Sabato
21 settembre ore 21 presso il Barnum Seminteatro “SCRITTURARTI IN SCENA” Testi
di Fabrizio Belli, Riccardo Centola e Elisabetta Ruffolo.
Elisabetta
Ruffolo lascia gli studi di giurisprudenza per iscriversi ad una Scuola di
giornalismo e comunicazione televisiva e subito dopo comincia a collaborare per
varie testate e con la Rai Regione Calabria con un contratto a termine come
Autrice testi radiofonica.
Caparbia com’è, dopo molti anni decide di finire gli studi di Giurisprudenza con
una Tesi sui “Profili Costituzionali del Diritto di Cronaca” e per un decennio
porta avanti la professione di Avvocato. Ad un certo punto si sente a un bivio
e decide di fare una scelta. Abbandona la professione e decide di scrivere
“perché nella vita si deve essere felici”.
Come
nasce l‘idea di seguire un corso di scrittura teatrale?
Ho letto su Facebook del Corso, l’anno scorso avevo
frequentato un paio di lezioni del Corso di Regia ma ero impegnata su altre
cose e avevo deciso di lasciar perdere.
Alla prima lezione eri più curiosa o
spaventata?
Essere curiosa è nella mia natura ma dopo un po’ di lezioni ero
quasi spaventata. Scrivendo di spettacoli teatrali, pensavo fosse facile
scrivere un testo, invece non lo era affatto. Avrei voluto mollare ad ogni lezione.
Cosa ti ha spinto ad andare avanti?
Un
po’ la mia caparbietà calabra ma anche Gabriele Mazzucco che teneva il corso,
mi ha sempre incoraggiato a non mollare. In ultimo ma non secondario ero rapita
da ciò che scriveva il mio compagno di corso e sapevo che non l’avrei mai
potuto eguagliare, non volevo neanche provarci, ne sarei uscita comunque
sconfitta!
Cosa porti in scena?
Un caso di
Cronaca Giudiziaria che avevo già trattato nella Tesi della Scuola Superiore di
Giornalismo e della Comunicazione Televisiva e successivamente in un articolo
su Cosmopolitan.
La storia di Lidia Cirillo che uccise un Capitano del Contingente inglese che
l’aveva sedotta e abbandonata.
Per l’articolo su Cosmopolitan ebbi la fortuna di rintracciare l’Avvocato che
l’aveva difesa al processo che mi fece entrare nella storia!
Cosa ti aspetti dal pubblico in sala?
Applausi o fischi a seconda di quello che merito… Soprattutto che siano sinceri
nel giudizio senza nessuna remora!
Da spettatore che voto ti daresti?
Questa è una domanda molto difficile che non farei mai ad un intervistato che
ancora non conosce la messa in scena ma che si fida ciecamente di Gabriele
Mazzucco che cura la Regia.