Coronavirus, il tenore Maurizio Marchini canta dal balcone: la melodia è nel DNA degli italiani. L'intervista di Fattitaliani

L'Italia e il bel canto sono sinonimi e in questo periodo di isolamento in cui città, famiglie, comunità sono separate le une dalle altre, la musica rappresenta uno strumento che unisce e supera le barriere imposte dall'emergenza Coronavirus. Commovente l'intepretazione che il tenore Maurizio Marchini fa di "Nessun dorma" (video), celebre romanza della Turandot di Giacomo Puccini e de "La donna è mobile" da Rigoletto (video): le ha eseguite dal balcone di casa e dedicate alla sua Gavinana. Fattitaliani lo ha intervistato.
Nell'emergenza che l'Italia sta vivendo si dimostra ancora una volta quanto il canto faccia parte della nostra indole, non è così?
Questo sembra essere un tipico stereotipo sugli italiani, ma in effetti il canto e la melodia in generale sembrano essere nel nostro DNA, è così da secoli.
A casa come procede l'isolamento? come lo fronteggiate?
Per ora bene, io faccio quelle riparazioni casalinghe che non si hanno mai tempo di fare (ora non ci sono più scuse!) e metto in ordine il mio studio, mia moglie Chiara sta studiando utilizzando le video-lezioni, mio figlio ha solo 6 anni e per ora non gli dispiace stare a casa con noi, forse tra poco sentirà la mancanza dei suoi coetanei... La gatta è felicissima.
Che sensazione ha provato nel gridare "Vincerò" nel balcone?
Il Nessun dorma è probabilmente una delle arie più famose dell'opera lirica italiana, e quindi una delle più richieste nei concerti, ma è sempre bello cantarla. Sul mio balcone ovviamente non l'avevo mai cantata ed è stato veramente emozionante, anche perché mi stavo accorgendo che le parole sembravano essere scritte per questa incredibile situazione.
A quali impegni ha dovuto rinunciare a causa del Coronavirus?
Ho perso praticamente tutto (come tutti i miei colleghi del resto): Opere, concerti e allievi, anche un concerto che avrei dovuto fare a Los Angeles il 18 aprile. La speranza è che questo incubo economico, sociale e culturale passi prima possibile... restiamo a casa!
Guardando alla sua carriera, quali costanti ritrova? quale stile?
La mia “carriera” lirica è iniziata verso i 30 anni: prima cantavo blues, rock e hard rock, e forse la simpatia e la freschezza della musica leggera mi sono rimaste anche nella lirica.
Ci sono dei ruoli che Le sono rimasti particolarmente nel cuore?
Direi i ruoli di Rodolfo nella Bohème e di Don José nella Carmen
Viaggiando di città in città, ha percepito un rapporto diverso che ogni pubblico intrattiene con il mondo dell'opera?
Direi di no, se quando canti riesci ad arrivare al cuore delle persone non importa dove ti trovi e quale gente hai davanti.
Una volta finita la "clausura" la prima cosa che farà? la prima persona che vorrà rivedere? il primo posto che visiterà?
Vorrei ricominciare a lavorare, rivedere gli amici, i colleghi e gli allievi. Il primo posto che visiteremo sarà probabilmente la casa dei nonni, non vediamo l'ora di rivederli... Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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