Libri, Federico Larosa e il 1° romanzo "Nell'addio" frutto di esperienze personali e non. L'intervista di Fattitaliani

Amore, amicizia, sesso, paure, coming out e relazioni familiari: sono gli elementi chiave che ritroviamo nel primo romanzo di Federico Larosa "Nell'addio", la storia dell'incontro tra Edoardo e Alessandro, Merlino edizioni. Fattitaliani lo ha intervistato.

Edoardo e Alessandro sono rintracciabili in storie di persone che conosci personalmente? in che cosa ogni lettore vi si può riconoscere?
“Nell’addio” è frutto di esperienze personali e non. Penso che in ogni personaggio ci sia qualcosa di me e allo stesso tempo altro da me. I lettori mi rivelano di riconoscersi in sensazioni, emozioni ed esperienze che i protagonisti del mio libri vivono e si trovano ad affrontare.
Quanto è difficile ed eccitante scrivere, dare forma e pubblicare il primo romanzo?
Eccitante molto, difficile non saprei. Conoscevo bene la storia che dovevo raccontare, per me era tutto così chiaro che le vicende dei personaggi sono fluite con estrema naturalezza. L’eccitazione maggiore però l’ho provata dopo la pubblicazione, dopo la prima presentazione, quando ho realizzato che tutte le persone che avevano partecipato e condiviso con me quel momento così speciale stavano leggendo il libro che avevo scritto. Questo finché le stesse persone non hanno cominciato a scrivermi commenti entusiastici sul libro, questa è in definitiva la cosa più elettrizzante: sapere che le emozioni che mi hanno attraversato durante la scrittura hanno raggiunto un pubblico vasto ed eterogeneo.
La sua gestazione è durata a lungo? ricordi qualche episodio che l'ha accompagnata?
Ho impiegato circa un anno e mezzo per scriverlo. Ricordo con piacere i sopralluoghi a Città della Pieve e la visita a Piccolomini in compagnia di un’altra Giorgia. 
Hai un angolo dove ti viene più facile e scorrevole mettere per iscritto la tua ispirazione?
Ho cambiato casa durante la gestazione del libro. Nella vecchia casa scrivevo per la maggior parte del tempo alla scrivania in camera da letto, in quella nuova ho preferito il divano del soggiorno, magari sorseggiando del vino rosso e accarezzando Enea, il mio gatto. 

Come ti sei posto di fronte ai tuoi personaggi? sono cambiati nel corso della narrazione rispetto ai propositi iniziali?
Pensavo di conoscerli bene, perché la storia mi girava in testa da tanto tempo. Ho cercato semplicemente di ascoltarli, di ascoltare quello che avevano da dirmi. Non saprei dire se sono veramente cambiati nel corso della narrazione ma sicuramente mi hanno sorpreso. Giorgia, per esempio, ma anche Marcello, l’autista di autobus. 
Su quali letture e autori ti sei personalmente formato? 
Come lettore sono appassionato dei romanzi di Stephen King, non me ne perdo uno; e ho letto tutta la serie scritta da Patricia Cornwell con protagonista Kay Scarpetta che cito anche nel romanzo. A parte questi autori, mi piace leggere un po’ di tutto, non solo romanzi ma anche saggi di natura politica e filosofica, anche se confesso di avere una predilezione per i thriller, magari il mio prossimo romanzo sarà proprio un thriller! 
Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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