Proscenio, Fattitaliani intervista Lucilla Lupaioli "teatrante" con la malattia del teatro

Dall'11 al 16 febbraio 2020 all’OffOff Theatre va in scena un mondo al contrario.
L'autrice Lucilla Lupaioli da un'idea di Marco Marciani, trae spunto da questo per il testo teatrale "SIAMOTUTTIGAY", commedia che capovolge la realtà, portando in scena l'eterosessualità raccontata come un'anomalia da guardare con sospetto. In scena: Alessandro Di Marco, Lucilla Lupaioli, Antonio De Stefano, Martina Montini, Armando Quaranta e Maria Antonietta Monacelli, per la regia di Lucilla Lupaioli, intervistata da Fattitaliani per la rubrica Proscenio.
"Siamo tutti gay" in che cosa si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?
Siamotuttigay è il primo fra i miei testi che posso definire commedia. Gli altri sono più legati alla ricerca, all’esplorazione del mito, o allo sviluppo di tematiche specifiche, o ritraggono più fedelmente la realtà e quindi pur avendo alcune componenti di ironia, momenti in cui si ride, non sono mai vere e proprie commedie come questa. 
Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
La mia linea di continuità sta proprio nella volontà e nella necessità di ricercare e di crescere come essere umano e come artista. Questo mi porta a cambiare percorsi, ad affrontare tematiche diverse e anche diversi orientamenti alla scrittura e alla regia.
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
Io appartengo a quella categoria di teatranti che hanno la malattia del teatro, contagiati da qualche virus letale dalla nascita! Purtroppo ho sempre voluto lavorare nel teatro; il mio primo incontro con la magia teatrale è avvenuta quando ero molto piccola, forse 5 o 6 anni, a casa di una mia compagna di classe che aveva un salone grande diviso in due da un gradino che sembrava determinare uno spazio scenico. Lì sopra noi ci esibivamo. O guardavamo gli altri esibirsi. Ed era gioia pura, annullava le differenze, le distanze, era un luogo sicuro dalla cattiveria della realtà.
Quando scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?
Assolutamente sì. Anzi, io mi associo alla posizione del dramaturg che scrive per degli attori specifici, per una compagnia. Quando ho potuto farlo è stato un dono meraviglioso.
È successo anche che un incontro casuale ha messo in moto l'ispirazione e la scrittura?
Spesso un confronto con un collega, un amico, ha portato alla nascita di un testo. Non so se si tratta di casualità, ma sicuramente si tratta di una componente della comunicazione e del confronto con “l’altro” che trovo sempre stimolante ed essenziale. Anche nel caso di Siamotuttigay l’ispirazione viene da un’idea e da una proposta di Marco Marciani, amico e artista.
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
Il timore è che non venga rispettato il senso profondo di un testo. Io ho avuto la fortuna di vedere in scena i miei testi curati da registi verso i quali nutro fiducia e stima, dove la collaborazione è stata spesso anche l’origine del testo come in passato con Furio Andreotti e, più recentemente con Alessandro Di Marco. 
Quanto è d'accordo con la seguente citazione e perché: "Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e tre quarti teatro" di Galileo Galilei?
La preparazione secondo me è fondamentale ed è vero che la componente comunicativa ed espressiva che si ha attraverso il “fare teatro” può essere un veicolo meraviglioso e unico per insegnare. Insegno Acting da molto anni ormai e sperimento questa bellissima, creativa e costruttiva esperienza quotidianamente. 
 Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...
Più che un aforisma è una frase guida di Stanislavskij, uno dei più grandi Maestri del teatro del 900, “ama l’arte in te stesso, non te stesso nell’arte”, che accompagna ogni giorno i miei passi e nutre la mia fiducia per l’arte del lavoro dell’attore. 
Assiste sempre alla prima assoluta di un suo lavoro (se non vi recita)?
Sempre, perché è un momento magico in cui lo spettacolo viene alla luce ed è affidato agli attori e a tutto lo staff che lo porta in scena. Non è più tuo, è fuori di te, quasi come un figlio che acquista la sua autonomia e la sua libertà. E sta lì, come è, come lo hai creato ma anche diverso, ricco della vita che ora gli danno anche gli altri.
L'ultimo spettacolo visto a teatro?
Ho visto “Werther a Broadway” di Giancarlo Sepe, un bellissimo lavoro, interessante, ironico e poetico.
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo? 
Io vorrei Vittorio Gassman perché aveva profondità e sapeva essere leggero e giocoso. Perché aveva forza e sapeva essere fragile. E soprattutto perché avrei voluto dirgli e chiedergli un sacco di cose.
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Il miglior testo in assoluto cambia con gli anni, con le diverse esperienze, con le fasi della vita nelle quali ci troviamo. Per fortuna è impossibile scegliere.
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
Sono sempre molto felice se viene rilevato il valore del lavoro degli attori e sono grata per le recensioni sul testo che ne evidenziano il cuore. 
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
        Una critica non costruttiva, che non aiuta lo spettacolo a crescere. Una        critica che non dà un vero contributo, che non porta un nuovo sguardo.
Dopo la visione dello spettacolo, che Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?
Che potessero guardare a ciò che ritengono “diverso” come ad una ricchezza e ad una possibilità di conoscenza, che possano sentirsi più aperti e più includenti verso gli altri. E ovviamente che portassero a casa anche il divertimento, le risate e la gioia di andare a teatro.
C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé il significato e la storia di "Siamo tutti gay"?
Sicuramente alcuni scambi di battute ma in particolare forse i monologhi di Maggie, personaggio che è un po’ il fulcro dello spettacolo, perché sono divertenti, anche grazie al lavoro eccellente di Alessandro Di Marco che la interpreta, e rivelano il senso dello spettacolo e del fare teatro: “Ama, impara ad amare, il resto verrà da sé”. Giovanni Zambito.

LO SPETTACOLO
Che cosa succederebbe se il mondo fosse omosessuale e l'eterosessualità fosse una minoranza? La traiettoria verso la comprensione e l’unità è accessibile a tutti, perché ognuno può scoprirsi più vicino all’altro di quanto pensi, più simile o più “altro” di ciò che crede. Ridendo delle nostre umane difficoltàraccontiamo una storia “eroica” di amore, di rivelazioni, di teatro e di nuove famiglie che arricchiscono ed espandono il nostro sguardo sul mondo e sul diritto al rispetto ed alla libertàPresentata con grande successo al Todi Festival 2013, e poi a Roma al Teatro Ambra Garbatella, al Gay Village 2015 e al Teatro Lo Spazio nel 2016“Siamotuttigay” conserva ancora il potere (ora più che mai) per farci riflettere attraverso una risata. In un mondo in cui la discriminazione sembra non retrocedere ma anzi, torna alle cronache con episodi di violenza gratuita, è ancora necessario mostrare al pubblico di riconoscere e comprendere la differenza come un sinonimo di ricchezza.

SINOSSI:
Se intorno a noi fossero tutti gay come faremmo capire ai nostri familiari che ci sentiamo attratti da persone dal sesso opposto al nostro? È questa la difficile e paradossale situazione in cui si trovano i figli etero di Maggie (Alessandro Di Marco) e Tessy (Lucilla Lupaioli), coppia lesbica collaudatissima composta da una famosa attrice di teatro e la sua fidata compagna, nonché́ suo ufficio stampa. È il giorno della prima, Maggie come sempre è̀ tesa nel suo camerino e Tessy le sta accanto per rassicurarla. I loro figli (Willy – Antonio De Stefano e Sheila – Maria Antonietta Monacelli) nel frattempo sono presi dal panico, perché non sanno come affrontare il difficilissimo coming out. Decidono quindi di chiedere aiuto a Max (Armando Quaranta) il macchinista – segreto amante di Sheila - la cui eterosessualità viene tollerata solo perché ci troviamo nell'eccentrico mondo del teatro, e Lucy (Martina Montini) la sarta – segreta fidanzata di Willy. Insieme a loro trovano il coraggio di affrontare le due madri, e il camerino di Maggie diventa lo scenario di un rocambolesco ed esilarante tentativo di confessare la verità.

Il ritmo dello spettacolo segue quello della commedia degli equivoci: fraintendimenti, interruzioni, colpi di scena, rivelazioni improvvise ed happy end, ma rivedere questo schema classico alla luce del paradosso è davvero travolgente. Per accentuare e sottolineare come la diversità sia una ricchezza e come l’accettazione e l’accoglienza siano non solo azioni possibili, ma necessarie, il ruolo di Maggie viene interpretato da un attore en travestì: la coppia Maggie e Tessy è una variante di una coppia tradizionale, dove la tradizione vede un uomo accanto ad una donna, ed è al contempo, una coppia non convenzionale che aderisce al più ampio dibattito sul nuovo concetto di famiglia.  I luoghi comuni vengono ribaltati, le scene-tipo attraversate all’incontrario, e quei due poveri ragazzi eterosessuali ci spingono a riflettere sulla convenzione della morale e sul concetto di diversità̀, ma anche e soprattutto sull'identità̀ delle famiglie etero ed omosessuali. Mai prima d'ora, infatti, ci erano state mostrate famiglie gay così conservatrici e tradizionali, protettive e affettuose ma fedeli a un ruolo educativo contro cui tutti - etero e omo - ci siamo prima o poi ribellati.

«SIAMOTUTTIGAY è una commedia che rivoluziona le convenzioni dall’interno, rispecchiando con divertimento e determinazione, il nostro presente fatto di famiglie anticonvenzionali, allargate, omogenitoriali e, ciò nondimeno, famiglie», dichiara l'autrice Lucilla Lupaioli.                               

Associazione Bluestocking

presenta

SIAMOTUTTIGAY

scritto e diretto da Lucilla Lupaioli, da un'idea di Marco Marciani


con:
Alessandro Di Marco, Lucilla Lupaioli, Antonio De Stefano,
Martina Montini, Armando Quaranta Maria Antonietta Monacelli

FONICA & LUCI SIRIO LUPAIOLI | COREOGRAFIE ALBERTO BELLANDI | AIUTO REGIA GUIDO DEL VENTO |
FOTO MARCELLA CISTOLA E SIMONA CASADEI | LIGHT DESIGN GIOVANNA VENZI | SCENE E COSTUMI NICOLA CIVININI 
OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€;
Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni+39 06.89239515 offofftheatre.biglietteria@gmail.com
SITO: http://off-offtheatre.com/ - FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ - IG: https://www.instagram.com/offofftheatre/?hl=it 
Fattitaliani

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