di Andrea Giostra - Forse non tutti i lettori sanno che i
racconti brevi nascono nell’Ottocento e si distinsero dal romanzo per la loro
brevità, ma al contempo, perché erano in grado di raccontare una storia
compiuta in poche pagine. Fu nell’Ottocento, attraverso il romanticismo, il realismo
e il naturalismo, che questa forma letteraria assunse le caratteristiche del
genere che tutti oggi riconosciamo come “racconto”: descrive un singolo
frammento di vita, si svolge attorno ad un unico evento, e in genere tratta un
solo tema della quotidianità di uno specifico protagonista.
Sempre nell’Ottocento, si sviluppò la
moda giornalistica di pubblicare romanzi a puntate, ad episodi, a cadenza
settimanale, in genere sul numero della domenica. Questa forma letteraria,
allora, tra i lettori di quotidiani e riviste, ebbe grandissimo successo. Fu un
genere che venne chiamato “romanzo d’appendice”, o “feuilleton” se si volesse usare il termine francese originario.
L’inventore di questo genere fu infatti il francese Louis-François Bertin,
direttore del Journal des Débats, ed ebbe inizio in Francia tra la fine del
Settecento e l’inizio dell’Ottocento, subito dopo si sviluppò in Inghilterra,
per diffondersi a breve in tutti i paesi europei, fino ad arrivare in Russia e
negli Stati Uniti d’America. Il genere feuilleton
fu concepito come un genere narrativo per attrarre i lettori di massa dei
giornali, e lo scopo prioritario fu quello commerciale, non certo quello di
diffondere cultura. Cultura che comunque veniva diffusa, i lettori erano infatti
tantissimi e di tutti gli strati sociali. L’obiettivo rimaneva comunque quello
di vendere più copie possibili dei quotidiani o delle riviste settimanali o dei
mensili, ed attirare l’attenzione degli appassionati di storie e di avventure. Il
romanzo d’appendice rappresentò per il lettore dell’Ottocento quello che oggi
sono le serie televisive, i sequel, le telenovela, ed era costruito con un
finale aperto, con la suspence
necessaria per costringere il lettore a comprare il numero successivo del
giornale e assicurare così sempre maggiori vendite. Gli autori che scrissero
per questo genere letterario, tra i due secoli scorsi, furono sostanzialmente
tutti i più grandi scrittori di quel periodo, sia in Italia, che nei vari paesi
europei, che in Russia e negli Stati Uniti d’America.
Ripercorrendo questa linea editoriale
che percorse tutto l’Ottocento e buona parte del Novecento, assolutamente
asintonica rispetto all’evoluzione che oggi, nel Ventunesimo secolo, ha assunto
l’editoria in genere e la lettura di romanzi o di racconti tra gli appassionati
di narrativa e di belle storie, considerata la prevalenza dei social e dei nuovi mezzi di
comunicazione di massa, soprattutto internautica, qui l’idea è quella di
proporre la lettura settimanale di storie brevi, anzi brevissime, che si
leggono in pochissimi minuti, e che narrano fatti di vita quotidiana nei quali
qualsiasi lettore potrà riconoscersi, e vederle come storie che gli
appartengono delle quali è stato talvolta testimone tal altra protagonista. Per
lettura brevissima si intende una lettura che non sottragga al lettore più di
uno o due minuti del suo tempo. Come guardare un post su Facebook o su
Instagram insomma. Una velocità di lettura che richiedono i tempi
contemporanei, che pretendono i social,
ma al contempo, una lettura che vuole rappresentare un piccolo messaggio
culturale di invito alla lettura, che si spera sia gradito al lettore di questo
magazine.
Detto questo, la prima storia, la
prima novella, che proponiamo all’interno di questa rubrica, la recuperiamo
dalla raccolta delle “Novelle brevi di Sicilia” pubblicate nel 2017 con
StreetLib, Milano.
Su questa raccolta vogliamo
aggiungere qualche piccola curiosità:
Le “Novelle brevi di Sicilia” si
leggono gratuitamente online da sempre, anche se esiste la versione cartacea.
Sono delle novelle che nel 2017 hanno
avuto due importanti riconoscimenti letterari: hanno infatti vinto due premi,
uno nazionale, l’altro internazionale.
I lettori che hanno letto le “Novelle
brevi di Sicilia” gratuitamente online, dal Blog che le ha pubblicate, sono
oltre dieci mila.
Su Amazon Italia le “Novelle brevi di
Sicilia”, il 2 novembre 2018, hanno raggiunto il 108° posto nella classifica dei
libri di racconti più venduti da Amazon nel nostro Paese.
Ecco adesso il primo dei racconti. I
successivi li pubblicheremo a cadenza settimanale su questo magazine.
Buona lettura a tutti voi…
Note dell’autore:
«Quelle che leggerete sono delle novelle brevi, anzi, brevissime, di
vita di Sicilia, di vita di siciliani, di vita vera e raccontata spontaneamente
senza mediazioni linguistiche; che non vogliono rappresentare metafore o
meta-significati. Sono delle piccole storie e rappresentano quello che dicono,
quello che leggerete! Rappresentano la mia esperienza diretta, vissuta in prima
persona e che ho scritto di getto con il mio vecchio Nokia E90, oggi da museo
di archeologia informatica. Il senso, la morale, se c'è un senso o una morale
da dare, li darà il lettore che le leggerà.»
“Gli auguri di mia nonna
ottantenne”, tratto da Andrea Giostra, “Novelle brevi di Sicilia”, StreetLib,
Milano, 2017.
«Caro nipotino mio, adesso che hai
fatto diciotto anni e sei diventato grande, fa il bravo ragazzo, sii
responsabile e maturo, rifletti bene prima di fare qualsiasi cosa e non ti
avventurare mai prima di aver riflettuto sui rischi e sulle conseguenze di
quello che dovrai fare. Non frequentare cattive compagnie e stai solo con
ragazzi e ragazze che possono darti qualcosa e possono farti stare bene. Punta
al successo, ai grandi ed ambiziosi traguardi, che possano arricchire la tua
vita e il tuo tempo.»
Avrei voluto augurarti tutto questo,
caro nipotino mio!
Invece, io che ho ottant'anni, dico
basta con tutte queste minchiate!
Quello che ti dico è invece questo:
«Goditi la vita più che puoi, scopati tutte le ragazze che ti piacciono picchì sì un bieddu picciuttu e 'u puoi
fari! Gira il mondo e viaggia tanto finché non ti stanchi, e quando sarai
stanco di goderti la vita e di viaggiare, trovati una donna ricca e bedda assai, e falla innamorare di farici perdiri la testa! E quannu è
innamurata pazza, maritatilla subito, accussì non dovrai lavorare e vivrai
nel benessere e nella ricchezza con i soldi di lei, poi falle fare tanti figghi così da vecchio non sarai solo e
avrai cu’ cummatti cu’ tia. Insomma,
goditi questa vita che è breve e vola via velocemente senza ca’ ti nadduni! Pensa solo a prenderti
cura della tua famiglia, delle persone che ami, di te, e di tutto il resto futtitinni! Hai capito caro nipote mio?
Questo devi fare! Così quando diventerai vecchio, comu sugnu iu ora, non rimpiangerai nulla della vita da giovane, e
avrai fatto tutto quello che hai voluto e ti sarai goduto la vita, picchì nun n'arresta nienti na vuota chi
muriemu e nall'atru munnu nun ni purtamu nienti! U capisti? Fai comu ti rici
to' nonna nca na' passatu di tutti i culura 'na so vita, e ni sapi assai di
cosi, e sapi comu funziona lu munnu tirrenu! Ora ca ti rissi tutti sti cuosi,
schietti schietti, tu puozzu riri Buon Compleanno niputeddu mio! E, comu dici
to’ nonnu, ora pigghiamuni nu beddu cafè!»