Intervista a Maddalena Caccavale Menza: i libri sono come figli che vanno per la loro strada

Per Fattitaliani.it Emanuela Del Zompo ha intervistato Maddalena Caccavale Menza. L'insegnante e scrittrice ci presenta il suo lavoro, le sue fonti di ispirazione, i suoi progetti...

Sono una persona curiosa della vita e desiderosa di scoprire sempre nuove cose. Ho lavorato nel campo dello spettacolo sia in televisione che come modella e ho avuto la fortuna d’interpretare un piccolo ruolo nel film di Federico Fellini “La voce della luna”. Sono laureata in Storia e critica del cinema alla Sapienza e sono dottore di ricerca in Pedagogia. Successivamente ho lavorato come giornalista a Paese Sera e ho cominciato a scrivere dei libri di cinema che mi hanno dato molte soddisfazioni in quanto hanno vinto dei premi e sono stati adottati all’Università di Roma tre con cui ho collaborato come docente universitaria per circa 15 anni.
Qual è il messaggio che vuoi diffondere con i tuoi libri?
Svolgo da tanti anni il ruolo di maestra di scuola elementare e credo –come Calvino- che tutti i bambini sono geni fino a 10 anni.
Stare con i bambini è per me una grande gioia perché mi permette di aiutarli a crescere e nello stesso tempo mi mantiene creativa come sono loro.
Inoltre i bambini sono una fonte d’ispirazione per i miei libri.
I miei libri, che non sono romanzi ma saggi, nascono dall’amore per la cultura e per l’approfondimento che c’è nello studio.
Se c’è un messaggio, che vorrei mandare con i miei libri, è lo stesso del personaggio al quale mi sono lungamente dedicata Sergio Tofano in arte Sto autore del signor Bonaventura e cioè un inno alla bellezza, all’eleganza: l’educazione al buongusto.
La difficoltà più grande di oggi per chi affronta il mestiere dello scrittore e del giornalista?
Innanzitutto la nostra società è orientata a “consumare” tutto in fretta mentre leggere un articolo o un libro richiede una riflessione che non sempre c’è da parte del lettore.
Non a caso, come dice il sociologo tedesco Bauman, noi siamo una società liquida però credo che questo mestiere abbia un privilegio grande perchéi permette di compiere un viaggio all’interno di te stessa e poi, quando i lettori ti dicono che il tuo libro o l’articolo gli è piaciuto, è veramente fantastico.
Cosa si aspettano i tuoi lettori dal tuo lavoro?
Penso si aspettino di compiere un viaggio insieme a me in un territorio inesplorato dove si usa un linguaggio chiaro (ma non banale) ed elegante che illumini un determinato argomento che di solito è di nicchia come dice mio figlio parafrasando Fiorello. Ma sono molto fiera di occuparmi di temi di nicchia.
Chi ispira il tuo lavoro?
Se ho pubblicato sei libri, che hanno riscontrato un certo successo, lo devo a mia madre saggia donna napoletana molto forte e dalla cultura popolare sterminata che, da piccola, mi raccontava delle fiabe tremende che mi facevano molta paura ma s’imprimevano nella mia mente e che, da grande, mi hanno dato l’ispirazione per i miei libri in particolare per Parole e cartoons sul cinema d’animazione e il linguaggio delle fiabe e che purtroppo da tanti anni non c’è più. Poi ringrazio un’altra persona scomparsa e cioè il Professor Aldo Musacchio, personaggio molto importante illustre sociologo e docente universitario, per me amico prezioso e maestro di scrittura che mi ha incoraggiato su questa strada.
Grazie a loro sono diventata quello che sono.
I libri cosa rappresentano per te?
Sono come dei figli tutti amati che, poi quando vengono pubblicati, vanno un po’ per la loro strada e tu non puoi fare altro che guardarli da lontano.
Ho la fortuna di avere due figli molto in gamba e determinati: un ragazzo Matteo di 23 anni che si sta laureando in antropologia culturale e che poi vorrà fare la magistrale a Bologna e diventare ricercatore e Irene, studentessa di biologia all’Università di Viterbo, che sogna di fare la biologa nutrizionista. Li ho cresciuti con tanto amore ma adesso mi devo fare da parte per permettergli di costruire il proprio futuro. La stessa cosa avviene con i libri.
Prossimi progetti...
C’è un progetto che mi piacerebbe realizzare ed è quello di dedicare un libro alla grande attrice e amica Milena Vukotic ma lei non vuole essere celebrata quindi è fuori discussione.
Mi piacerebbe inoltre completare il saggio “Il viaggiatore dell’anima” che riguarda il regista turco naturalizzato italiano Ferzan Ozpetek. Spero di realizzarlo.
Vorrei ringraziare la giornalista Emanuela Del Zompo per queste domande che mi hanno permesso di mettere in luce degli aspetti del mio lavoro poco conosciuti.
Fattitaliani

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