Nella Parigi degli anni '20 una serie di omicidi getta la città nel panico, misteriosi finché non si scopre che tutte le vittime possedevano gioielli di un famoso gioielliere...
Un gioielliere innamorato delle sue creazioni al punto da non poter vivere senza, da non potersene separare, da non tollerarne la perdita:
una patologia psicologica in una storia noir serve a Paul Hindemith come filo conduttore per una creazione musicale affascinante, peculiare, nel contempo lirica e dinamica, con sonorità straordinarimente moderne che si innescano in un tessuto che ignorando i lasciti di Wagner cerca le sue regole in Handel o in Bach ma anche nel romanticismo italiano.
Siamo nel 1924, le avanguardie sono già fiorite, Picasso ha già trasformato per sempre l'arte figurativa, Fritz Lang ci consegnerà a breve Metropolis: se le radici della musica di Hindemith affondano nel passato i frutti sono sonorità affascinati e contemporanee, a volte liriche a volte meccaniche, ritmi difficili e moderni che rappresentano una sfida per qualsiasi orchestra e per il maestro Dmitri Jurowski che qui dirige; Cardillac è un gioiello musicale sofisticato - e non per tutti - che la regia competente di Guy Joosten ha reso leggibile nel suo svolgimento narrativo, dando a Candillac, a cui da corpo e voce Simon Neal, un filo di comprensibile svolgimento psicologico.
I raffinati costumi (scenografia e costumi di Katrin Nottrodt) e la massa d'oro al centro della scena resteranno nella memoria dello spettatore.
Giovanni Chiaramonte.
Foto: © Annemie Augustijns
Team
Cast
Coproductie met Ópera de Oviedo