di Laura Gorini - Ciò
che veramente conta nella vita, libertà interiore e intellettuale,
rispetto, autonomia, ricerca continua del bene soggettivo e
collettivo non sono valori che puoi aspettarti dagli altri
Risale al 2017 “Anima e Dintorni” il più recente
romanzo della scrittrice, nata in Belgio ma da moltissimi anni ormai
residente a Treviso, Roberta Sorgato.
Ex insegnante, ha pubblicato inoltre altri due testi per
adulti quali i romanzi “La Casa del Padre” e “Cuori Nel Pozzo”,
mentre per i ragazzi ha dato alle stampe “Una Storia tutta Pepe”
e “All'Ombra Del Castello”.
La Sorgato ci ha raccontato in questa bella
chiacchierata di come sia nato il suo amore per la Scrittura e per la
Letteratura.
Tu sei un ex
insegnante... Che ricordi hai del periodo del tuo insegnamento?
Ho iniziato
a insegnare prestissimo, mentre ero ancora iscritta presso
l’Università di Padova, alla facoltà di Magistero.
Quindi, si
può dire, che tutta la mia vita sia trascorsa tra i banchi di
scuola: ho solo cambiato posizione rispetto alla… Cattedra!
Ripercorrere, con la mente, il periodo dell’insegnamento equivale a
rivivere i momenti più importanti anche della mia vita personale:
matrimonio, maternità, pubblicazione dei miei primi romanzi, ma
anche momenti molto dolorosi, quali lutti e tragedie che hanno
segnato in modo drammatico la mia vita.
Che dire?
Insegnamento e vita personale si sono sovrapposti, con le gioie, le
glorie, le soddisfazioni, gli insuccessi e le cadute che sono proprie
di ogni vita.
A proposito di
insegnamento: che cosa ti hanno insegnato a livello umano i tuoi
studenti?
Che la
fortuna, purtroppo, non bacia tutti allo stesso modo e i giovanissimi
non fanno eccezione. Qualcuno, sfortunatamente, si affaccia alla vita
già con grandi svantaggi: a livello fisico, economico, sociale,
culturale, di capacità intellettive e opportunità di crescita.
Aiutare i più deboli a non accettare come dato di fatto immutabile
il non avere ciò che ogni creatura meriterebbe di diritto ma
spronarli a impegnarsi al massimo per ottenerlo, spesso, permette di
raggiungere traguardi impensabili.
Ma quale è stato il
più importante insegnamento che ti ha dato la vita?
Ciò che
veramente conta nella vita, libertà interiore e intellettuale,
rispetto, autonomia, ricerca continua del bene soggettivo e
collettivo non sono valori che puoi aspettarti dagli altri: nessuno
te li può dare né togliere; sono una conquista personale da cercare
e difendere ogni giorno.
Chi consideri i tuoi
maestri e perché?
Non
considero tali persone fisiche che ho realmente incontrato nella vita
quanto piuttosto il pensiero dei grandi scrittori e filosofi che ho
iniziato a leggere ed elaborare a livello personale fin da ragazzina.
Sono state pertanto maestre di vita le opere di scrittori quali:
Dostoevskij, Tolstoj, Bulgakov, Puskin, Moravia, Mann, Marquez,
Alvaro, Morante, Buzzati, Svevo, Hugo, la grandissima Fallaci, ecc.
Diciamo che
l’elenco potrebbe continuare ad oltranza, così come per i
filosofi, dai “cari, vecchi” Socrate, Platone, Aristotele fino a
quelli dei giorni nostri, i cui nomi non elenco perché la lista
altrimenti si farebbe troppo lunga.
Da tutti
loro ho “succhiato” il nettare che mi ha dato l’energia
necessaria per ricavarmi uno spazio che non sentivo di avere: anche
chi non ha voce può, se ci crede davvero, raccontare la propria
verità.
Per quale motivo - a
tuo avviso - oggi i giovani non riescono più a considerare la
famiglia un valore? E soprattutto che cosa possono fare i genitori
per avvicinare maggiormente a loro i propri figli?
Forse perché
nemmeno noi adulti, oggi, consideriamo la famiglia un valore da
preservare e difendere, anche a costo di qualche sacrificio, ma la
viviamo come un vestito da cambiare quando ci sta un po’ stretto?
Qualunque
rapporto, anche quello tra genitori e figli, si può salvare partendo
dal dialogo aperto e sincero senza però confusione di ruoli. I
genitori tendono ad abdicare al loro ruolo e a porsi, nei confronti
dei figli, più come amici che come referenti di un progetto di
crescita che prevede una sana gerarchia e regole non patteggiabili.
È, a mio
modestissimo avviso, un grave errore perché toglie ai ragazzi la
certezza di figure di riferimento indispensabili in qualunque
percorso formativo.
In “Anima e
Dintorni”, il tuo più recente romanzo, tratti in maniera
dettagliata e molto profonda, il rapporto padre - figlia e madre -
figlia... Come sei riuscita a descrivere in modo così realistico
tali rapporti?
Sono (stata)
figlia di mia madre e sono madre di mia figlia: ho analizzato quelli
che, nel ruolo filiale, ho vissuto come “errori” da parte di mia
madre e che ho cercato di non ripetere nei confronti di mia figlia.
Ricostruire il rapporto padre-figlia è stato lavoro più
intellettivo che elaborazione affettiva in quanto orfana di padre
dall’età di un anno. Mi ha supportato l’aver innocentemente
“spiato” le famiglie complete che tanto invidiavo alle mie
amiche, da bambina.
Grande
importanza è anche il legame che la protagonista Maria ha con la zia
Carmen. Gli zii hanno dunque ancora un ruolo importante nella vita di
oggi di un essere umano? E i nonni? Come è cambiato nel corso del
tempo il loro ruolo?
Purtroppo le
famiglie attuali sono molto meno comprensive delle varie figure
parentali, rispetto a quelle del passato. Ogni giovane coppia, oggi,
costruisce il proprio nucleo familiare indipendente ma, spesso, i
nonni continuano a essere validi aiuti nella gestione dei nipotini,
soprattutto nel caso in cui anche la madre lavori fuori casa.
Io ho avuto
la grande fortuna di avere la nonna materna, una donna straordinaria,
cui spero di assomigliare, che ha vissuto con la mia famiglia fino
alla sua morte. Ora, per il mio nipotino, cerco di essere una figura
di riferimento il più possibile presente, positiva e propositiva.
Foto di Damiano Conchieri