Malvida presenta l'album "Gli ultimi", un involucro stracolmo di amore universale incondizionato

"Gli ultimi” è, come dice Malvida stessa, “un involucro stracolmo di amore universale incondizionato”. In generale si tratta di un disco di pop elettronico, anche se molte sonorità ricordano gli ’80, la retro wave e il lo-fi. Sono state volutamente utilizzate tecniche di registrazione  che danno  l’idea di “sporco”. “Gli ultimi” nasce come prodotto indipendente autogestito dall’ autrice e trova la sua dirittura d’arrivo a Roma con la revisione dell’artista romano Leo Pari.

Quando hai iniziato a fare musica?

Ho iniziato a fare musica durante il mio percorso accademico. Volevo in un qualche modo alimentare la parte creativa che, per via dello studio si stava assopendo. Il percorso accademico mi ha formato come attrice cantante, ho imparato tante cose, ma di artistico purtroppo non ha niente o ben poco. In quegli anni nasce Malvida, la pecora nera dell' istituto che violentemente si ribella a quei dogmi della -bella forma- per inseguire il cuore nell' elettronica.

Con quali artisti sei cresciuta?

Sono cresciuta con tutta la musica possibile. Cantautori italiani, ska, reggae, punk.. Solo successivamente il mio gusto si è "ristretto". E' stata piuttosto un' esigenza, sentivo che la musica che volevo fare andava in una direzione ben precisa, con sonorità ben precise. Nessun cantante/gruppo è stato così influente per me. Semplicemente, avendo anche fatto danza e canto impostato e moderno, sono "stata costretta" all' ascolto anche di generi che apparentemente non mi appartenevano. Per poi scoprire che così non era. La musica è bella tutta e tendo a dividerla in due macro contenitori: quella bella e quella brutta, quella fatta con il cuore e quella che mira ai soldi.

Come nasce la tua musica? Quali sono le fonti d’ispirazione?

La mia musica nasce dopo le 18:00 seduta alla mia tastiera con la domanda: "che faccio adesso?"

Nessuna pretesa, nessuna idea a priori. Quando mi va di suonare lo faccio e se il mio corpo si fa coinvolgere dal ritmo o dal sound in generale vado a fondo cercando di sviluppare il piu' possibile. La mia ispirazione è sempre stata l' amore e sempre lo sarà. Vorrei che "lui" ascoltando la mia musica stia bene.


Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?

Nel disco, ma in generale in quello che scrivo, compaiono figure animalesche e vispe in grado di cambiare il mondo, fantasmi, vampiri e mondi “altri” come il Paradiso e l’ aldilà, ecosistemi in cui tutto fa pace con tutto e tutto si può risolvere. Una fuga dal mondo degli umani i quali spesso fingono l’ amore, lo pretendono o lo trattano male. Vuole essere un messaggio a vivere la vita con curiosità e gioia, perseveranza senza pretese, capacità di dire la verità e rincorrerla come i sogni che non possiamo permetterci di abbandonare. Ho per scelta messo da parte la tecnica vocale nel cantarlo, per dare invece spazio all’interpretazione dei singoli pezzi che necessitavano di sfumature differenti, per come li immaginavo.

Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?

Le influenze sono diverse seppure si parla di pop elettronico. Lofi, trap in istrici, electro anni 80, it pop, synth preponderanti e collanti del tutto. Non penso di avere un genere, non voglio etichettarmi, voglio sperimentare. In generale spero di muovermi verso una musica piu' minimale prossimamente, sarà una sfida. Vedremo.

Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?

I social sono purtroppo fondamentali soprattutto per chi, come me, si autoproduce. Sono anche un’ arma a doppio taglio: ti costringono a curare la musica tanto quanto l’ estetica o comunque ti portano a ragionare maggiormente sull’ immagine piu idonea per esprimere l’ intero immaginario proprio dell’ artista, il quale si vede appunto, sarto di se stesso a 360 gradi. Nel mio caso, amante della fotografia e del cinema,  la divulgazione dei videoclip è agevolata per fortuna dico, da questi mezzi, di cui ormai viviamo quotidianamente anche per le cose piu semplici.

Cosa non deve mai mancare in un brano che scrivi? 

Per quanto riguarda un brano di mia produzione, non deve mai mancare l'interlocutore. Il messaggio se molto forte dentro di te e vuole uscire, bisogna liberarlo e dedicarlo. Facendo felice qualcuno, dandogli un piccolo posticino per sè si crea ogni volta e dura circa 3 minuti e mezzo. Ogni canzone per me deve essere un regalo per qualcuno.

E nelle canzoni che ascolti?

Nelle canzoni che ascolto non ci sono regole o questioni comuni. Se mi arriva, mi arriva. Non valuto il testo e/o la musica, non penso a dissezionare le "parti" di una canzone, la apprezzo piuttosto nella sua interezza, se mi fa ballare, piangere, cantare, mi arriva e per questo mi rende felice o in grado di ascoltare i miei stessi pensieri tramite un' altra voce gradevole. 

Fattitaliani

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