In una recente nota dal titolo “Amleto Cataldi, lo scultore di Roma.. umiliato”
abbiamo descritto una certa situazione a dir molto poco, imbarazzante, non
tanto per l’artista che è così grande e
magnifico che non sono certamente gli indotti e gli illetterati pur se valenti
e provetti nelle arti, che ne possano inficiare la grandezza:
la questione è
più seria e si torna sempre alle origini: la incapacità quasi scientifica e convissuta di capire prima e di valorizzare dopo quello che si ha, con uno dei risultati di
tale cinismo/insensibilità: che tutti i musei del mondo sono ripieni quasi esclusivamente
delle cose italiane, sopra terra e sottoterra!
MaSi torni ad Amleto Cataldi, lo scultore di Roma, meglio e più
confacente sarebbe stato se fosse stato lo
scultore dello Zimbawe, allora tutto quanto qui appresso più comprensibile perfino normale. Al
Quirinale e alla Banca d’Italia si trovano due sculture in bronzo quasi
identiche, della più grande importanza: un ‘Arciere’ alto 1,86 m, del massimo significato, stando anche ai
critici dell’epoca. Ebbene quello del Quirinale, che fu regalato al Presidente
Saragat dalla Associazione dei Partigiani, fu successivamente ‘spostato nella serra’ e oggi ‘spostato’ in una rientranza dello scalone che porta in
cucina, a gratificazione dei camerieri e dei cuochi. Significa che per i
cultori d’arte quirinalizi Cataldi
è uno stuoino. Quello di proprietà
della Banca d’Italia tenuto per almeno
cinquantanni in condizioni degne appunto
di certe repubbliche africane, lurido e sporco, nello scantinato di un loro palazzo, oggi, ripulito, è stato collocato, onore sommo, nel
giardino della Banca a Vermicino.. all’ammirazione del giardiniere!
Agli inizi del 1900 il
Governatorato di Roma conferì a Cataldi,
superato il pubblico concorso, l’incarico di realizzare in marmo il busto del poeta Carducci da poco deceduto.
L’artista realizzò, sempre a detta dei critici dell’epoca, un’autentica opera
d’arte, io aggiungo: un capolavoro indiscutibile.
La destinazione era
la Protomoteca del Campidoglio, dove effettivamente fu collocato assieme agli
altri busti ivi presenti di altri artisti. Dieci anni fa all’incirca, la
scultura non si trovava nella destinazione originaria. Chiesi ragguagli ma
nessuno sapeva. Ora sono tornato alla
carica e la risposta ottenuta è questa: “la scultura si trova in un magazzino inaccessibile al pubblico!”. Io penso invece
che la scultura sia scomparsa oppure sia stata danneggiata: non posso
credere che proprio perché un capolavoro
sia stata allontanata per tema di oscurare gli altri ritratti! Di conseguenza sono
certo che qualcuno dell’Amministrazione Capitolina si farà carico di andare a
fondo a tale ulteriore offesa ad Amleto Cataldi e restituire l’opera ai
cittadini.
La situazione di ‘immagazzinaggio’
o dell’ emarginazione sembra essere il destino dell’artista: se si va alla
Galleria Nazionale di Arte Moderna di
opere di Cataldi ne hanno cinque, una
sotto il finestrone del caffè e quattro… in
deposito, in magazzino! Eppure tra queste cinque ve ne è una in
marmo “Il risveglio” o “Donna Nuda” che
alla Esposizione Internazionale del Cinquantenario del 1911 ottenne il primo premio da una “giuria
internazionale composta da trenta membri”: oggi tale capolavoro non so bene da quanti anni, è precluso alla
vista e alla ammirazione del visitatore.
Inutile aggiungere che nei due repertori pubblicati pochi anni fa
dalla Galleria Naz. uno sugli artisti presenti e uno sulle opere,
Cataldi è assente! Parrebbe dunque che sia in atto la cosiddetta damnatio
memoriae! Se ci si guarda in giro nella Galleria Naz. è arduo
obiettare che trattasi di normale rotazione o avvicendamento di opere! Inoltre
se si sa e vuol leggere, i Cataldi, specie alcuni, non si tolgono alla vista e
alla ammirazione di un cultore!
Se si entra nella Gallereria Comunale invece la situazione è in netta
antitesi: oggi finalmente dopo anni di
reclusione, le loro tre opere sono esposte al pubblico, epperò anche in questa
sede, curiosamente, Cataldi è un
appestato! in questi ultimi anni la
Galleria Comunale ha organizzato almeno due iniziative espositive sugli artisti
del Novecento, ebbene in entrambe le mostre
Cataldi era assente! E se
oggi si entra nel sito web, sI trova una
icona in caratteri cubitali: TUTTE LE OPERE: se si sfogliano ‘tutte’, Cataldi assente! Anche qui come detto
più sopra, ha luogo una manovra intesa alla cancellazione dell’artista! Qui mi
arresto con la descrizione degli
incredibili torti -e ve ne sono altri!-
che da siffatti scranni si muovono all’artista Amleto Cataldi, lo
scultore di Roma.
oltre alle
doglianze e alle denunce, ci resta solo di
fare appello al Ministro Franceschini e all’Assessore Bergamo nonché
agli organismi di tutela ma soprattutto ai cultori di arte, di aprire gli occhi
su tali a dir poco inammissibili e
insensate realtà qui denunciate.
Michele Santulli
Foto: La figlia del lavoro, h.55 cm, 1916,bronzo, coll.priv.
La bagnante, h.55 cm.,1918,Museo Udine