Il cantautore Seby Mangiameli: la world music è innanzi tutto un incontro tra popoli. L'intervista

di Ester M. Campese - Abbiamo incontrato per l’intervista di oggi il cantautore siciliano Seby Mangiameli, che è tra l’altro il fondatore, insieme al pianista jazz Piergiorgio Monaco, dei Tedranura.
Nelle risonanze acustiche di questo musicista possiamo senz’altro apprezzare la sua radice mediterranea accompagnata significativamente da testi impegnati ed intensi che trasportano l’ascoltatore in un affascinante viaggio, proprio quello che Seby Mangiameli ci propone, anche discograficamente. Prossima infatti l’uscita del suo ultimo CD “Il Viaggio”, ma non anticipiamo troppo e conosciamo più da vicino questo artista.
Ben trovato Seby, grazie per la tua disponibilità per questa intervista. Tu sei un musicista che fa la world musicin italiano musica del mondoche cos'è per te?
Grazie a Voi per l’invito. Che dire, per risponderti devo ammettere che per me la world music è innanzi tutto un incontro tra popoli. Un modo per “ritrovare” anche terre dove non sono mai stato, ma che immagino ed in cui riesco ad immedesimarmi perfettamente. Probabilmente abitando in una terra che è stata dominata da una moltitudine di popoli, dagli arabi agli spagnoli, noi siciliani in particolare, abbiamo nel sangue questa lunga storia che ci viene da molto lontano. Per noi artisti poi risulta ancor più facile “leggere” e percepire queste atmosfere ataviche e dunque comporre brani con influenze che la musica mediterranea ha in sé. Poi c’è qualcosa che reputo ancora più importante della tecnica ed è l’ascolto ed il cosiddetto orecchio. Basta un fraseggio sbagliato, a volte, per rovinare un brano. Molti dei pezzi che ho composto hanno anche influenze di musiche argentine o balcaniche, luoghi che effettivamente non ho mai visitato, ma amando anche questo genere musicale l’ho lungamente ascoltato, il che mi ha portato a comporre brani con tali influenze.
Ci racconti come hai iniziato a suonare?
Ho iniziato nell’età dell’adolescenza e verso i 14 anni ho cominciato a provare i primi accordi poi sono passati degli anni ho avuto il primo maestro davvero per me importante che mi ha influenzato con il genere musicale della “bossa nova” con quei magnifici sound del sud America, che trae origine dal samba, ma mi ha anche introdotto alla musica andalusa quella nata nella Spagna Islamica ma che ha molte commistioni moresche associate alle musiche marocchine, dell’Algeria, della Tunisia. Già da piccolo intrapresi dunque questo magnifico viaggio tra le sonorità e attraverso la musica. Successivamente feci un incontra altrettanto importante, con Claudio Cusmano, che mi ha tramesso non solo insegnamenti inerenti la musica, ma anche di vita. Rammento che fu proprio lui ad indirizzarmi verso quella che poi è stata la mia vera scelta e non solo a fare lo strumentista, mia prima preferenza, che prevede profonda conoscenza e molta tecnica. Come strumentista provavo e provavo, anche dieci ore consecutive, per studiare ed acquisire la tecnica. Poi su suggerimento di Claudio iniziai anche a scrivere testi e musica per cui intrapresi la strada del cantautore scoprendola più congeniale per me.  
Ti ricordi l’emozione di quando hai scritto la prima canzone?
Assolutamente sì. È stato un momento ed un’emozione meravigliosa, grande ed indelebile, che ricordo con gioia. Il primo brano che scrissi era in dialetto siciliano in un momento non troppo bello, ma già il titolo racconta un po’ di me. Il brano è “Tuttu passa” e scriverlo mi aiutò anche a superare quel momento. Quando poi realizzai la musica e la cantai era come sentire di aver creato qualcosa di bello per davvero. Questo mi regalò un’emozione quasi come l’avere un figlio che poi lasci andare per farlo vivere di vita propria. Ancora oggi quando compongo una canzone e poi la canto non so descrivere, e non ha prezzo, l’emozione grande che provo talvolta fino quasi a commuovermi. E’ allora che sento che può arrivare anche agli altri e la propongo al pubblico.
C’è una tua canzone che ti rappresenta più di altre?
Si certo c’è, quella a cui sono molto legato e che mi rappresenta è proprio “il viaggio” un brano che da anche il titolo all’ultimo mio CD in prossima uscita. Per ogni artista, ma in fondo per tutti, vale la regola che più tempo passa e più si matura diventando maggiormente consapevoli. Così siamo anche in grado di trasferire qualcosa di più anche agli altri. Nel testo de “il viaggio” e nella musica, ritrovo molto di me stesso, ci sono diverse tracce autobiografiche.
E invece ci dici un verso di una tua canzone che più ti racconta?
Te ne voglio dire due. Il primo è incluso ne “il viaggio” e dice “Per cento terre ho camminato senza mai toccare il suolo”. Questo perché sono un idealista, un sognatore/razionale. Il secondo verso che mi racconta è incluso nel pezzo “Con gli occhi da bambino”  che ho scritto molti anni fa, ed in cui non parlo non solo di me, ma anche di persone che vogliono, che credono ed hanno speranza in un mondo diverso e migliore di quello di oggi che spesso invece ci fa male. Questo è il verso che amo di più “Con gli occhi da bambino, guardare la luna da bambino e poi credere che camminando lei ti corra dietro”, e ancora nel ritornello “ma vorrei gli occhi da bambino per non vedere anziani scalzi scappare da strade infuocate, donne con addosso bambini morire ogni giorno in mare, bombe per aria sfiorare celi stellati” …
Seby se avessi a tua disposizione una sola parola per descriverti, come ti definiresti?
Sono un compositore di testi e musica, come faccio con una sola parola? Vediamo, ti posso dire che sono un artista molto sensibile ma uso molto anche la ragione e medio tra sensibilità e razionalità per cui ne uso tre: esistenzialista, umanista, illuminista. Questo mio essere lo traduco in musica e brani. Amo molto il contatto con il pubblico e desidero invitarlo a proseguire “il viaggio” offrendo, nei miei concerti o a chi mi ascolta, anche spunti di riflessione attraverso le storie che con la musica racconto, narrando della nostra società.
Appuntamento dunque con Seby Mangiameli a luglio con il CD “Il Viaggio”.
Desidero solo rammentare che il CD “Il viaggio” è stato realizzato con il mio amico Giuseppe Matarazzo e che dopo l’uscita di luglio saremo impegnati in un tour nazionale con diversi concerti che toccheranno molte città italiane.
Fattitaliani

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