Danza, Vincenzo Carpino è Otello: Anch'io geloso, passionale... ma non potrei mai uccidere per amore. L'intervista di Fattitaliani

Dopo un tour partito dal Teatro Carcano a Milano che ha toccato varie città d’Italia, l’Otello sarà in scena nella Capitale, al Teatro Quirino dal 30 aprile al 5 maggio: in questa versione di Fabrizio Monteverde riallestita per la compagnia del Balletto di Roma su musiche di Antonin Dvořák, il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. Nei panni del protagonista il ballerino Vincenzo Carpino, intervistato da Fattitaliani.

Vincenzo, buongiorno: come ti presenteresti ai lettori di Fattitaliani come persona e come professionista?
Sono una persona molta estroversa, espansiva, mi ritengo un ragazzo solare. Sul lavoro sono serio, cerco di essere sempre professionale poiché tengo molto al mio lavoro e alla buona riuscita di tutto ciò che devo fare, sono attento ai particolari, minuzioso. Per me è fondamentale rivedere ogni dettaglio, studiare la pulizia dei movimenti sia in scena che in sala prove.
Quali sono le tappe che ritieni ti abbiamo formato particolarmente?
Ho iniziato a lavorare a livelli professionali a 18 anni, sicuramente ha inciso molto entrare a far parte del Balletto di Roma (sono entrato in questa compagnia quando avevo 20anni), cimentarmi in ruoli del repertorio BdR ed essere impegnato nelle numero tournée. Un'altra avventura fantastica è stata quella di lavorare in uno dei musical più visti al mondo, The Lion King, una produzione curata da Broadway, in particolare da Spanish Stage Entertainment.
Quale insegnamento e consiglio tieni costantemente presente a te stesso sin dagli esordi?
Tengo sempre presente che l'impegno e la costanza sono importanti per il raggiungimento di qualsiasi traguardo. Poi è fondamentale essere me stesso, mai montarsi la testa e il rispetto e l'educazione nei confronti di tutti, colleghi, superiori, personale tecnico. Tutti coloro che lavorano con noi e per noi anche se non sono in palcoscenico. 
Come ti sei preparato a livello psicologico ad affrontare il personaggio di "Otello"?
Anche io sono una persona gelosa, passionale... ma sicuramente non potrei mai uccidere per amore! Mi sono comunque documentato sulle diverse sfaccettature del personaggio e ho letto il testo originale di Shakespeare. 
Su quale aspetto in particolare avete lavorato con Fabrizio Monteverde?
In questa versione di Fabrizio Monteverde ci sono diversi rimaneggiamenti rispetto all'originale, abbiamo lavorato molto sull'ambiguità del personaggio. Abbiamo approfondito anche ciò che non si conosce e non si vede di Otello.
Facile incarnare nel ballo un personaggio entrato nella memoria collettiva come emblema di gelosia? 
Beh, nella danza sicuramente il messaggio viene veicolato dai movimenti, e non dalla parola. In questo caso la costruzione coreografica ha degli aspetti didascalici che mettono in scena dei messaggi chiari, che il pubblico riceve con l'ausilio della musica, delle scenografie, dei costumi... 
In che maniera il corpo e i suoi movimenti possono rendere visibile allo spettatore le caratteristiche di "Otello"?
Otello di Fabrizio Monteverde è un'opera in grado di raccontare, le sequenze sono nette, riconoscibili. Il personaggio principale che interpreto, oltre ad avere la carnagione scura, ha delle caratteristiche che cerco di mettere in scena tramite l'interpretazione, oltre che la riconoscibilità di gesti propri, creati da Fabrizio. 
Attraverso questo spettacolo lo stai conoscendo di più?
Assolutamente sì, nella danza ogni messa in scena è diversa, ogni replica rafforza tutti gli aspetti che compongono lo spettacolo. 
Una critica positiva ricevuta che ti ha fatto particolarmente piacere?
Mi ha fatto molto piacere quando qualcuno del settore mi ha detto di essere rimasto ammaliato e senza fiato fino all'ultimo bacio dopo la morte di Desdemona. In generale fanno sempre piacere i pareri positivi di chi si è emozionato vedendoti danzare. 
Una critica negativa ricevuta che ti ha comunque fatto bene?
Fortunatamente non ho mai ricevuto una critica... almeno direttamente. Poi certo, magari una sera non è riuscita una presa o un passo eseguito perfettamente... 
Dopo "Otello"...?
Dopo Otello termino la stagione come Guest al Balletto di Roma e mi aspetta la stagione estiva al Teatro Massimo di Palermo, dove lavoro stabilmente da due anni. Giovanni Zambito.
LO SPETTACOLO
30 aprile - 5 maggio
Luciano Carratoni
presenta
BALLETTO DI ROMA
Direzione Artistica Francesca Magnini
OTELLO
coreografie e scene FABRIZIO MONTEVERDE
musiche Antonín Dvořák
assistente alle coreografie Anna Manes
costumi Santi Rinciari
light designer Emanuele De Maria
personaggi e interpreti
Otello Vincenzo Carpino
Desdemona Roberta De Simone
Cassio Riccardo Ciarpella
Iago Paolo Barbonaglia
Emilia Azzurra Schena
la compagnia 
Paolo Barbonaglia   Cecilia Borghese   Lorenzo Castelletta   Vincenzo Carpino   
Riccardo Ciarpella   Roberta De Simone   Monika Lepisto   Mateo Mirdita   Kinui Oiwa   
Eleonora Pifferi   Azzurra Schena   Giulia Strambini   Simone Zannini   Stefano Zumpano


Lo spettacolo ha una durata di un’ora e trenta minuti incluso intervallo

SINOSSI BREVE
Nell’immaginario comune la figura di Otello è indissolubilmente legata alla gelosia, all’apogeo di questo sentimento, a quel tipo di gelosia che può terminare esclusivamente nella tragedia. 
Nella tragedia di William Shakespeare (1604) e nella coreografia di Fabrizio Monteverde è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro e ad architettare la trama che condurrà quest’ultimo al folle atto finale. L’andamento dell’azione nelle due opere resta invariato, se non per il fatto che  Monteverde trasporta in danza quello che fino a quel momento solo le parole erano riuscite a comunicare. Attraverso la musica di Antonín Dvořák, Fabrizio Monteverde scava nella psicologia dei personaggi shakespeariani e fa dirigere l’azione, oltre che al sentimento principale della gelosia, alle peculiarità singole che ricava da quegli stessi personaggi.

Sequenza scene 

1° atto
Iago
Il porto
Otello e Desdemona/ la passione
Otello e Cassio
Otello e Desdemona, passo a due/l’amore
La festa
Cassio ubriaco
Cassio e Roderigo
Otello scaccia Cassio
Otello e Iago
Apparizione Desdemona
Cassio supplica Desdemona/Otello osserva

2° atto
Risveglio degli uomini/incubi
Le donne consolano gli uomini
Passo a quattro Otello, Desdemona, Iago, Emilia
Desdemona perde il fazzoletto 
Emilia e Iago/passo a due
Iago e il fazzoletto
Iago dona il fazzoletto a Cassio
Cassio/assolo
Otello e Desdemona/l’amore, il dubbio, la “certezza”
Lo scontro
L’uccisione
Il (rim)pianto

NOTE DI REGIA 
Una delle produzioni di maggiore successo del Balletto di Roma a firma di uno dei migliori autori italiani di danza contemporanea torna in scena nella versione originale della compagnia romana. Nel 2019 Fabrizio Monteverde riallestisce per la compagnia del Balletto di Roma l’Otello su musiche di Antonin Dvořák. In questa versione, il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio.
Dopo un tour partito dal Teatro Carcano a Milano che ha toccato varie città d’Italia, l’Otello sarà in scena nella Capitale, al Teatro Quirino dal 30 aprile al 5 maggio. 
Nell’immaginario comune la figura di Otello è indissolubilmente legata alla gelosia, all’estremizzazione di un sentimento malsano, a quel tipo di gelosia che può culminare in tragedia. A questa visione il coreografo Fabrizio Monteverde si accosta non solo rinunciando all’utilizzo del movente principale dell’azione, cioè la parola ma moltiplicando esponenzialmente l’azione stessa fino a far diventare il destino del singolouna pena generale. Come nella tragedia di William Shakespeare (1604), anche nella coreografia di Fabrizio Monteverde, è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro e ad architettare la trama che condurrà quest’ultimo al folle atto finale. L’andamento dell’azione nelle due opere resta invariato, se non per il fatto che Monteverde mette in scena tramite una danza stilisticamente riconoscibile ciò che il drammaturgo inglese ha raccontato con le parole. Attraverso la musica di Antonín Dvořák, Fabrizio Monteverde scava nella psicologia dei personaggi shakespeariani e fa dirigere l’azione, oltre che al sentimento principale della gelosia, alle peculiarità singole che ricava da quegli stessi personaggi. In questo modo, Desdemona si carica di quel potere seduttivo che nell’opera originale rimane presente esclusivamente nelle parole di Iago e lo stesso scenario, realizzato sempre dal coreografo,  cambia connotazioni e ruolo: non si sa più se la scena si svolga a Venezia o sul litorale dell’isola di Cipro, i personaggi di Monteverde sono trasportati in un ‘altrove’ in cui ognuno può essere ‘chiunque’ e dove, soprattutto, il ‘diverso’ non esiste. Così Otello perde, oltre che la parola, anche una delle connotazioni che lo caratterizzano maggiormente: il suo destino non è più solo il suo, ma coinvolge le coppie presenti sulla scena, attraverso l’uso frequente del canone nel quale il male, seppur in maniera slittata, colpisce tutti.
Il tema dello straniero lascia posto ad una violenza generale che pone l’accento sulle dinamiche relazionali dello scontro e del confronto fra uomo e donna, una riflessione sul perenne conflitto dei sessi nel quale, in questo caso, la donna resta sempre succube. Questo tipo di contrasto viene espresso anche nei passi che vedono solo gli uomini in scena, in particolare nei dialoghi danzati che interessano Otello e Iago dove l’influenza negativa di quest’ultimo viene manifestata nei passi del danzatore, che man mano che prosegue il duetto assorbe e riproduce le connotazioni dei movimenti del suo consigliere. 
Lo spettacolo è tinto di rosso e nero, colori che reindirizzano la mente verso la passione e la morte, un leitmotiv che esprime un chiaro omaggio al regista tedesco R. W. Fassbinder con particolare riferimento al film “Querelle de Brest”, del quale ritornano anche le connotazioni del “porto sconosciuto”. Una danza in cui la musica prende il posto della parola, contestualizzando la narrazione, in cui ogni coppia possiede la propria melodia. “Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d’amore”. Queste sono le parole che Iago pronuncia ad Otello nel III atto dell’opera originale, parole che esprimono tutta la profondità dell’abisso in cui il Moro viene gettato dalla sua gelosia soggiogante. La gelosia concretizzata dal fazzoletto, oggetto che identifica l’atto del tradimento e che, allo stesso tempo, coincide con l’inganno che Iago tende ad Otello. 
I sentimenti contrastanti che animano la mente del protagonista vengono esaustivamente resi nell’ultimo pas des deux con la sua amata Desdemona, riprendendo alcuni  dei passi che i due coniugi mostravano nella parte iniziale dello spettacolo ma esprimendo un risentimento ed un ribrezzo che Otello non riesce più a controllare: la gelosia sta per prendere il sopravvento. Il dubbio del tradimento lo acceca a tal punto da non riuscire più a toccare la sua amata, non trova più in lei il luogo in cui può risiedere la fiducia del suo cuore. 
Decaduta la fiducia, Desdemona è spogliata di ogni sua certezza, spogliata anche nelle vesti e condannata ad un destino del quale non fu autrice: Otello uccide la sua amata e, dopo aver ceduto alla disperazione sul corpo privo di vita, ripropone da solo la sequenza danzata con lei. Il mare, ancora vivo sullo sfondo, immagine delle passioni dirompenti che hanno animato tutto lo spettacolo, rimane simbolo dell’impossibilità di questi uomini di arrestare il caos che governa le loro passioni: un contrasto senza soluzione e senza fine. 

ORARI SPETTACOLI
da martedì a sabato ore 21
domenica ore 17
giovedì 2 maggio ore 17
INFO
botteghino 06.6794585
segreteria 06.6783042 int.1
mail segreteria@teatroquirino.it
Fattitaliani

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