura e arredamento e subito dopo il diploma ho lavorato per alcuni
studi di architettura, come disegnatrice realizzando e progettando arredamenti
anche per conto proprio. Negli anni '80 entro a far parte di un centro
culturale artistico, conoscendo alcuni artisti ed approfondisco la tecnica
della serigrafia e litografia acquisendo esperienza. Poco dopo insegno
educazione artistica in una scuola elementare e scuola materna, per poi essere
inserita in un laboratorio per scenografie di teatro come pittrice e
disegnatrice. Nel contempo creo e idealizzo alcune vetrine per negozi, dando
un’immagine innovativa e curata, anche nel disegnare abiti per una sartoria. Studiando
arte mi interesso alla pittura astratta e contemporanea, all'impressionismo
astratto ed inizio a sperimentare la pittura d’azione “l’action painting”
su grandi tele realizzando quadri su commissione e su misura, integrandoli ad
ogni arredamento. Tra il 1998 e 2001 ho frequentato corsi di psicologia e
sociologia infantile, ed uso la mia esperienza come Artista di pittura astratta
su alcuni corsi per bambini come “pittura d'azione”. Organizzo corsi e
insegno diverse tecniche d'arte in alcune scuole e privatamente (dal
trasferimento d’immagine al decoupage, dallo stencil al decapè, dal collage,
alla pittura al cesello …), ed è così che ha inizio la mia ricerca sul riciclo
creativo, dando uno “sguardo” e senso, al riuso degli oggetti che si gettano
quotidianamente e in poco tempo mi faccio conoscere come Artista del riciclo
creativo e da questo nasce l’idea di concretizzare quest’Arte con Fare e Rifare
esponendo le mie creazioni, dagli oggetti ai gioielli. Collaboro alla
realizzazione di esposizioni d’Arte e mercati come Artista del proprio ingegno
creativo, e da qualche anno ho iniziato a scrivere recensioni artistiche per
artisti conosciuti e non, italiani e stranieri, per poi cooperare alla
realizzazione di un libro come tecnica e supporter all’impaginazione. Sono
stata intervistata su una emittente radiofonica locale e come Artista del
riciclo, creativa e pittrice di Arte astratta e da poco intervistata da una
nota Critica d’Arte dei salotti artistici di Roma. Sempre alla ricerca di
innovazioni, d'imparare e di mettermi alla prova, ho partecipato e partecipo a
diversi concorsi di letteratura, poesia, fotografie e pittura ottenendo premi a
livello nazionali e internazionali facendomi notare da alcune gallerie di città
italiane importanti e partecipo a progetti d'arte con altri artisti e
giornalisti stranieri e le mie opere sono copertina di alcuni libri di poesie
di un noto regista italiano. Ho esposto ed espongo su importanti gallerie
d’Arte di città europee e italiane: Madrid, Lisbona, Parigi, Atene, Roma,
Firenze, Milano, Matera, Padova, Venezia, Vicenza e su alcuni Comuni di Venezia
e Padova, dove certi miei quadri e oggetti sono stati inseriti su aste. A
seguito di un Concorso Internazionale di pittura contemporanea vengo
selezionata da un importante Storico e Critico d’Arte ad esporre delle mie
opere alla Mostra Internazionale: “Lo stato dell’Arte al tempo della 58’
Biennale di Venezia”, per poi essere ancora selezionata ad esporre su Gallerie
importanti di Milano e Matera, Biennale di Atene, Biennale di Armenia e
Biennale Ville Venete. In contemporanea con la Mostra del Cinema del 2019 vengo
selezionata per rappresentare il cinema della metà del ‘900 e subito dopo
selezionata dall’Associazione Vitaru di nazionalità Russa con un’opera contro
la violenza sulle donne. Attualmente
alcune mie opere sono state scelte per essere presentate da uno Storico Critico
d’Arte su TV Sky. Sto ultimando un corso della lingua dei segni (LIS), faccio
parte di diverse associazioni culturali, dalla musica alla pittura. Sto
organizzando un evento di mia idea con il Comune di Venezia per portare arte in
città e ancora, sto realizzando un avvenimento importante dove arte e cultura
in generale saranno protagonisti, con rilevanti personalità politiche. Da poco
mi sono candidata alle elezioni politiche come Consigliera alla Cultura della
mia città.
… chi è invece Monica donna
della quotidianità? Cosa ci racconti di te della tua vita al di là dell’arte e
del lavoro?
Il mio quotidiano è molto vario, ma cerco sempre di organizzarmi al
meglio per non accavallare le cose perché sono tante e di varia natura. Lavoro
per una Amministrazione nell’ambito della cartografia e foto aeree, un lavoro
che a me piace perché ho il contatto con le persone che non è soltanto
professionale ma anche umano. Organizzo cene a tema e arredo la tavola a
seconda del tema scelto. Mi piace svegliarmi presto per vedere lo sbocciare
della giornata, bere un caffè nel silenzio dell’aurora e con calma prepararmi
per la giornata. Andare in bicicletta è una delle cose che mi interessa di più
fare, specialmente alla mattina dove l’aria è più fresca e in giro ci sono
pochissime persone. Ascolto e mi capita di comporre musica.
Come è nata la tua passione per
l’arte, per l’architettura e per le arti visive in particolare? Quale il tuo
percorso professionale e artistico che hai seguito?
Ho frequentato la scuola d’Arte a Venezia e a Padova ed è stata una
sfida per me, dato che i genitori quasi sempre cercano di indirizzare i propri
figli ad un futuro lavorativo professionale e non artistico. Ma si sono resi
conto, giacché da piccola ero molto creativa e amavo esprimermi con il
dipingere, come ero solita a leggere libri che parlassero d’arte e
l’arredamento, di non portarmi su altre strade perché non l’avrei fatto, il mio
percorso era l’Arte. Finita la scuola sono stata chiamata subito a lavorare
come disegnatrice in alcuni studi di architettura e poi acquisita esperienza,
ho continuato da sola ma dipingere su grandi tele mi dava soddisfazione,
imprimere nella tela il mio pensiero come fossi senza confini, un senso di
libertà senza che nessuno ti imponga nulla, solo tu e la tua immaginazione.
Come definiresti il tuo
linguaggio? C’è qualche artista al quale t’ispiri?
Il mio linguaggio sicuramente è l’astratto, interpreto ciò che vedo e
lo trasformo, lo faccio mio come la mia mete e i miei occhi percepiscono e
apprendono. Io seguo il tempo, il mio tempo. Io sono ieri e sono oggi, sono
domani… il tempo! Sì il tempo, lo scorrete del tempo con il tempo, e per questo
sono un’artista contemporanea. Non mi ispiro a nessuno, sebbene abbia studiato
l’action painting, ma soltanto per un gusto di insegnare questa tecnica
ai bambini, con la quale faccio corsi.
Chi sono stati i tuoi maestri
d’arte che ami ricordare? Parlaci di loro.
Nel corso degli studi ho amato Caravaggio per la sua “nuda verità” e
Pollock per la sua immediatezza nello “sporcare” la tela con forza e incapacità
di comprendere quando dipingeva.
Da
ragazzo ho letto uno scritto di Oscar Wilde nel quale diceva cos’era l’arte
secondo lui. Disse che l’arte è tale solo quando avviene l’incontro tra l’“oggetto” e la “persona”. Se non c’è quell’incontro, non esiste nemmeno l’arte.
Poi qualche anno fa, in una mostra a Palermo alla Galleria d’Arte Moderna di
Palazzo Riso, ho ascoltato un’intervista di repertorio al grande Gino de
Dominicis che sulle arti visive disse questo: «Le arti visive, la pittura, la scultura, l’architettura, sono
linguaggi immobili, muti e materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi
con questo è difficile perché sono linguaggi molto diversi tra loro … L’arte
visiva è vivente … l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe
bisogno neanche di essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere
visti, o sentiti, o ascoltati per esistere.» (Gino de Dominicis, intervista a Canale 5 del
1994-95). Cosa ne pensi in proposito? L’arte esiste se esiste l’incontro tra
l’oggetto e la persona, come dice Oscar Wilde, oppure l’arte esiste
indipendentemente dalla persona e dal suo incontro con l’oggetto, come dice de
Dominicis per le arti visive? Qual è la tua prospettiva sull’arte in generale?
Io penso che per far Arte, oltre ad essere
conoscitore di tecniche applicate ci voglia inventiva, genialità e fantasia.
Certo queste qualità le potremmo aver tutti, ma non tutti sono artisti. Con
l’Arte concettuale si ha la provocazione, in molti casi non esiste più il bello
dei colori, della materia, le sfumature, l’immagine ecc., il concetto ci
interroga, sul “comportamento” dove, l’oggetto ha preso il posto dell’opera
stessa, si deve capire il suo significato finale nel concepire l’opera, di come
si è arrivati a fare questo o quello, l’oggetto quindi diventa arte. L’Arte
contemporanea comunque sperimenta, vuole superare ogni limite sia nella pittura
che nella scultura e andare oltre al passato e al tradizionale. Non si apprezza
più per la bellezza esteriore, ma per il messaggio che suscita. Il bello
serviva e serve a dare armonia, produce delle sensazioni. Penso che non sia
facile diffondere l’Arte in una società basata soltanto su eventi del momento e
di gran effetto… portare e fare Arte è comunicabilità, contatto, umanità,
impegno, è contagiare l’amore, il bello, il gusto e comprendere un messaggio,
una trasparenza d’animo, una sensazione, un dire, un fare, essere Arte
nell’Arte, il tempo verso un tempo che corre incontro alla contemporaneità di
una società che ha bisogno di sognare, di credere alla magia dei colori e
lasciarsi andare alle sfumature di mille emozioni, per un contatto umano, vero,
trasparente, fatto di uniche sensazioni che ogni Arte sa donare in primis.
«Poi c’è l’equivoco tra
creazione e creatività. L’artista è un creatore. E non è un creativo. Ci sono
persone creative, simpaticissime anche, ma non è la stessa cosa. Comunque,
questa cosa qui dei creativi e degli artisti, nasce nella fine egli anni
Sessanta dove iniziano i galleristi ad essere creativi, poi arrivano i critici
creativi, poi arrivano i direttori dei musei creativi… E quindi è una
escalation che poi crea questi equivoci delle Biennali di Venezia che vengono
fatte come se fosse un’opera del direttore. Lui si sente artista e fa la sua
mostra a tema, invitando gli artisti a illustrare con le loro opere il suo
tema, la sua problematica. Questo mi sembra pazzesco.»
(Intervista a Canale 5 del 1994-95). Tu cosa ne pensi in proposito? Secondo te
qual è la differenza tra essere un “artista
creatore” – come dice de Dominicis - e un “artigiano replicante” che crede di essere un “artista”?
Entrambi ci riconducono all’Arte in qualche modo. Spesso si sente
parlare di creatività e di persone creative e c’è una cosa che distingue le
persone creative dagli altri e dagli artisti ed è la capacità di vedere
l’utilità, la validità, la funzionalità, là dove gli altri non le percepiscono
normalmente, sanno unire i punti per collegare le cose. Una persona creativa pensa
sempre di non aver creato nulla di speciale, che ha solo visto qualcosa che era
ovvio e amano provare tutto ciò che è nuovo come esperienze e sensazioni, e
questa è apertura mentale, perché essere aperti a nuove esperienze porta spesso
ad ottenere risultati creativi. L’artista invece è come proiettasse la sua vita
sulla tele, perché trasmette nelle sue opere il suo essere, il suo sentire, le
sue angosce, i suoi stati d’animo, come se l’Arte fosse un veicolo che esprime
il mondo interiore dell’artista il quale cerca di far vedere agli altri la sua
condizione umana e personale. Tende a esporsi, a far vedere agli altri la sua
profondità dell’essere, produce la propria opera perché è ispirato nell’animo,
è una cosa sua interna, egli però usa la creatività per migliorare il suo
lavoro.
Quali sono secondo te le
qualità, i talenti, le abilità che deve possedere un artista per essere
definito tale? Chi è “Artista” oggi secondo te?
Per essere un artista non basta aver studiato arte, la devi sentire
proprio dentro e tra le mani, devi essere completo sapere fare qualsiasi cosa
anche di artigianato, lavorare quindi il legno, la ceramica, il gesso, la
creta, il vetro, il cemento ecc., deve essere anche poeta se si vuole attingere
una piena e integrale capacità d’espressione. Oggi l’Artista non sempre è
artista a 360°, maestri si diventa con applicazione dell’arte e studio. È come
approfondire doti che uno ha già. Molti artisti passano anni prima di definire
il loro stile unico, e trovare il proprio richiede tempo e pazienza, ma bisogna
provare. L’Arte comunque in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione
umana di creatività e di fantasia, ed è l’unico momento perché permette
all’uomo di esteriorizzare la propria interiorità che sia pittura, scultura,
fotografia ecc. Penso che l’Arte debba entrare in ogni casa, in ogni luogo
possibile, deve saper accedere nella mente e nell’anima delle persone perché
produce nel vederla, uno stato d’animo armonico, uno splendore non solo per i
colori ma per l’equilibrio che l’artista sa riprodurre in ogni sua opera. Un vero
artista concepisce l’Arte come un proprio dono, sa essere generoso, è diretto,
sa interpretare con un linguaggio chiaro a tutti la sua contemporaneità, è
disponibile al confronto e ama la bellezza. Un artista crea forme di
espressione estetica e morale, è capace di trasmettere emozioni e messaggi
sebbene non esista un unico linguaggio artistico né un solo criterio di
interpretare l’Arte. Amare il colore è come amare la vita, è ricco di
sfumature.
Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo,
la nostra città, c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di
Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II
di Savoia, che recita così: «L’arte
rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri
a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e
la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea tecnologica
e social? E se sì, a cosa serve oggi
l’arte secondo te?
Io penso che l’Arte è l’evolversi di un paese,
in questo caso di un popolo, essa racconta ed è la testimonianza di un periodo
storico, ulteriormente un Teatro simboleggia sempre la cultura, una formazione
intellettuale, uno sviluppo di progresso moderno e per Palermo a quel tempo è
stato sicuramente una grandiosità a livello di architettura. L’Arte e la
bellezza, intesa come un bene, una bontà, una potenza, una salvatrice, hanno
sempre dato alla società sia contemporanea e non, un’importanza che risuona
nell’anima, quella bellezza che suscita l’amore come totalità della persona,
come illuminazione dell’essere quasi a diventare essenziale e profonda e
contemplarne la bellezza perfetta; l’Arte essendo una sorta di magia della
bellezza è da tutelare, entrambe incantano lo spettatore ed hanno bisogno di
essere protette. La tecnologia fa parte di una
società moderna, del progresso e a volte arte e tecnologia vengono abilmente condizionate
e unite, ma una resta distacca all’altra. L’Arte ci rende meno soli, può
ricordarci la normalità del dolore, coinvolgere le nostre emozioni più
profonde, sostiene il lato migliore della natura umana mettendo in evidenza un
mondo sempre più distratto e rumoroso. L’Arte si riempie dell’anima del vero
Artista e l’Artista esiste per l’Arte.
Quando parliamo di bellezza,
siamo così sicuri che quello che noi intendiamo per bellezza sia lo stesso, per
esempio, per i Millennial, per gli
adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono uguali tra
loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale bellezza ci
riferiamo?
Per le generazione del nuovo millennio la bellezza assume caratteri
diversi, basata soprattutto sulla tecnologia, sul digitale social network. Ho
visto rare volte in un Museo o Gallerie d’Arte ragazzi che contemplano delle
opere d’arte, a parte gruppi studenteschi. Non è una questione di abituarli da
piccoli ad osservare o modellare un’opera d’arte, loro vivono il loro tempo e
il loro tempo è una frazione di secondo, loro non osservano, guardano e via!
Sono ben pochi che vengono attratti dall’Arte, forse avvicinarli in maniera
interattiva potrebbe essere interessante, ma ben presto passerebbero ad altro e
tutto sfugge ai loro occhi. Generalmente i ragazzi trovano noioso studiare la
storia dell’arte, interpretano la bellezza come qualcosa di comunicativo e di
immediato come tutte le persone, del resto, ovviamente tutti davanti a qualcosa
di bello restiamo meravigliati e abbagliati, ma ugualmente abbiamo bisogno
della bellezza del buono, della gentilezza, della morale, dell’onesto. La
bellezza comunque quale essa sia è in grado di parlare un linguaggio assoluto
nel tempo e nello spazio, spetta ad ognuno di noi cogliere l’essenziale. Viviamo
in una società impegnata nel creare persone tutte uguali, della quale uscire
dai margini ti vedi, a volte, il dito puntato. Già nella Grecia antica si
diceva “conosci te stesso” e farlo è una garanzia e una possibilità di
vivere senza limiti e barriere, perché essere sé stessi è la cosa più nobile ed
alta che un essere umano possa fare nella sua vita.
Esiste oggi secondo te una
disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura dell'antica
Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi Novecento?
Si educa alla bellezza attraverso la bellezza! Ogni singola persona ha
dentro di sé qualcosa di vero, originale di sorprendente sono risorse che
spesso i giovani non si rendono conto di avere. Appropriarsi della realtà,
guardarsi attorno per valutare, affrontare, gustare ed essere sé stessi. Nel
fine’ 800, primi ‘900 l’Arte Nouveau si era diffusa, nei paesi in cui era cresciuto
un benessere industriale, un linguaggio artistico, sociale e culturale che in
quell’epoca si chiamava la Belle Époque proprio perché segnava la
bellezza, l’eleganza e la ricchezza della società del tempo. Oggi si educa al
bello anche attraverso a semplici cose come osservare la perfezione della
natura, la sua immensità e varietà di colori, lo sbocciare di un fiore nel
cemento o guardare e ammirare il viso di chi amiamo, leggere e far proprie le
parole di una poesia…
Gli autori e i libri che secondo te
andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno
tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della
tua scelta.
Consiglio “il Critico e le modelle” scritto dal Critico d’Arte
Giorgio Gregorio Grasso, nessuno parla delle modelle dei grandi pittori, questo
romanzo dell’arte dà voce a queste misteriose donne conoscendole più da vicino
come modelle. Il secondo libro “Il critico come Artista” di Oscar Wilde,
un dialogo fra l’artista il critico d’Arte; Per ultimo “La ragazza in blu”
di Susan Vreeland, un libro fatto di vari racconti che però si collegano fra
loro, il protagonista è il quadro raffigurante la ragazza in blu, un’opera realizzata
dal pittore americano J. Janson.
Ti andrebbe di consigliare ai
nostri lettori tre film da vedere assolutamente? E perché secondo te proprio
questi?
“Mona Lisa Smile”, parla di un’insegnante e delle studentesse di un
college, istruite solo per potersi sposare ma non per essere sé stesse. Lei
insegna attraverso l’arte ad esserlo. Il secondo è “Pollock”, la vita
del più grande espressionista astratto. Il terzo “Big Eyes”, parla della
fatica che fa una donna artista ad essere considerata alla pari dei colleghi
maschi.
Ci parli dei tuoi imminenti
impregni professionali, dei tuoi lavori e delle tue opere in corso di
realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnata?
Sto organizzando un evento dove si possono vedere le mie opere
ascoltando un compositore pianista che nell’occasione suonerà per me dei suoi
inediti, alcune mie opere sono state create nel periodo di lockdown dove la
creatività di ogni artista, secondo me, ha dato quel qualcosa in più della
disperata voglia di libertà. In questo evento poi dipingerò e coinvolgerò ad
inserire brevi tratti di pittura alcuni invitati per poter lasciare un segno
nella tela della loro presenza e l’opera sarà data in beneficenza. Si parlerà
di sensorialità di cibo, di emozioni e di arte, il tutto verrà tradotto con un
esperto di lingua della LIS e LIST perché voglio che tutti possano sentirsi
parte integrante di questo evento e che possano comunicare liberamente. Come
dico sempre l’Arte è di tutti e per tutti!
Una domanda difficile Monica:
perché i nostri lettori dovrebbero comprare le tue opere? Prova a incuriosirli
perché vadano nei portali online o
vengano a trovarti nel tuo atelier
per comprarne alcune.
Si pensa che la pittura astratta sia molto semplice da realizzare, in
realtà non è così, perché io non ho un modello da copiare ma devo creare con il
mio pensiero attraverso la mia percezione della realtà. Io interpreto ciò che
vedo e sento e davanti alla tela tutto si trasforma, trovo me stessa e immergo
la passione. L’idea e l’anima vengono segnati dai miei momenti di uno stato
emotivo e sensoriale del vivere quotidianamente, ogni giorno può essere
diverso, è diverso perché è già dopo il prima e il prima è già stato vissuto,
quindi genero un’opera unica del mio profondo e irripetibile. Io seguo il
tempo, il mio tempo, io sono ieri e sono l’oggi, il tempo dunque. Guardando le
mie opere contemporanee non si trova l’esaltazione esasperata di qualcosa che
spreme l’intelletto, ma neppure quel classicismo post-moderno degli anni ’60. Mi
esprimo con la mia Arte ed è come donare una parte di me, profonda, umana,
fatta di tenerezza, di dolcezza, di amore, di grinta, di sensualità senza
margini e confini. Io sono questa e le mie opere mi accompagnano in un modo
libero di dire agli altri chi sono, come un grido di liberazione. Le mie tele
arredano ogni ambiente e si integrano a magnificamente con ogni stile e danno
spazio alla comunicabilità perché come ogni opera d’arte diventano motivo di confronto.
C’è qualcuno che
vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questo tuo progetto di vita
artistica e professionale? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi
pubblicamente?
Ho partecipato a dei concorsi internazionali d’Arte e da lì è partito
tutto…. Ringrazio me stessa per l’impegno e l’ostinatezza di non mollare!
Dove potranno seguirti i nostri
lettori?
Mi potranno seguire sulla mia pagina Facebook e su Instagram. Ho un mio
sito dove potete vedere anche le mie creazioni con il riciclo di materiali.
Facebook: Monica Bonaventura
Instagram: monica_bonaventura
www.monica-bonaventura.com
Per concludere, cosa vuoi dire
alle persone che leggeranno questa chiacchierata?
L’Arte mi ha dato le ali e ho sempre cercato di volare più in alto che potevo per sentirmi libera di esprimermi. Nella tela ci sono io, il mio essere, la mia persona, la mia anima… L’Arte per me ha un solo linguaggio, diretto, unico, essenziale, è comunicazione del gusto, del bello, della contemplazione, dell’ammirare e del fascino e dev’essere alla portata di tutti e tutti dovremmo lasciarsi andare ed esprimerci con la pittura, la musica, la danza, poesia…. L’Arte è necessaria per una vita migliore!
Monica Bonaventura
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Andrea
Giostra
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