C'è ancora tempo per partecipare all'iniziativa "#andràtuttobene C’è poesia, oltre il virus" ideata da Kaos Festival e realizzata in collaborazione con Fattitaliani.it, l'Accademia BB. AA. “Michelangelo” di AG, Casa editrice Medinova e la Fondazione Teatro “L. Pirandello” di Agrigento. Basta inviare il proprio contributo (versi, immagini, parole) a premiokaos@gmail.com o tramite whatApp al numero +393284234076. Pubblichiamo oggi il racconto "Come sei bella" inviatoci da Sandra Guddo.
“Come sei bella oggi … hai
qualcosa di speciale, qualcosa che prima non avevo notato!”
“Sono lusingata. Devo ammettere che
sei un acuto osservatore: in effetti oggi indosso qualcosa di nuovo”. Civettò senza pudore.
“Fatti guardare meglio … girati, fai una ruota … ma
certo: indossi un abito diverso. Più ampio e luminoso”.
“Azzeccato! E’ la seta a dare
l’effetto del luminoso ma anche il colore verde pisello che mi rende
fosforescente come gli occhi scintillanti dei gatti”.
“Sei tu la mia adorabile gattina,
facciamo le fusa insieme … magari per gioco?”
“Sempre a provarci stai? Dammi ancora
un po’ di tempo; devo capire meglio i miei sentimenti verso di te. C’è una
grande confusione nella mia testa: a volte ti amo e altre ti odio ma tu, con il
tuo comportamento, non mi aiuti affatto: a volte sei furioso e altre un vero
paladino cortese”.
Orlando incassò la risposta senza replicare, colpito
dalla verità di quelle parole che trafiggevano il suo petto come lame affilate.
Cercò di
apparire sicuro di sé.
“Fatti guardare meglio: sbaglio o hai
messo un nuovo rossetto sulle labbra e un ritocco sulle sopracciglia che le
rendono più folte?”
“Madre natura mi ha fatto così!” replicò
seccata per l’insinuazione che peraltro corrispondeva alla verità. Tutta la
mattinata era stata con Mimì che l’aveva pettinata, truccata e agghindata come
una principessa della corte del re di Francia.
Sapeva di essere affascinante e di esercitare su
Orlando il potere misterioso e magico della seduzione. Orlando era innamorato
di lei da sempre, da quando l’aveva vista per la prima volta in una tiepida
mattinata di primavera.
La natura allora era benevola con gli uomini ed
elargiva con generosità i suoi doni.
Ricordava perfino i profumi che si espandevano nell’aria:
il finocchietto selvatico e le
ginestre spandevano aromi inebrianti che si mescolavano con quelli del
rosmarino, del mirto e di una miriade di altre piante aromatiche che, in
passato, erano state per gli operosi abitanti del borgo una vera riserva
alimentare e medicamentosa.
Ricordava la gente che si affollava per le strade al
loro passaggio e infine si riuniva festosa per assistere allo spettacolo all’aperto
che la sua compagnia teatrale offriva in cambio di qualche spicciolo o di
qualche dono. Un uovo, un sacchetto di noci, una conserva di pomodoro fatta in
casa o di sardine sotto sale. Poca roba ma che per loro era una vera manna dal
cielo. Mimì, il puparo, maestro nell’arte di muovere e far recitare le
marionette, era accorto e sapeva gestire la piccola e sgangherata compagnia
teatrale con saggezza.
Orlando rimpiangeva quei tempi di allegria e
spensieratezza ma era certo, in cuor suo che prima o poi la peste del terzo
millennio, frutto della globalizzazione, sarebbe passata e il sole sarebbe
tornato a risplendere più luminoso di prima come dopo una tempesta. Quello che
non accettava consisteva nel nome che era stato assegnato al virus che tanta
sofferenza stava arrecando a tutte le genti senza distinzione di latitudine né
di longitudine. CORONA!
L’unica corona di cui avrebbe voluto parlare era
quella che desiderava appoggiare sui morbidi capelli della sua dama per
renderla degna del posto che le spettava in società per diritto divino. Lei era
l’incarnazione stessa della regalità e della sacralità!
Angelica lo osservava di sottocchio: non voleva
ammettere che anche lei subiva il suo charme. La sua armatura scintillante, la
sua spada tagliente almeno quanto il suo fraseggiare la affascinavano.
Coraggioso e leale, affrontava impavido ogni imprevisto,
ma adesso un pericolo insidioso si presentava invisibile e silenzioso.
ma adesso un pericolo insidioso si presentava invisibile e silenzioso.
Le armi di Orlando sarebbero state sufficienti per
contrastarlo?
Il burattino sembrò leggerle nel pensiero
“Mia amata, ti proteggerò da ogni male e farò di te
la regina del mio cuore: con tanto di corona sul capo!”
Angelica non riusciva a restare impassibile a quella
ulteriore dichiarazione d’amore e capì che non sarebbe riuscita a resistergli
ancora a lungo.
“Stanotte vorrei restare con te, mi sentirei più al
sicuro!” ammise infine con un fil di voce, come le capitava quando
l’emozione le bloccava le parole in gola creando un groviglio di sensazioni che
le facevano battere il cuore tumultuosamente.
“Mia amata, da tempo desideravo ascoltare dalle tue
labbra queste parole! Ma ho sempre creduto che alla fine l’amore avrebbe
trionfato e sconfitto i tuoi dubbi e le tue esitazioni”.
Angelica abbassò lo sguardo mentre le sue guance lignee
sembravano tingersi di rosso. Ma forse era soltanto effetto della luce del
tramonto!
Intanto Mimì rientrava fischiettando. Era stato uno
dei più bravi cantastorie della Sicilia ma, forse per stanchezza, aveva perso
il suo smalto e tirava avanti con rassegnazione.
Sempre gli stessi copioni che Angelica e Orlando non
avevano più voglia di recitare!
I due pupi si sorpresero: da tempo non lo vedevano
così di buon umore. Cosa poteva avere cambiato la sua disposizione d’animo?
“Orlando, Angelica, ho scritto per voi due una nuova
scena che vi farò interpretare appena tutto sarà rientrato nella normalità … vi
piacerà, ne sono certo! Da tempo avrei voluto creare una nuova storia con
dialoghi più divertenti ma non ne avevo mai avuto il tempo e, adesso che tempo
ne ho da vendere, ne ho approfittato”.
Orlando, in cuor suo, sperava che Mimì avesse inserito
nel nuovo copione una scena d’amore, almeno una! Avrebbe potuto così respirare
il respiro di Angelica, sintonizzare i battiti del cuore con il suo, stringerla
forte a sé e sussurrarle a fior di labbra il suo amore, coprendola di baci fino
allo sfinimento.
In fondo erano secoli che aspettava!
“Non tutto il male viene per nuocere” considerò infine
Mimì mentre sistemava con cura le marionette; doveva ammettere che quel virus
maledetto aveva in sé qualcosa di buono di cui gli uomini avrebbero dovuto fare
tesoro quando se ne sarebbe andato!
Aveva
avvicinato gli uomini e le donne tra loro nel comune sentire della solidarietà,
aveva regalato loro il tempo per vivere la quotidianità in modo diverso e più
intimo insieme alle persone che si amano.
Più autentico
verso noi stessi che torneremo a scoprire passioni abbandonate, hobby
dimenticati, oppure, potremo inventarci nuovi giochi per rendere la vita più
leggera e, in fin dei conti, migliore. Per comprendere fino in fondo la nostra interiorità
e far volare la nostra anima più in alto.
Per scoprirsi poeti che sanno ancora
apprezzare la vita e le sue meraviglie, la natura e le sue bellezze, l’infinito
e i suoi silenzi.
SANDRA GUDDO
Marzo 2020