Sarà nelle sale da domani, distribuito da 01 “Tutta un’altra vita” con
Enrico Brignano, Ilaria Spada, Paola Minaccioni, Maurizio Lombardi, Monica
Vallerini, Daniela Terreri, Gabriele Lustri, Giordano di Cola, Rossella
Brescia, Paolo Sassanelli e Giorgio Colangeli. Regia di Alessandro Pondi. Una classica Commedia all’italiana che ricorda
quelle di Monicelli e di Germi con riferimenti a tanti film di Alberto Sordi.
Un tema molto caro al regista è l’identità. Guardando la società di oggi ci si
chiede se è più essere o apparire? Forse più la seconda, chi di noi non ha mai
sognato di vivere un’altra vita? Ad un certo punto, i sogni è meglio lasciarli
dove stanno o viverli?
Gianni (Enrico Brignano), un tassista romano decide di viverli e quando una
coppia in partenza per le Maldive dimentica le chiavi nel Taxi, lui ne
approfitta per appropriarsi non solo della casa ma anche della loro vita. Da
uomo qualunque crede che rubare la vita di qualcun altro per dare una scossa
alla propria possa aiutare il destino a cambiare le carte, così finisce in una
serie di situazioni che avrebbe potuto solo immaginare.
A casa lo aspetta la moglie Lorella (una straordinaria Paola Minaccioni) alla
quale racconta di infiniti turni col taxi per aiutare un collega in difficoltà.
Tema centrale è non solo la sottrazione dell’identità ma anche le problematiche
della vita di coppia!
Grande Cast, testo ben scritto (Alessandro Pondi, Paolo Logli, Riccardo Irrera
e Mauro Graiani), approfondimento dei personaggi in cui chiunque può ritrovare
i propri desideri e i propri sogni. Fattitaliani.it ha intervistato Paola
Minaccioni.
Il tuo
personaggio all’inizio è molto ilare poi diventa malinconico. Qual è la parte
più difficile?
Non c’è una parte più difficile perché
il personaggio è scritto bene e quando sai il perché e cosa sta vivendo il
personaggio, tutto è possibile. In un film comico vestito da Commedia è
complicato trovare la cifra giusta sia per il comico che per le parti più autentiche.
Bisogna dare la verità alle parti comiche e un po’ di sostegno a quelle
drammatiche per fare lo stesso Film, altrimenti potrebbe essere che all’inizio
fai un genere e nella seconda parte il personaggio sembra completamente fuori
dal Film. Tenere il registro giusto è stato possibile soprattutto grazie alla
direzione di Alessandro Pondi perché abbiamo lavorato e approfondito tute le
dinamiche del personaggio. In un Film che è una commedia credo che la
difficoltà possa essere quella.
con Ilaria Spada e Alessandro Pondi |
Dire una bugia a fin di bene è sempre una
bugia. Quanto è vero?
Ho molta fiducia nelle bugie, non sono una grande
bugiarda ma con l’esperienza e con gli anni ho imparato che a volte la verità è
molto distruttiva. Bisogna trovare il modo e il momento per dire la verità.
È meglio credere in un colpo di fortuna,
sfidare la Dea bendata oppure sognare una vita in vacanza?
In tutti e tre i
dati comunque ti affidi al Fato, io credo nelle azioni e nel fatto che le cose
belle bisogna andare a prendersele. Non bisogna aspettare la fortuna perché
arriva quando vai a prenderla.
Quando hai iniziato il lavoro di
attrice, cosa vedevi nel tuo futuro?
All’inizio vedevo solo la possibilità di essere amata, di sfogarmi, di trovare
me stessa, sapere che cosa ero. Adesso credo di sapere cosa sono e spero di
esplorare meglio tutte le possibilità che mi offre il mio lavoro.
Cosa hai portato di tuo in questo
personaggio?
Tutto, ci ho messo gli occhi, il naso, la bocca, la voce,
tutte le esperienze dei miei traumi in amore, le mie stranezze, le mie nevrosi.
Ci ho messo tutto! In poche parole una
Paola Minaccioni sul grande schermo. È una parte di Paola Minaccioni
mixata! Diciamo che abbiamo dato a Lorella l’anima di Paola Minaccioni.
Elisabetta Ruffolo