Le scuole europee sono poco conosciute anche fra gli stessi docenti che di
volta in volta vengono distaccati dall'Italia senza alcuna informazione
adeguata.
Sono scuole frequentate per la stragrande maggioranza dai figli di chi
lavora nelle istituzioni europee e sono caratterizzate dalla presenza di più
sezioni, ciascuna delle quali rappresenta una nazione.
I nostri docenti vi insegnano grossomodo le stesse materie della cattedra
italiana con qualche adeguamento in base alle necessità.
Vogliamo però portare l'attenzione su un aspetto ben più grande, che mostra
quanto miope sia in Italia l'azione del/i nostro/i governo/i in tale
"mercato".
Si stanno aprendo infatti nuove opportunità di distacco per andare a ricoprire ruoli di responsabilità
all'interno delle scuole europee (direzione e assistente alla direzione, per
esempio), e ogni Paese può candidare due insegnanti per ogni scuola (sia
per la primaria sia per la secondaria).
L'ufficio centrale dell'organizzazione individua i posti vacanti e invita
le delegazioni di ogni Stato a presentare la candidatura di una o più persone.
Ebbene, in Italia gli inviti cadono a vuoto. Ci sono stati già episodi
in cui il nostro Paese ha ignorato queste sollecitazioni negando di fatto la
possibilità a docenti di partire o di progredire nella loro carriera
all'estero.
Perché?
1. Innanzitutto, le pratiche al Miur-Maeci si accatastano e con i
continui cambi di Ministri e relativi staff, nessuno si prende la briga di
sbrogliarne la matassa, figuriamoci se poi trattasi della lontana Unione
Europea.
2. In secondo luogo, l'atteggiamento e la mentalità di certi impiegati
-a fronte di tanti altri coscienziosi lavoratori- che probabilmente sono
invidiosi della probabile occasione per i colleghi mentre loro sono tristemente
condannati a occuparsi sempre di carte impolverate o da fotocopiare.
3. E infine, la poca lungimiranza degli investimenti. È vero che
tradizionalmente l'Italia destina le briciole a cultura e istruzione, ma qui
c'è qualcosa di più profondo e grave. In gioco c'è il mancato desiderio di
vedere l'Italia ai posti di leadership o quanto meno di rappresentanza.
Che cosa impedisce eventuali altri distacchi verso l'estero? Al ministero
nessuno sembra essere in grado in termini di incarichi, deleghe,
responsabilità, per posizione, competenze, autorità, di poter autorizzare (a
nome dell'Italia) una o più opzioni che comporterebbero l'aumento del numero di
detaché in organico, dunque un aumento di spesa. Quindi, non saranno
espresse opzioni a nome dell'Italia, e vedremo passare sotto il naso la
possibilità di aumentare il peso italiano (già ben ridotto) all'interno delle Scuole
Europee.
Dal punto di vista del Ragioniere, il discorso non fa una piega: ci sono i
soldi solo per il numero già previsto di personale distaccato.
Il problema più grave e triste è che non si va al di là delle cifre.
L'Italia non può permettersi di coprire le spese di un altro professionista
che rimpiazzi il distaccato, però di fatto continuerà in altre forme a pagare
la persona di un altro Stato per dirigere le Scuole Europee, con i contributi anche
italiani versati alla UE.
G.D.
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