Le Anime Sante, tornata ai fasti dopo il restauro post sisma, ora in uno stupendo documentario - di Goffredo Palmerini
L’AQUILA - La mattina del 6 aprile 2009, dopo la terribile notte del
sisma e la scia delle implacabili scosse di “assestamento”, era già diventata
un’icona del terremoto che aveva devastato L’Aquila.
Ancor più quando un’altra scossa in diretta televisiva aveva continuato ad
infierire sul tamburo della sua cupola, già massacrata alle 3 e 32 della notte,
facendone temere il crollo totale. Quasi per miracolo la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, per gli Aquilani
confidenzialmente “le Anime Sante”, quel gioiello tardo-barocco rimase “immota”
fin quando i Vigili del Fuoco, con ardite operazioni dall’alto, non vi calarono
un “ragno” di profilati di ferro perfettamente adattatosi all’interno del
tamburo per metterlo in sicurezza dal crollo. Il genio italiano trovava così una
singolare ed eccellente capacità d’esprimersi già nella fase di protezione del
bene architettonico, con un’operazione diventata elemento d’accademia
nell’intera opera di restauro dai danni inferti dal sisma.
Le Anime Sante, come nessun’altra chiesa aquilana, ricorda
l’implacabile consuetudine dell’Aquila con i devastanti terremoti (1315, 1349,
1461, 1703, 2009) che nel corso di quasi otto secoli dalla fondazione della
città hanno contrassegnato la sua storia e persino l’indole resiliente del suo
popolo. La chiesa si chiama così perché sorta per volere degli aquilani dopo il
lacerante sisma del 2 febbraio 1703,
giorno della Candelora, a ricordo
delle vittime. Quel sisma inferse gravi danni alla città e nel circondario,
facendo oltre seimila morti, specie dentro le chiese dove si stavano tenendo le
celebrazioni liturgiche che ricordano la presentazione di Gesù al Tempio. Quel
terremoto, in qualche modo, cambiò l’indole degli Aquilani. Cambiò persino i
colori della città, mutati dal bianco-rosso al nero-verde, il nero a richiamare
il lutto e il verde in segno di speranza nel futuro. Da allora, in memoria di
quella tragedia, finanche il Carnevale all’Aquila non inizia se non dopo la
Candelora, diventando così il più breve del mondo.
Proprio per far memoria delle vittime di quel
terremoto la Confraternita del Suffragio,
avuto il placet della Curia aquilana, il 30 settembre 1708 diede avvio all’iter
di costruzione della nuova chiesa, che il popolo subito chiamò delle Anime Sante. Affacciava sulla grande
piazza del Mercato, fino ad allora dominata solo dalla Cattedrale dei Santi
Massimo e Giorgio. Scrive tra l’altro Mons.
Orlando Antonini, insigne studioso di architettura religiosa e urbana, nel
suo volume Chiese dell’Aquila: “[…] Fin dal
primo avviarsi dell’opera di ricostruzione gli Aquilani, evidentemente a causa
dell’annientamento della scuola architettonica locale, barocca, dei Bedeschini,
provocato dal terremoto, si vedono aver ricorso ad artisti di fuori. I romani
essendo naturalmente i più a portata di mano, ci si rivolse direttamente ai
grossi nomi di quell’ambiente artistico, trovandolo appannaggio della corrente
culturale al momento più forte a Roma […]”.
E infatti si deve a Carlo Buratti (Novazzano, 1651 – Roma, 1734), allievo
del Fontana, il progetto dell’opera
messa in cantiere nel 1713, che mutuava in una propria singolarità le più
raffinate esperienze architettoniche di quel periodo a Roma, dovute al genio di
valenti architetti - Giovan Battista
Contini, Ferdinando Fuga, Sebastiano Cipriani -, che operarono
anch’essi nella ricostruzione dell’Aquila. Da qui il particolare imprinting
tardo-barocco della chiesa, possente con la sua pianta parallelepipeda e
l’interno a croce latina cupolata, che si esponeva nella sua magnificenza con
la suggestiva bellezza della facciata, sapiente alternanza di armonie plastiche
concavo-convesse di indiscusso pregio architettonico, mentre ricuciva a
meraviglia la quinta urbana delle costruzioni in cui s’andava ad inserire.
La facciata, in bianca pietra concia di
Poggio Picenze, fu opera di Orazio
Antonio Bucci di Pescocostanzo. Di chiara ispirazione borrominiana, fu realizzata
tra il 1770 e il 1775 su progetto dell’architetto aquilano Giovan Francesco Leomporra. Il risultato fu sorprendente e degno di
essere iscritto tra le pagine gloriose dell'architettura religiosa aquilana.
Infine la cupola. Già concepita dal Buratti, fu completata solo nel 1805 su
progetto di Giuseppe Valadier (Roma, 1762 – Roma, 1839),
elegantissima nei suoi caratteri neoclassici, impreziosita dai raggi solari che
bucano lo splendido cleristorio in cui s’articola il poderoso tamburo
cilindrico, in perfetta aderenza alla cifra classicista dello spazio
sottostante con un linguaggio ormai più vicino ai valori estetici
dell'Ottocento piuttosto che ai temi arcadici. Il repertorio pittorico e
scultoreo che il tempio ha custodito al suo interno, insieme a quanto di più
riuscito in termini stilistici della massa architettonica, hanno fatto della
Chiesa di Santa Maria del Suffragio il capolavoro indiscusso del Settecento
aquilano.
Ebbene, proprio questo capolavoro, uno dei
simboli architettonici più significativi della città, all’indomani del sisma
del 2009 risultava fortemente compromesso. Tanto da entrare tra le prime opere
d’un elenco di preziosità monumentali della città sottoposto ai grandi della
terra, riuniti a L’Aquila dall’8 al
10 luglio 2009 per il G8 e G20, perché ne adottassero la
ricostruzione. La Francia raccolse subito
l’invito a concorrere nel restauro, scegliendo proprio Santa Maria del Suffragio, contribuendovi con 3,250 milioni di Euro
in una partnership alla pari con l’Italia. Un modello di collaborazione tra le
strutture scientifiche, tecniche, ingegneristiche e artistiche di Italia e Francia ha contrassegnato il complesso recupero delle Anime Sante,
con soluzioni di ardita innovazione e sperimentazione di nuove tecniche. Un
cantiere che ha impegnato le più alte espressioni del restauro di un bene
architettonico ed artistico di eccellente valore, con una forte collaborazione tra
i due Paesi. Tanto che, dopo 4 intensi anni di lavori, il consolidamento e
restauro del monumento è stato completato, con una spesa totale di 6,5 milioni
di euro. La Chiesa delle Anime Sante è stata riaperta al pubblico il 6 dicembre
2018 con una significativa cerimonia, alla presenza del Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella e di
una delegazione del Governo francese guidata dalla Ministra degli Esteri Nathalie Loiseau.
Ora, un altro piccolo capolavoro correda la straordinaria opera di
restauro della Chiesa di Santa Maria del
Suffragio. E’ il documentario “Le Anime Sante”, diretto da Luca Cococcetta con testo di Marco Zaccarelli. Un’opera di assoluto
valore, per qualità e completezza di documentazione. A distanza di undici anni
dal terremoto dell’Aquila, è il racconto di uno dei cantieri di recupero e
restauro più attento e complesso tra quelli che stanno ricostruendo la città
capoluogo d’Abruzzo. Il documentario lo fa con un’intensa e coinvolgente
narrazione e attraverso le qualificate voci e testimonianze di Raffaele Colapietra, Alessandra Vittorini, Orlando Antonini, Franco De Vitis, Didier
Repellin, Stefano Dascoli, Jean Francois Cabestan, Aymen Herzalla, Anna Colangelo, Nicola
Inversi, Carlo Lufrano, Leonida Pelagalli, Luca Navarra e Pierluigi
Biondi.
Storici, studiosi d’arte e architettura, ingegneri e architetti,
rappresentanti di amministrazioni ed istituzioni contribuiscono ad illustrare
un cantiere complesso, rilevante e simbolico, qual è stato quello delle Anime Sante. Una chiesa che da tre secoli
è fortemente rappresentativa nella memoria collettiva degli Aquilana, la cui
rinascita è stata possibile grazie alla collaborazione tra le scuole di
restauro italiane e francesi, dalla capacità delle maestranze operanti in
cantiere e dall’impegno paritario di Italia
e Francia. Il documentario “Le
Anime Sante” è prodotto da Visioni
Future con il contributo di Operazione Restart, Italiana Costruzioni,
Fratelli Navarra, e il supporto della Municipalità, dell’Arcidiocesi
Metropolita dell’Aquila, della Parrocchia di Santa Maria del Suffragio, del
Segretariato Regionale dell’Abruzzo - Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la
Città dell'Aquila e i Comuni del Cratere, dell’Archivio di Stato dell’Aquila,
del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e dell’Ambasciata di Francia in Italia.
Il documentario “Le Anime Sante”, 52 minuti in lingua
italiana, con sottotitoli in italiano francese e inglese, è scritto da Marco Zaccarelli, per la regia di Luca Cococcetta, musiche di Giancarlo
Tiboni, voce off Antonella Cocciante, audio mix Federico Martusciello, operatori
Luca Cusella - Giovanni Sfarra - Matteo De Santis, operatore crane Peppe
Tonelli, riprese aeree Donatello Ricci e Giovanni Sfarra. L’opera è
noleggiabile ed acquistabile on line scaricandola dal sito di Visioni Future a costi assai limitati,
con insita anche una finalità di solidarietà in quanto, per ogni transazione,
sarà devoluta alla Croce Rossa
dell'Aquila la donazione di 1 Euro (http://www.visionifuture.it/animesante/). Qui di seguito, infine, un breve
profilo biografico del regista e dell’autore del documentario.
***
Luca Cococcetta, classe
1982, nasce e studia a L’Aquila, dove consegue la maturità classica e si laurea
in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Durante gli studi frequenta corsi di
chitarra classica e sviluppa la sua passione per la regia cinematografica. Inizia
a lavorare come regista per tv locali e nel 2007 si dedica al
cortometraggio-documentario e contestualmente realizza la commedia Non
ci resta che ridere, con la quale vince le selezioni per il Corso di
regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, frequentandolo nel 2008. Vince
con “Il grande superamento” il premio
come miglior regista giovane al “Festival del film naturalistico e ambientale
2009”. Nel 2009 lavora a un documentario sulla ricostruzione dell’Aquila, Radici -
L'Aquila di cemento, dedicato agli aspetti
urbanistici e antropologici nel post terremoto, presentato a Venezia alla 12^
Mostra Internazionale di Architettura e in altre importanti eventi a Parigi e
Bologna. Scrive e dirige lo spettacolo
teatrale L’Aquila
2099, un monologo di Giorgio Colangeli, portato in scena a L’Aquila
e Roma. Gira il cortometraggio Mi fa male sulla
situazione aquilana a un anno dal sisma, con il quale vince due premi al Napoli
Cultural Classic Festival: miglior cortometraggio e migliore sceneggiatura.
Collabora alle riprese del film “Draquila"
di Sabina Guzzanti. Termina nel 2011 Memoriter in
coproduzione con l’associazione Animammersa. Produce e firma la regia del
cortometraggio Distanza,
presentato nel 2014 a prestigiosi Film Festival a Los Angeles, St. Tropez,
Madrid, Londra e Berlino. E’ autore del reportage Ri-torno
all’Aquila sugli adolescenti nel post sisma, pubblicato da
Rai Scuola. Gira un reportage sull’accoglienza ai rifugiati in Italia “L’altra faccia dell’accoglienza”. Nel
2015 realizza il reportage Dalla testa
ai piedi - Il cammino degli alpini per L'Aquila, sul
Raduno nazionale degli Alpini. Lavora due anni nella documentazione del restauro di
due luoghi simbolo dell’Aquila: La chiesa delle Anime Sante e La basilica di Collemaggio. Attualmente
ha in produzione due documentari d’arte dedicati alla figura di Saturnino
Gatti e all’opera della scultrice statunitense Beverly Pepper.
Marco Zaccarelli - Libero
professionista, svolge attività di consulenza nell’ideazione, progettazione e
management d’iniziative culturali; sviluppo di progetti collegati alla cultura d’impresa;
realizzazione di strumenti di comunicazione visuale multimediale; studio e
stesura di piani di sviluppo del territorio in chiave culturale secondo la
metodologia offerta dal Cultural Planning. È stato responsabile presso la Rai
di Torino delle Relazioni Esterne e dell’Ufficio Stampa. Come storico
dell’arte, ha lavorato con Soprintendenze nel campo della ricerca
storico-artistica e con Assessorati alla Cultura per la preparazione di
materiali didattici e illustrativi per musei e mostre. Collabora con alcune
case di produzione come autore, editor e responsabile di progetto. Ha ideato,
diretto e realizzato numerosi documentari e video per importanti committenti
pubblici e privati. Ha coordinato, per
la provincia di Torino e Rai Educational, la serie di documentari Il Sistema Ecomuseale della Provincia di
Torino, per RaiTre Luci d’artista a
Torino, per Rai Teche la serie La
scuola in diretta-La parola agli studenti. Ha scritto e diretto numerose
opere teatrali. Oltre ad articoli divulgativi di storia dell’arte, ha
pubblicato: La decorazione tardo-gotica
della Chiesa di San Martino ad Arnad-le-Vieux, Quaderni Soprintendenza Beni
Culturali Valle d’Aosta, L’Erma di Bretschneider, Roma; Opere del Novecento italiano nella collezione Rai, Electa, Milano; Pickman, Fondazione Italiana per la
Fotografia, Torino; RadioVisioni
1952-1954. Disegni italiani dalla collezione Rai, in Luci del teleschermo,
televisione e cultura in Italia, Electa, Milano; Venezia, in Silenzio si viaggia. 67 itinerari all’insegna della quiete,
Airplane, Roma. Ha ideato e curato le mostre Percorsi di visita, postazioni
informatiche touch-screen, Armeria Reale di Torino; RadioVisioni 1952 –
1954. Disegni italiani nella collezione Rai; Il gusto di un’epoca.
Fondazione Italiana per la Fotografia, VI Biennale Internazionale di
Fotografia; La televisione sperimentale: 1947-1954, mostra fotografica; Opere
del Novecento italiano nella collezione Rai e coordinato Caravaggio, una mostra
impossibile.