La pittura da
sempre è stata occupata e dedicata ai Cristi
e alle Madonne e ai Bambinelli e
ai Santi o alla Mitologia o alla Accademia o ai paesaggi o ai ritratti cioè
sempre alle varie forme di… potere, sia esso religioso sia esso politico sia
esso economico; quando nei paesaggi nel
1500 e 1600 apparivano, rarissimamente,
i contadini o la gente comune, erano quasi invisibili, persi nel paesaggio
ridondante.
Nella veramente speciale e
floridissima pittura fiamminga ed olandese del 1600, la sola ad aver dato
spazio a tutte le categorie sociali e a
tutti i comportamenti, anche ai più
intimi, l’ispirazione è differente: il
popolo in tutte le sue emanazioni e i contadini sono rappresentati in primo
piano sulla tela anche se deformi e minuscoli, dei brutti nani, seduti attorno ai tavoli delle osterie
o del matrimonio, che ballano sull’aia o pattinano sul ghiaccio! A Roma li
chiamavano ‘bambocci’. Tale richiamo artistico al verismo sociale, dapprima
respinto, ebbe successivamente riconoscimenti
e successo: altra musica quando si illustravano i personaggi della politica o
della finanza olandesi oppure i fiori e
le nature morte. Era nata la pittura di
genere.
Il concetto
espresso all’inizio e cioè che le categorie umili non sono degne di apparire in pittura, si
incontra confermato anche nel 1700 e quando
presente il contadino, esso è quasi invisibile nel paesaggio oppure è
presentato sotto forma di idillio e di arcadia. La rivoluzione vera e propria equivalente
ad un ritorno all’ordine, al protagonista autentico, la nascita di un
genere pittorico nuovo, la cosiddetta pittura di genere all’italiana nella definizione degli artisti stessi
dell’epoca, prorompe all’inizio del 1800.
Si trattò di un fatto clamoroso, perfino destabilizzante
: grazie ai giovani artisti stranieri
presenti a Roma tra fine 1700 e inizi 1800 per la prima volta appaiono sulla scena
dell’arte addirittura la figura del brigante, mai apparso in un quadro prima di allora quale protagonista
e personaggio principale della composizione pittorica e la figura del
bracciante e della bracciante ciociari, cioè gli ultimi della scala sociale, ora divenuti attori primari della scena. Per
molti cosiddetti benpensanti e
conservatori fu un trauma, una offesa e
una indecenza avere sotto gli occhi e in primo piano, un masnadiero o una
contadina, in quelle vestiture così ignobili e indegne, sconosciute
alla storia dell’arte europea , con quegli orribili colori: ma come,
questi pezzenti e questi delinquenti ora
divenuti protagonisti! E avvenne, invece, che la quasi totalità degli artisti
europei non rinunciò nella propria carriera
ad una interpretazione di questi
personaggi, tanto l’innamoramento
collettivo: il risultato è che oggi è arduo entrare in un museo o pinacoteca
del pianeta e non trovarvi appeso almeno un quadro col personaggio ciociaro, i
più diffusi! E anche i massimi artisti europei hanno dipinto i ciociari, tutti:
non facciamo i nomi perché sarebbe una lunga lista: Manet, Corot, Cézanne, Van
Gogh, Picasso, Severini….
Una apoteosi e
anche una nemesi della storia, la Storia
cioè che ogni tanto si vendica e
ristabilisce le priorità, raddrizza le storture... Gradevole un episodio
storico scoperto dallo scrivente: siccome questo genere di pittura, appunto la
pittura di genere all’italiana, era divenuta una vera moda per gran parte degli artisti europei nel corso
del 1800, il povero grande Baudelaire che nel 1845 era il critico ufficiale del
Salon di Parigi -la manifestazione
annuale più significativa dell’epoca, durata oltre cento anni- osservando la quantità di tali opere presentate anche quell’anno
dagli artisti, sbottò: “basta con questo
genere di pittura! Torniamo all’origine!”
E invece tale genere di pittura
resistette fino alle prime decadi del Novecento, con ancora maggior successo.
Solo in
Ciociaria e in particolare nella provincia di FR che ne rappresenta lo zoccolo
duro, siamo invece sempre agli antipodi
cioè veramente in un altro mondo, più esattamente nel mondo cementizio e asfaltista
e in questo mondo per gli addetti al
lavoro, nella cabina di comando, l’arte è un fenomeno incomprensibile, perfino
ridicolo, stando ai fatti….
Michele
Santulli