Seraing è una città della provincia di Liegi: vi ha sede un’associazione
benefica e prestigiosa che opera in tutto il mondo. È “Les Médicins du désert”: fondatore e vicepresidente Pietro Pierre
Rizzo, nativo di Grotte (Agrigento), arrivato a sei anni nel 1958 a Liegi per raggiungere, con la madre e le sorelle, il padre che vi lavorava come muratore. Parla con orgoglio delle sue origini italiane, dei sacrifici che la famiglia ha fatto per emergere, degli studi compiuti (è il primo diplomato in Études techniques a laurearsi in Medicina) e della sua creazione: “Il prossimo anno l’Asbl (Onlus, ndr) I medici del
deserto compirà vent’anni: andiamo in tutto il mondo, con cinque missioni all'anno e ad oggi abbiamo operato più di 4000 ciechi”. Fattitaliani lo ha intervistato.
Chi ha fondato l’associazione?
Io, con Jules Gazon, un professore di Economia politica: con due amici chirurghi
abbiamo compiuto la prima missione in Tunisia e lì quest’anno abbiamo operato
79 ciechi. In seguito, per la seconda missione ho cominciato a raccogliere
fondi organizzando eventi e concerti. Oggi, a Seraing, sono responsabile di “Villaggio
italiano”, “Italia Bella” creata sette anni fa, di “Villaggio di Natale” e di “Villaggio
Halloween”.
L’idea e la filosofia sono differenti, ma i risultati sono magnifici. Mai avuto
alcun problema. Andremo a Burkina Faso, in Ruanda, Congo, Senegal... Nelle missioni mancavano la medicina generale, la ginecologia, la pediatria,
il dentista e undici anni fa abbiamo dato vita a “Le Maillon humanitaire” con
un’equipe di 60-70 persone formate sul posto.
In Tunisia abbiamo operato il patriarca del villaggio: aveva 78 anni ed era
cieco da più di 45 anni. Ha quattro mogli: ci vedeva ancora ai tempi del primo
matrimonio ma non aveva mai visto le altre tre mogli, a causa della cataratta causata dal sole intenso.
Prima non voleva farsi operare perché Allah gli aveva riservato questo destino
e lo aveva accettato. Poi si è convinto, lo abbiamo operato e ha visto per la
prima volta le altre mogli con figli e nipoti, che conosceva prima solo grazie
all’olfatto e al tatto: al villaggio c’è stata una grandissima festa.
No, ci occupiamo anche delle giovanissime ragazze che a causa di un parto traumatico hanno problemi di fistola vescico-vaginale. Generalmente hanno tra i 14 ei 18 anni, in piena crescita quindi, soprattutto a livello di bacino, la cui formazione, ancora stretta a questa età, non è finita. La testa del bambino, in questa pancia troppo piccola, spinge, ma spesso non riesce a uscire. Il bambino è quindi, si dice in gergo medico, in "sofferenza fetale". E spesso muore. A ciò si aggiunge il fatto che spingendo in questo modo, provoca lesioni talvolta irreparabili a vagina, vescica e retto. Giovanni Zambito.