Riporto per cenni il contenuto degli articoli,
tutti complessi e documentati da numeri e grafici. La frase “Terre dei
fuochi” indica: “smaltimento illegale tramite roghi di manufatti
del settore pelletterie, scarpe e borse prodotte in regime di evasione fiscale”
(genn.2016). Nel maggio 2018 il significato è ampliato “… presa di coscienza
civile del fenomeno di smaltimento scorretto non dei rifiuti urbani ma dei
rifiuti speciali, industriali e tossici…” 27 agosto 2018: “E’ Terra dei rifiuti
speciali senza impianti, senza controllo e con licenza di uccidere” gli
uomini, non le “pummarole”, da circa trent’anni.
Ho trovato una parola per me nuova (16
febbraio 2015): il verbo tombare e il sostantivo tombamento profondo.
Indicano la tecnica di seppellimento di scorie tossiche, tombate in gran
profondità e coperte da uno strato di terra tanto spesso da non contaminare i
terreni agricoli. Insomma, il lavoro è fatto con scaltrezza, la “pummarola” e
le bufale sono pulite e sane, la pizza è salva e tutelata, molto meno le
persone.
Citato spesso il maxi-inceneritore di
Acerra, un mostro gigantesco, grande otto volte più degli altri costruiti
in Italia, che “…incenerisce non meno di 700mila tonnellate di “munnezza” …e
produce 150mila tonnellate di ceneri tossiche da smaltire senza tracciabilità
certa” (13-11.2019). Serve a coprire, incenerendo ogni prova, anche gli scarti
tossici delle attività manifatturiere in nero.
A ciò si accompagna la totale mancanza in Campania di impianti specifici
a norma per il trattamento di rifiuti industriali tossici, sebbene ci siano
state ripetute richieste nelle sedi istituzionali, Parlamento compreso.
Richieste finora non ascoltate, sottostimate e anche denigrate (19-2-2018).
L’articolo del 14 apr. 2017 dà la dimensione degli
affari delle ecomafie, in costante aumento per le vendite online: “…dobbiamo
stimare a non meno di 6mila tonnellate al giorno i rifiuti speciali
prodotti in regime di evasione fiscale da smaltire obbligatoriamente in
modo illegale con danno certo alla salute pubblica.” Da aggiungere che gli
operai di queste attività producono “a nero” scarpe, borse e vestiti anche delle
migliori marche, per 25 euro al giorno.
Lo studio delle
cause ambientali della crescente diffusione di alcune malattie gravissime, non
casuali, è un modo originale e personalissimo di collegare le esigenze dei
cittadini con gli enti locali e lo stato. Per questi l’autore parla di “una
continua omissione e/o sottovalutazione del problema ambientale che va
contrastata con tutte le nostre forze…” (maggio 2018). “Cancelliamo il termine
“Terra dei Fuochi”, ha tuonato il Presidente
De Luca in difesa delle “pummarole” proprio durante un immane ennesimo rogo
di rifiuti speciali (8 sett. 2018).
La copertina del
libro mostra l’immagine di una discarica da cui nasce un braccio con una mano
circondati da tanti cuori, la chioma di un albero nato da un mucchio di
rifiuti. Bella immagine del pensiero dell’autore che destina i suoi diritti
alla diffusione nelle scuole e tra i medici della “Laudato Sì”, la enciclica in cui Papa Francesco spiega l’importanza di una ecologia integrale. Una
bella immagine di Papa Francesco circondato da bambini delle Terre dei Fuochi
dipinta da Jorit su un muro di Napoli sarebbe un simbolo efficace e duraturo
del suo impegno civile.
Nelle ultime
pagine del libro l’autore propone una personale modifica del testo di “Fratelli
d’Italia” (21-11-2019), perché: “La munnezza tossica ormai nel sangue
degli italiani del nord e del sud ci ha reso fratelli molto più del sangue
versato dai nostri eroi del Risorgimento”. Cito infine la lettera a Luciano De Crescenzo che lui spera di
poter salutare un giorno “nello sfolgorio abbagliante dell’azzurro del mare della
Costiera amalfitana”. Con questa bella immagine della sua terra, il Dott.
Marfella insieme a Luciano De Crescenzo, dopo la tragedia della Terra dei
Fuochi, ci fa sorridere.