Professore Fulvio Tomaselli: l’incertezza della presentabilità fisica diventa l’incertezza di essere graditi. L'aiuto dalla medicina estetica.

di Ester M. Campese - Abbiamo con noi, per questa intervista, un prestigioso ospite: il Professore Fulvio Tomaselli che è stato titolare del servizio di medicina estetica presso l’ospedale san Giovanni Calibita - Fondazione Internazionale Fatebenefratelli dal 1994 al 2016 e fra i fondatori della scuola internazionale di medicina estetica - Fondazione Internazionale Fatebenefratelli edd è il Presidente onorario società italiana di medicina estetica. 
Un luminare formatosi alla Università La Sapienza di Roma, Università di Catania, all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Università degli Studi di Pavia, Scuola Internazionale di Medicina Estetica, Università degli Studi di Milano che oggi ci parlerà della medicina estetica e dell’equilibrio che essa può portare come benessere della vita di ognuno di noi.
La ringrazio Professor Tomaselli per essere qui con noi e le chiedo subito un suo parere sulla medicina estetica oggi che vive, sia nel bene che nel male, un momento di grande popolarità essendo un tema molto attuale. Nel migliore dei termini potremmo dire che si rifà alla filosofia greca, e relativi canoni estetici. E' d’accordo con questa definizione?
Si assolutamente si. Sono i greci che hanno inventato l’estetica come filosofia e come percezione del bello che fa parte della nostra natura.
La modifica che un medico in questo campo apporta spesso non è solo fisica, ma va ad incidere in ambiti molto più profondi della psiche della persona restituendo frequentemente alla stessa anche una certa sicurezza, concorda?
Certo, siamo assolutamente d’accoro. L’incertezza della propria presentabilità fisica diventa, nella persona, anche l’incertezza di essere graditi. Chi mal si vede mal si pone e chi ha problemi nella vivere la propria fisicità ha difficoltà anche nel proporsi. Questo può accadere a chiunque e non necessariamente alle persone meno belle, ma anche a persone aggraziatissime che malgrado la loro bellezza sia evidente, si percepiscono come non gradevoli. Di fatto il concetto di esteticità parte sempre da “come io mi vedo” e se una persona non si “vede bella” e non risolve il problema a monte, questo continuerà ad esistere.
Secondo Lei Professore, quando è il caso di non agire? Ad esempio trova necessario intervenire su individui molto giovani come ventenni?
Lo trovo necessario nella stessa misura in cui lo è una terapia medica. Come tutte le azioni mediche se sono necessarie vanno fatte e se non lo sono no. Un soggetto che ha una brutta cute, si cura, analogamente su un soggetto con il naso brutto che gli crea problemi, si interviene. Tornando all’esempio di prima se un ragazzo ha l’acne questa va curata senza dimenticare che potrebbe poi lasciare cicatrici che non sono più una malattia ma una conseguenza inestetica permanente gravosa. Stessa cosa per altri tipi di interventi ad esempio una ragazza che ha le gambe grosse potrà in qualche modo migliorare anche se non si deve attendere certo di avere le gambe delle gemelle Kessler. E’ il giudizio del medico competente che stabilisce quando intervenire. La medicina estetica spesso purtroppo viene fatta da medici non competenti che sono capaci solo di lucrare, questo il vero male.
Come si può capire se siamo nelle “giuste mani" o che se ci troviamo in quelle "sbagliate" rischiando anche danni?
Qualunque sia la disciplina medica la formazione e preparazione sono fondamentali. Bisogna chiedere al medico quale è la sua formazione e fare qualche ricerca anche sul WEB, anche se questo non sempre è esaustivo e spesso auto inneggiante. Non basta essere stati allievi di qualche corso aziendale o di qualche grosso nome per essere bravi in medicina estetica, bisogna averla appresa con anni di studio e di esperienza come ogni altra branca medica. E’ lecito dunque che il paziente chieda al medico dove ha lavorato e se fa solo questo o “anche questo” per vivere, ovvero se vive di medicina estetica o lo fa per arrotondare. Tornando alla formazione esistono scuole differenti e non tutte allo stesso livello, con varie gradazioni, ma tutte con l’intento di far capire come intervenire. Il congresso di “Medicina rigenerativa estetica” CoMRE19, che organizziamo per 1l 18 19 20 gennaio 2019, riunisce ben 11 scuole Universitarie di alto livello e il nostro convinto slogan è “Non ci sarà informazione su cosa fare, ma perché fare cosa”.
Lei fa parte del progetto “Il salotto Albani” che nella sua filosofia ha proprio la centralità della bellezza come equilibrio esterno/interno nel modo di rappresentarsi, ma anche di essere, cosa ci può dire di questo?
Un progetto ambizioso che non fa altro che mettere in pratica ciò che diciamo da oltre cinquant’anni. Sono stato fra coloro che hanno fatto nascere la filosofia della medicina estetica alla fine degli anni ’60 considerandola una medicina sociale. Durante la mia permanenza ospedaliera abbiamo incontrato oltre 25000 persone di tutti gli strati sociali, erogando 375.000 prestazioni. La bellezza non è altro che l’equilibrio alla massima potenza. Puoi essere al meglio di te, ed è questo l’obiettivo da raggiungere. Questo obiettivo passa dalle cure estetiche di un’estetista, dal medico, dal truccatore, dal parrucchiere, dal fisioterapista e da chi ti dice come vestirti per migliorare l’immagine sapendola valorizzare. Tutto queste cose messe insieme fanno l’estetica di una persona. L’atto medico possiamo affermare che è intermedio ed è la cura del patrimonio personale biologico che ognuno ha, insomma gestire quello che si è senza trasformazioni estreme. Se si ha un’età anagrafica di 70 anni non si può avere una faccia da 40 anni perché diventa ridicolo e stride. Ogni intervento di tipo estetico va sempre fatto con armonia. Talvolta poi intervengono elementi esterni incluso, anzi soprattutto in relazione allo stile di vita che ognuno ha e che può indurre un’accelerazione dell’invecchiamento. Il medico può aiutare, nell’essere al meglio della propria età biologica, con grazia.
Un suggerimento per vivere bene in armonia ed equilibrio tra estetica ed animo, se si sente di darlo, quale sarebbe?
Un po’ quello che dicevamo prima. Siamo lo specchio dell’anima e se l’animo è triste è difficile essere splendente al esterno. Spesso è proprio più facile il contrario ovvero che “un brutto corpo” ma in equilibrio nel suo “sentire interiore” possa essere pieno di luce e risplendere. Michel Petrucciani, ad esempio, un corpo più fragile del cristallo, ma che attraverso la sua musica emanava una tale bellezza che è riuscita a raggiungere straordinari livelli esprimendo un’anima felice. Può accadere che dall’esterno si possa migliorare anche l’interno, ma questo a patto che ci sia un rapporto fedele tra interno ed esterno. Ho sempre paura che una bellissima donna veda un problema che non c’è. Queste persone vanno aiutate più di altre e bisogna lavorare con loro con molta accortezza proprio per una fragilità interiore. Se una persona non si vede bene non sta bene da dentro. Aiutarla nel suo concetto di benessere a tutto tondo, come nel progetto de “Il salotto Albani”, è una valida strada proprio per queste persone che possono così, attraverso dei professionisti, imparare a “vedere” la propria immagine in modo più realistico e corretto, apprezzando la loro bellezza interiore per farla brillare anche all’esterno.
Con le tecniche a disposizione d’oggi si possono diminuire i ricorsi alla medicina estetica interventistica più invasive, affidandoci maggiorente e trattamenti estetici meno invasivi con benefici sia nei tempi di recupero che nell'impatto sulla persona e perché no anche economici molto spesso, cosa ne pensa?
La medicina estetica è meno efficace ovviamente di una chirurgia interventistica che lascerei sempre nei casi in cui è davvero necessario. Ma molto può fare la medicina estetica che quando è fatta bene deve avere un risultato “invisibile” e naturale, nel senso che deve ridare freschezza, ma non si deve vedere a distanza di chilometri. Dobbiamo pensare alla medicina estetica come ad una forma di restituzione e non come una correzione finale. In alcuni casi, se non ci si vuole sottoporre a un intervento chirurgico, ci si deve accontentare del risultato che non potrà essere lo stesso, ma si potrà agire molto efficacemente inducendo l’organismo a reagire nel modo giusto in ciò che è andato storto. Questo in definitiva è il concetto della medicina rigenerativa, ovvero qualcosa che stimola l’operatività della fisiologia. Quindi medicina estetica e chirurgia plastica estetica sono due scienze parallele che possono aiutarsi vicendevolmente, ma non sono la stessa cosa.
Per concludere, prevenire e sempre meglio che curare, quindi mantenersi in salute ed equilibrio anche estetico, significa garantirci benefici anche nel futuro, è così?
Si assolutamente si, vedo che ha studiato.
Fattitaliani

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