Amsterdam, grande successo per Pagliacci - Cavalleria Rusticana di Robert Carsen-Lorenzo Viotti. La recensione

Fattitaliani
Il dittico Pagliacci e Cavalleria Rusticana per tradizione oramai viene proposto congiuntamente ed è oramai comune anche la scelta dei registi di metterle in connessione nella narrazione.
Alla Dutch National Opera di Amsterdam all'inizio della seconda rappresentazione, ritroviamo fissi come ritratti in una foto o in un quadro Canio (Brandon Jovanovich) e le due vittime, circondati dal pubblico che è accorso a vedere da vicino come la resa teatrale si sia trasformata in tragica realtà.
Brandon Jovanovich
Oltre a ciò, di questa bella e applauditissima produzione sono parecchi gli elementi che resteranno nella mente e nel cuore degli spettatori grazie alla concezione meta-teatrale del regista canadese Robert Carsen, il quale è partito dalla scelta di evitare i cliché che accompagnano sovente le due opere: né commedia dell'arte in Pagliacci, né coloritura locale in Cavalleria Rusticana, decisioni suffagrate dalla scenografia di Radu Boruzescu.
A cominciare dalla musica: la direzione del M° Lorenzo Viotti (foto sopra) non ha rivelato per l'intera durata un solo labile segno di cedimento o stanchezza. I vari momenti, drammatici, sentimentali, vivaci, riflessivi sono stati eseguiti e donati al pubblico in maniera impeccabile, anche e soprattutto laddove la scena appare semivuota e lo svolgimento dei fatti rallentato.
Il coro di una bravura disarmante, di una flessibilità encomiabile: si è prestato con generosità a fare da pubblico, attore e persino da elemento scenografico. Il Maestro Ching-Lien Wu in una scena lo ha pure diretto sul palco e con un cenno ha ribadito alla povera Santuzza la sua condizione di disonorata e scomunicata.
Brian Jagde (Turiddu)
Gli artisti hanno gareggiato in bravura e immedesimazione: sin dal Prologo (Gevorg Hakobyan, Alfio in Cavalleria) si è subito intuito il livello delle interpretazioni.
Mai visto una resa così sensuale nel camerino di Pagliacci fra Nedda (Ailyn Pérez) e Silvio (Mattia Olivieri), grazie a una voce chiara e limpida e una fisicità notevole. Roman Burdenko ha dato vita a un Tonio splendido e spregevole. Divertentissima e ben giocata la scena fra Colombina/Nedda e un palestrato Arlecchino/Peppe (il fantastico Marco Ciaponi).
Anita Rachvelishvili (Santuzza)
Memorabile in Cavalleria, dopo "hanno ammazzato compare Turiddu", l'effetto del sipario che veniva giù col suo rosso intenso a ritmo della musica drammatica del finale. Così pure la trovata della parete specchio sullo sfondo che raddoppiava l'effetto della scenografia e delle presenze in scena, dando poi anche al pubblico di vedersi riflesso.
Una messa in scena premiata dal coinvolgimento e dai tanti tantissimi applausi riservati a tutti gli artisti, meritatamente. Giovanni Zambito.
Foto scena: © De Nationale Opera / foto BAUS

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