A differenza dell’album precedente, questo secondo lavoro lascia più spazio alle parole, e seppure la scelta della lingua inglese potrebbe sembrare andar contro alla volontà di farsi capire, è invece una sua diretta conseguenza.
Altra svolta importante è stato l’abbandono della batteria e l’inserimento di tastiere, sintetizzatori e drum machine. L’incastro di voci, chitarre, basso ed elettronica è così sviluppato da una collaborazione a due, e trova la sua espressione in questo lavoro che per la band è un nuovo punto di partenza. Dopo vari cambi di formazione il duo ha trovato il suo equilibrio e “My Earth My Heart” ha dato il via ad un nuovo cammino. L'intervista.
Parlateci del nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?
My Earth My Heart è un album tra il rock e l'elettronica; in realtà non abbiamo voluto dargli nessuna impronta specifica, è nato così, spontaneamente.
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?
Apprezziamo svariati artisti, ma non ne abbiamo di riferimento per quanto riguarda la composizione dei brani. Dalle parole alla musica, ci ispiriamo a noi stesse e alle nostre esperienze.
Qual è l’esperienza lavorativa che più vi ha segnato fino ad ora?
Abbiamo ideato e condotto dal 2006 al 2012 una trasmissione radiofonica dedicata alla musica emergente. In quegli anni abbiamo intervistato più di 200 artisti e abbiamo fatto sentire la loro musica, provando a dare un contributo a ciò che troppo spesso rimane underground e che invece meriterebbe più ascolti. Di sicuro è l'esperienza che fino ad ora ci ha dato più gratificazioni!
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Ci piacerebbe vivere di musica e di yoga.
Progetti futuri? Farete un tour?
Contiamo di fare presto un tour in Italia ed Europa, auspicandoci che si sblocchi in fretta e nel migliore dei modi la situazione attuale.
Prima foto di Sara Monti. Make-up: Milena Raggetti MUA e Arianna