di Laura Gorini - “Noi non siamo sulla terra per soffrire. Dobbiamo
sempre lottare per la nostra felicità”
Si definisce una donna centrata dopo essere stata un tempo frenetica la
scrittrice veneta ma ormai bolognese a
tutti gli effetti Giovanna Maccari che ha da poco dato alle stampe per Segmenti
Editore “ Baci Sparsi”, il suo primo romanzo. Un romanzo rosa ambientato in una
splendida Parigi che vede come indiscussa protagonista Margot, una giovane
donna che decide a un certo punto di dare una svolta alla sua vita.
Giovanna, si dice spesso che uno scrittore sia un
finto introverso e che in realtà ami mettersi in mostra... Tu che ne pensi?
Di sicuro ogni scrittore è un acuto osservatore cui non sempre
corrisponde un carattere introverso; del resto come prendere spunto per storie
e personaggi se non stando insieme agli altri, entrando così a contatto con le
loro vicende? Personalmente amo molto anche ascoltare. Certo, mettersi in
mostra è un po’ diverso: credo che - in realtà - attraverso le vicende narrate
si vogliano condividere delle tematiche di interesse comune.
È lì che nasce il dialogo tra pubblico e scrittore. Ed è lì che nasce
la “connessione”.
Altro luogo comune è il fatto che nei personaggi si
nascondano sovente sfaccettature proprie dello scrittore... È così anche per
te?
Un personaggio può rappresentare una parte di sé, anche qualcosa che
non si riesce ad accettare, ma che è comunque presente in noi. Del resto, noi
siamo il risultato di millenni di evoluzione e abbiamo alcune parti di “Bene” e
altre di “Male”. Tuttavia certe volte i personaggi sono solo dei semplici veicoli di un
messaggio voluto dall’autore.
Sto pensando a Margot, la protagonista di “Baci
Sparsi”, il tuo primo romanzo, una donna solo in apparenza fragile e che sa al
momento opportuno tirare fuori gli attributi... Quanto coraggio ci vuole -
secondo te - per mettere in discussione la propria vita?
Non così tanto se si resta in ascolto di se stessi: in sostanza è importante
domandarsi ogni giorno come stiamo o se riusciamo a frequentare almeno una
persona che sia autenticamente interessata a saperlo e non ce lo chieda come
frase di circostanza. Una volta – però – che abbiamo preso coscienza dei nostri
desideri più profondi o del fatto che una situazione non funziona, bisogna
agire: lo dobbiamo a noi stessi! Difatti noi non siamo sulla terra per
soffrire, ergo vale sempre la pena rischiare per la propria felicità, come
essere consapevoli delle cose che -invece- ci sono e sono preziose nella nostra
vita: la salute, gli affetti, un lavoro stabile o un hobby che ci fa stare
bene. Non diamole per scontate perché in realtà sono molto vitali e valgono molto!
Tu ti sei mai trovata in questa situazione? Come l’hai
affrontata?
Mi è capitato di lasciare dopo pochi mesi qualcuno e l’ho fatto non
perché mi ero innamorata di un altro uomo, ma semplicemente perché ero poco convinta e perché sentivo di
voler stare da sola per sviluppare alcuni aspetti di me che mi servivano a essere
completa come persona per poi poterlo essere in futuro anche in coppia.
Lei ha potuto contare sull’amicizia di Gerard... Ma
esiste davvero l’amicizia tra uomo e donna? Come si può trovare un equilibrio
con un amico maschio?
La realtà offre un panorama quanto mai vario. Anche solo se penso alla
mia di esperienza posso dire di avere dei carissimi amici maschi che sono tali
dall’infanzia e di cui -probabilmente- ho sempre colto più l’aspetto tenero e
giocoso che quello virile. Tuttavia è - a mio avviso - normale provare
attrazione al di fuori della coppia senza negarlo, ma - al contrario -
riconoscendo che si è fatta una scelta. Quando si è single, il mondo è pieno di
amori non corrisposti. Inoltre è importante allontanarsi da una persona che
sarà sempre e solo nostro amico se ci attrae tanto perché altrimenti c'è il rischio di precludersi altre
frequentazioni che possono diventare importanti
in futuro, oltre che perdere inevitabilmente l' amico dal quale ci
sentivamo attratte.
A proposito di maschi, come sono quelli di oggi? Credi
che molte donne amano leggere libri rosa per sognare ancora il principe
azzurro?
Io li vedo confusi, tuttavia cerco di mettermi nei loro panni perché
non dev’essere facile assistere a un’inversione di ruoli, anche se la galanteria
non passerà mai di moda e gli uomini dovrebbero riscoprirla perché verrebbe
davvero apprezzata. La letteratura rosa secondo me è un modo come un altro che
una donna ha di prendersi del tempo per se e coccolarsi. Che si tratti di uno
sport, una mostra, l’estetista o un hobby in fondo tutte noi abbiamo bisogno di
fare qualcosa che faccia “staccare la spina” in modo sano. Anche la letteratura
rosa può assolvere a questa funzione. Inoltre può aiutarci a guardarci dentro e
a farci riflettere sia su noi stesse sia sulle nostre relazioni.
Tuttavia pare che per lo più oggi vorrebbero avere
vicino Mr Grey... Passiamo dunque dall’amore romantico a quello sensuale e a
tratti persino rabbioso e molto carnale... Come spieghi questo cambio di rotta?
Al di là di un successo riscosso oltreoceano in un pubblico femminile
di over 50, mogli e compagne in cui, negli anni, la sensualità ha ceduto il
passo a sentimenti diversi come stima e affetto, credo che la maggior parte del
pubblico femminile senta la necessità di potersi esprimere liberamente dal
punto di vista erotico senza essere giudicata o dover, per questo, rinunciare
al rispetto o all’amore di un uomo. Sono ancora tanti i pregiudizi e le
etichette che pervadono nel mondo al riguardo.
Gli uomini presenti in Baci Sparsi sono equilibrati,
tutto sommato, ma anche reali. Come sei riuscita a renderli realistici?
A parte il cognato della protagonista e il custode del palazzo dove
andrà ad abitare Gerard, personaggi con picchi voluti di disagio, ho cercato di
rendere l’aderenza alla realtà attraverso il conflitto di valori a cui siamo
esposti quando vogliamo prenderci ciò che ci fa stare bene. Di sicuro non si
può avere tutto dalla vita (se non al prezzo di vivere in modo superficiale ed
egoistico) ma in questo risiede la vera difficoltà: stabilire delle priorità,
fare delle scelte che implicano di tenere delle cose e lasciarne altre che non
solo servano a raggiungere l’obiettivo ma anche a godersi il viaggio e
mantenersi coerenti proprio con quelle priorità in mente.
I libri si leggono sovente per estraniarsi dalla
realtà... Ma tu quando riesci davvero a estraniarti quando leggi? E quando
scrivi?
Io che amo molto viaggiare riesco a evadere pienamente con la mente
standomene comodamente seduta su una poltrona non appena prendo in mano un buon
libro.
Tuttavia leggere non è solo una forma di evasione ma anche di
integrazione vera e propria con la realtà. Inoltre mi dona molta serenità e mi
fa stare bene. Queste sensazioni sono poi decisamente amplificate quando scrivo
e - credimi - vedere le scene che mi si proiettano nella mente come lo scorrere
di una pellicola cinematografica è qualcosa di unico. È come se stessi
scrivendo sotto dettatura. Ed è - ribadisco - qualcosa che mi fa stare bene. Davvero bene!