Blu
Stanzessere,
romanzo di Roberta Zanzonico, è un breve racconto che ruota intorno al tema
della memoria.
Il protagonista, uomo senza nome e privo di ricordi, si
risveglia in un luogo indefinito, sospeso in mezzo al mare. A guidarlo lungo
una serie di corridoi che sembrano non portare a niente, è un Guardiano dai
modi bruschi e violenti. Da lui il protagonista viene condotto in diversi
Stanzessere, luoghi misteriosi della memoria, incastri spazio-temporali in cui
sono intrappolate alcune donne, incapaci di liberare se stesse dal dolore di un
ricordo, dalla tristezza di un addio, da un momento della vita che continuano a
rivivere giorno per giorno, ripetendo gli stessi discorsi, riascoltando le
stesse note, riproponendo ai propri sensi le stesse identiche emozioni. 
In
questa esperienza extrasensoriale, in un contatto così ravvicinato con le
memorie altrui, il protagonista comprende lentamente l’essenza dell’amore,
unico sentimento in grado di resistere a qualsiasi forma di amnesia e unica via
d’uscita dal labirinto costituito dai frammenti del tempo passato. A differenza
del Guardiano, egli sa di poter rimediare al dolore causato dal cortocircuito
temporale, sa che un’accurata riscrittura della storia potrebbe ricomporre i
pezzi di quelle personalità frantumate, sa che un finale diverso presuppone
sempre un diverso inizio.
Alla
fine di questo viaggio, in preda ad un’allucinazione che sembra avvicinarsi
sempre più alla realtà, il protagonista si scopre parte di quel mondo vibrante,
parte dei ricordi infiniti che si rigenerano ogni notte, delle sensazioni
estreme come il freddo che uccide e il blu che inghiotte, del viaggio stesso
che si compie al suo interno, in un luogo più profondo del mare stesso, in cui
si può scomparire e riemergere, seguendo il movimento delle onde, seguendo la
luce, seguendo il blu e tutte le sue più intense sfumature.
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