LUCIANNA DE FALCO è la protagonista al Napoli Teatro Fest con
l’inedito spettacolo FU LUMENA.
Un’altra storia omaggio alla figura di Filumena Marturano di Salvatore
Ronga di Salvatore Ronga con le musiche di Antonio Monti in scena
domenica 12 luglio ore 21 e 23 Capodimonte -Fagianeria
Se Anna Magnani racconta Roma, per me dichiara Lucianna De Falco- la
figura di Filumena Marturano è l’immagine di Napoli, la sua bellezza,
il suo essere madre in una maniera spregiudicata. La nostra
Lumena si emancipa addirittura nelle scelte: è una donna che ama senza
il ricatto di
costruire una famiglia tradizionale, senza il bisogno di un cognome. I
suoi figli sono andati
nel mondo a cercar fortuna, memori dell’invettiva di Eduardo: «Fuitevenne!».
È Napoli che cerca un'altra storia possibile. È il gioco del teatro
che scopre i suoi
tradimenti, è Domenico Soriano che è il nome di un Santo e «nun’è nu
signore», ma è
soprattutto una grande storia d’amore, dove le lacrime sono le lacrime
che ognuno di noi
non ha pianto.![]() |
lastra su ferro di Salvatore Basile BassaVideo |
SINOSSI
I profili di una scatola metallica segnano i confini di uno spazio
sospeso, percorso dal
picchiettio del cardiogramma.
È qui che, in assonanza con il cuore di una città tradizionalmente in
agonia, Lumena
consuma, con accenti comici e grotteschi, il suo delirio comatoso: una
voce nuova e
irriverente per dialogare con gli spettri del passato, le compagne del
lupanare e i clienti
della pasticceria, la serva fedele e il vecchio amante di sempre, fino
alla rivelazione finale
che ha il sapore della vendetta e dello sberleffo.
Le prime lacrime di Lumena sono anche le ultime, ma sono quelle di
tutti, e risuonano
come una pioggia fitta e incessante che squarcia la scena, perché il
teatro, come la
fantasia, è «un luogo dove ci piove dentro».
Lo spettacolo è un omaggio al personaggio di Filumena Marturano,
indagato nelle sue
pieghe più nascoste, per costruire un’altra trama possibile, una
storia che incrocia anche
la biografia di Eduardo, dentro e oltre il mito.
foto copertina di Antonio Volpone