Antonella Giustizieri, Book Blogger fondatrice di “My library Blog” … «Tutti oggi vogliono fare gli scrittori, ma pochi leggono». Intervista di Andrea Giostra.
Ciao Antonella, benvenuta e grazie per
la tua disponibilità. Sei una nota Book Blogger nei vari social, fondatore e
gestore di “My library blog” che conta oltre 100 mila follower. Come ti
vuoi presentare ai nostri lettori?
Grazie a te per l’interesse nei
miei confronti. Sono una lettrice appassionata, questo è quanto mi preme sottolineare.
E credo fermamente che la cultura, i libri, la lettura, siano alla base di una
società civile e siano perciò indispensabili. Condividere questa passione è un
modo di contribuire al proprio e all’altrui benessere, è un modo per
confrontarsi, scambiare opinioni, fare comunità.
Chi è Giustizieri sui social e
nel mondo virtuale dei lettori e degli appassionati dell’arte della scrittura e
della lettura?
Rispondo
dicendo quello che mi auguro di essere, cioè una lettrice attenta alla quale
fare riferimento in tema di libri, libera nella scelta e nella condivisione
della propria opinione, non legata a logiche di mercato, ma sinceramente
protesa alla promozione delle “buone” letture.
Vuoi per favore descrivere ai
nostri lettori questa nuova figura del cosiddetto Book Blogger? Una sorta di
Influencer del mondo letterario. Chi è, cosa fa e come si diventa Book Blogger?
Il book blogger è una persona che ama i libri e ama condividere questa sua
passione. Non mi piace l’espressione “influencer” perché ho sempre pensato che
influenzare gli altri non sia qualcosa di positivo. Penso che sia invece più
importante incentivare lo spirito critico di qualcuno. Detto questo, al di là
della questione terminologica, come bookblogger fornisco un’opinione su
ciò che apprezzo o che non apprezzo. Ci sono così tanti libri in circolazione!
Tutti oggi vogliono fare gli scrittori, ma pochi leggono. Ed è per questo che è
difficile orientarsi nel panorama letterario attuale. Si rischia di scegliere
solo libri in classifica, ignorando quelli che non ci arriveranno mai, in
classifica, ma che possiedono scrittura e storia incantevoli. O si rischia di
scegliere titoli solo di grandi case editrici senza prendere in considerazione
veri e propri gioielli, ma pubblicati da piccoli editori. Sono convinta che chi
dice di essere una persona a cui non piace leggere, il più delle volte, non
abbia semplicemente trovato le storie giuste. Il book blogger può effettuare
una sorta di filtro e può facilitare in questo modo la scelta.
Qual è il percorso che tu hai
seguito per arrivare ad avere così tanti lettori virtuali?
Ho cominciato a scrivere online nel lontano 2006, dopo aver creato
il mio blog www.my-libraryblog.com. In quel periodo il mondo dei social network era agli albori ed era
proprio il blog a raccogliere comunità di persone con i medesimi interessi.
Attraverso le pubblicazioni di contenuti e i commenti degli appassionati, sono
riuscita a raccogliere intorno a me un considerevole numero di lettori. Allora
lavoravo per una conosciuta multinazionale e il tempo per questa mia passione
era veramente ridotto. Così ad un certo punto ho dovuto mettere da parte la
cura del blog, mai invece accantonata la lettura. Soltanto nel 2017 sono
riuscita a riprendere questo progetto e ad occuparmi del sito web, creando
anche la pagina Facebook che ne promuove i contenuti. È fondamentale essere
costanti, leggere e confrontare, documentarsi e postare contenuti mai banali.
Ma anche la qualità delle foto, gli orari di pubblicazione, la messa in
evidenza dei post che riteniamo possano interessare maggiormente, sono tutti
elementi che concorrono ad incrementare la community di lettori. Più di ogni
altra cosa bisogna credere nel valore della promozione della lettura, per lo
meno per quel che mi riguarda.
Due estati fa ho
scritto un breve articolo sulla nuova figura professionale dell’Influencer del
Ventunesimo secolo. Secondo me, l’aspetto più interessante e originale di
questa nuova figura professionale è quello che ho descritto con queste parole: «L’Influencer di successo, non si limita a scrivere e
postare le sue foto e i suoi scritti. Intrattiene con i suoi follower un vero e
proprio confronto virtuale fatto di consigli, di scambi di opinioni, di
recensioni sul prodotto acquistato e provato, di tutti quelli che sono e sono
stati i vantaggi e gli svantaggi dell’esperienza commerciale, professionale,
amatoriale del prodotto acquistato o da acquistare (per prodotto si intende sia
quello materiale che quello immateriale). Questo interessante elemento di
confronto diretto, in realtà, è la componente che fa la differenza con la
pubblicità tradizionale unidirezionale: “ti
dico io cosa acquistare perché quello che promuovo è il meglio per te che
esiste sul mercato!” Nell’incontro virtuale tra l’Influencer e il suo
follower, il rapporto evolve in:
“decidiamo insieme cosa devi acquistare in base ai tuoi peculiari bisogni
perché quello di cui discuteremo alla fine sarà il meglio che potrai trovare
sul mercato!”». Qual
è la tua posizione quale “Influencer-Book Blogger” rispetto a quello che
descrivo a proposito del mondo della letteratura? Come ci si relazione con i
propri follower che vogliono essere consigliati su quali libri acquistare e su
quali autori sconosciuti al grande pubblico leggere?
Sicuramente il rapporto tra book blogger e follower
è attivo, vitale, bidirezionale. E si differenzia nettamente dalla pubblicità
tradizionale, che crea un rapporto unicamente passivo, come tu hai ben
evidenziato. È come se dicessi: “Ho
letto questo libro e l’ho trovato bellissimo; leggilo anche tu e, se ti va,
dimmi cosa ne pensi”. È in sostanza un dialogo finalizzato anche a
conoscere i gusti letterari del follower. Scegliere un libro non è qualcosa di
immediato come quando si va ad acquistare un vestito o un qualsiasi altro
accessorio. Un libro è più che uno scrigno. Non solo lo devi aprire, ma ci devi
guardare bene dentro e capire se tutto quello che sembra brillare, ha un valore
vero, per lo meno per te.
Quali sono secondo te le
caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per
essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle?
Uno scrittore deve avere qualcosa da dire, deve avere delle storie da
raccontare, deve suscitare emozioni e riflessioni e deve aver il talento della
comunicazione, della narrazione. Non deve fornire risposte, non deve risolvere
problemi esistenziali, deve dare qualcosa in cui anche gli altri si possano
riconoscere. Mi viene in mente Pietro Citati quando diceva: «Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo,
c'è una frase scritta apposta per noi.» È questo saper scrivere qualcosa in cui
il lettore si identifica, da cui scaturisce la riflessione di non essere soli e
un senso di appartenenza, che fa dell’autore di un libro un vero e proprio
scrittore.
Perché secondo te oggi è
importante scrivere, raccontare con la scrittura?
Perché l’esigenza di leggere o ascoltare storie è qualcosa di insito nella
natura umana. Noi siamo storie, anzi siamo universi di storie. I libri ci
svelano agli altri, ma anche a noi stessi. I libri spalancano porte, abbattono
muri, permettono di oltrepassare confini. E tutti noi abbiamo un disperato
bisogno di questo.
Quali sono
gli autori che ami di più, che hai letto da ragazza, che ti hanno formato e che
leggi ancora oggi?
Italo
Calvino è
stato il mio faro per molto tempo. Il barone
rampante, Il visconte
dimezzato e Il
cavaliere inesistente, confluiti ne “I nostri antenati”, sono state letture per me molto significative.
Ma prima ancora mi hanno affascinato le avventure di Salgari e Jules Verne. Verso la fine del liceo ho scoperto Cesare
Pavese, Elsa
Morante e Natalia
Ginzburg. Li
rileggo ancora.
Vuoi
segnalare ai nostri lettori qualcuno degli autori contemporanei che vale la
pena di leggere?
Ho letto un bellissimo esordio nella narrativa di
Eleonora
Marangoni con “Lux” e adesso sono alle prese con un altro esordio
che sembra promettere molto bene, “Benevolenza
cosmica” di Fabio Bacà. E poi, solo per citarne alcuni, Anna Luisa
Pignatelli, Roberto
Cotroneo, Donatella
di Pietrantonio, Nadia
Terranova.
Chi sono
secondo te tre autori ancora sconosciuti al grande pubblico di cui sentiremo
parlare nei prossimi anni?
Me ne vengono in mente due che non sono
sconosciuti, ma che meriterebbero di ampliare di gran lunga il loro pubblico.
Sto parlando di Francesco Borrasso e Angelo Di
Liberto. Del primo
“La bambina
celeste”, pubblicato nel 2016 da Ad est dell’equatore, affronta un tema delicato come la perdita di un
figlio. Invece, sempre di Borrasso, la raccolta di racconti dal titolo “Storia dei
miei fantasmi”, pubblicato da Caffèorchidea, traccia una sorta di mappa dei legami,
un carteggio dei rapporti umani e delle loro imperfezioni. Angelo Di Liberto
in “Confessione di un amore ambiguo” ha invece riunito con
sapienza le caratteristiche di un giallo raffinato, di una storia d’amore
sensuale e di un enigma inquietante.
In Italia si pubblicano ogni
anno circa 70 mila nuovi titoli, la media ponderata di vendita di ogni nuovo
titolo è di circa 50 copie, mentre chi legge effettivamente l’opera letteraria
acquistata non supera il 10%, il che vuol dire che delle 50 copia vendute solo
5 copie vengono effettivamente lette da chi acquista in libreria o nei
distributori online. Partendo da questo dato numerico, che per certi versi fa
impressione e ci dice chiaramente che in Italia non si legge o si legge pochissimo,
secondo te cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Cosa
dovrebbero fare gli editori, gli autori e le nuove figure quali quelle dei Book
Blogger come te per far aumentare il numero dei lettori e degli appassionati ai
racconti e alle storie da leggere?
Partire dalle scuole e investire
in progetti di promozione della lettura, con attività curricolari ed extra
curricolari. Implementare le biblioteche scolastiche e farle funzionare
davvero. E poi laboratori e giochi che siano in grado di “istigare” alla
lettura ponendo in risalto il suo aspetto ludico. Di fondamentale importanza,
secondo me, è coinvolgere anche le periferie di paesi e città, creando degli
spazi di lettura nelle piazze, nei giardini pubblici, dove chiunque, adulto o
piccino, possa avvicinarsi e ascoltare.
A cosa stai lavorando adesso?
Sto cercando di implementare la sezione di My library riguardante i
libri per ragazzi e di creare quella di saggistica. Ma soprattutto, avendo
creato da poco My library Puglia, sto lavorando alla nuova pagina e alla
creazione dei suoi contenuti. Sarà uno spazio dedicato alla promozione di
eventi, mostre, festival letterari, libri, scrittori legati alla Puglia, etc.…
Sarà anche questa una bella sfida!
Quali sono i tuoi prossimi progetti
e i tuoi prossimi appuntamenti? Dove potranno seguirti i nostri lettori?
Sto seguendo il Salento Book Festival di cui sono partner in
comunicazione. Questo Festival è un bellissimo esempio di come la
collaborazione tra comuni, sei in tutto tra cui Aradeo, il mio paese,
possa essere l’elemento vincente per coinvolgere un pubblico di lettori più
ampio. In un territorio come il tacco d’Italia in cui statisticamente l’indice
di abitudine alla lettura è tra i più bassi, se non il più basso, questa
coesione, questa unione di intenti, mi sembra possa essere la carta vincente.
Un’ultima domanda Antonella.
Immaginiamo che tu sia stata inviata in una scuola media superiore a tenere una
conferenza sulla scrittura e sulla narrativa in generale, alla quale partecipano
tutti gli alunni di quella scuola. Lo scopo è quello di interessare e intrigare
quegli adolescenti all’arte dello scrivere e alla lettura. Cosa diresti loro
per appassionarli a quest’arte e catturare la loro attenzione? E quali le tre
cose più importanti che secondo te andrebbero dette ai ragazzi di oggi sulla
lettura e sulla scrittura?
Credo che sia necessario
sradicare la convinzione che la lettura sia qualcosa di riferibile unicamente
alla persona schiva e solitaria, a quella persona che qualcuno chiama “topo di
biblioteca”. Ai ragazzi direi che sebbene l’atto di leggere sia un atto
solitario, tutto quello che scaturisce dalla lettura è condivisione, è gioia, è
divertimento. I lettori sono persone speciali, che si interrogano, che guardano
al di là di ciò che appare, che credono nel potere delle parole. Leggere
significa aprirsi, significa uscire dal proprio mondo ed entrare in quello
altrui, e questo aiuta a comprendere sia il nostro, di mondo, che quello
altrui. Leggere è conoscere, è viaggiare pur rimanendo nello stesso luogo, è
spalancare gli orizzonti. Leggere è guardare con occhi nuovi ciò che ci
circonda, è un costante allenamento dello sguardo.
Antonella
Giustizieri
Andrea
Giostra
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