Giacomo Lariccia, concerto a Bruxelles il 21 settembre: tornare in Italia? al momento non ci sono i presupposti. L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani
Fattitaliani torna a intervistare Giacomo Lariccia, il musicista cantautore che da anni vive e lavora a Bruxelles. Il prossimo sabato 21 settembre si esibirà dal vivo  al Centro Culturale DeMaalbeek (Rue du Cornet 97 1040 - Etterbeek -  MAPPA). 

I biglietti si possono prendere QUI, ESCLUSIVAMENTE ONLINEIngresso semplice (17€) o ingresso alcolico (20€). Ad aprire il concerto Marta de Lluvia, una cantautrice di Recanati, finalista nel 2019 alla Targa Tenco per la miglior opera prima (Guarda il brano che ha vinto il premio Bianca D'Aponte 2017 QUI). A suonare con Lariccia ci saranno Marco Locurcio, Samuel Rafalowicz, Nicola Lancerottie e Kwame Natural Power alle percussioni.

Per il cantautore Bruxelles è il luogo che da diversi anni chiama "casa". Una città come ce ne sono poche al mondo, che ha amato fin dal primo giorno: "una città di tutti e di nessuno". L'intervista.
A che punto della tua carriera si situa questo concerto?
È un momento di passaggio, una transizione. Siamo alla fine della vita di Ricostruire, il mio ultimo disco, e stiamo registrando il nuovo. Abbiamo quindi tutta l'esperienza dei concerti fatti in giro per il mondo con questo disco e queste canzoni e sentiamo l'emozione e la responsabilità del nuovo lavoro che sta per nascere. Un bel momento, direi.
Che cosa prevede la scaletta?
La scaletta sarà fortemente influenzata dal mio ultimo singolo, La mano di un vecchio e dalle sue sonorità afro. Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a collaborare con diversi musicisti africani che hanno aggiunto alle mie canzoni una bellissima energia e su questa linea voglio continuare.
Ci dici qualcosa su "La mano di un vecchio"?
La mano di un vecchio è una canzone che abbiamo potuto rilavorare per far uscire il videoclip. Abbiamo aggiunto un tocco di Africa nei suoni e nelle immagini. Il videoclip è stato girato interemente a Matongé il quartiere africano di Bruxelles con attori e attrici della Costa d'Avorio, del Sud Africa. Per le registrazioni abbiamo chiamato musicisti e cantanti del Congo e del Senegal. La canzone italiana abbraccia tutte queste lingue e questi colori. Trovo che sia un bel segno di apertura a quanto di meglio il mondo abbia da offrire. D'altronde la musica, il ritmo nasce proprio in quell'enorme e ricchissimo continente che è l'Africa.
Quando tornerai definivitamente in Italia? Ci tornerai?
Per ora, quello di lasciare Bruxelles resta un sogno ricorrente ma non un piano concreto. Ogni inverno, con il freddo e il buio che contraddistinguono diversi mesi qui in Belgio facciamo piani per andare a vivere in un posto più caldo.
Ammetto che se da un lato mi piacerebbe tornare a vivere in Italia allo stesso tempo non credo che, per come stanno le cose adesso, l’Italia sarebbe il paese migliore in cui spostarsi, per lo meno per me. È vero che il paese perfetto non esiste e che alla fine ogni luogo offre aspetti positivi e negativi ma per il momento non ci sono i presupposti per tornare in Italia.  

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