Ospite dell'odierna intervista canzonata Vittorio De Scalzi che, dopo 50 anni di carriera sui palchi di tutto il mondo, leader e fondatore dei New Trolls, dal 27 aprile è tornato con “L’ATTESA” (per FermentiVivi/Aerostella), un album di inediti eclettico e multiforme, interamente composto, arrangiato, interpretato e suonato da lui. Fattitaliani ha parlato con lui del progetto e gli ha rivolto delle domande utilizzando i titoli proprio del nuovo cd.
Come vive questo ritorno sul mercato discografico con l'album "L'attesa"?
Con molta soddisfazione.
È stato facile concepire il disco e poi realizzarlo nei diversi passaggi pratici e "burocratici"?
Produrre il disco mi ha richiesto molto impegno, però ero pronto a realizzarlo avendo raccolto diverso materiale che mi ha permesso di creare i brani presenti nell'album.
Come vede i rapporti fra internet e la musica? Nella rete vede più vantaggi o svantaggi?
Il rapporto fra internet e la musica è molto rischioso poiché la rete offre una grande opportunità per gli ascoltatori con l'elevata quantità di materiale musicale presente, ma al tempo stesso è anche un grande mare nel quale ci si può perdere senza preparazione all'ascolto.
Il pubblico avrà occasione di ascoltare dal vivo i brani de "L'attesa"?
Sì assolutamente, durante i miei prossimi concerti inserirò alcuni brani tratti dall'album.
Foto Studio Stead Photographic |
C'è un motivo preciso per cui ha scelto Come acqua chiara come singolo anticipatore del cd? Può in un certo senso rappresentare il manifesto dell'album?
Tutti i brani, ognuno a suo modo, rappresentano l'album. Quello che possiamo considerare come il suo manifesto è sicuramente l'attesa, da cui prende il nome. La scelta di Come acqua chiara come singolo anticipatore è stata dettata dall'essere forse il brano più d'impatto e maggiormente radiofonico.
Quale sentimento in particolare l'ha accompagnata ne "L'attesa" dell'uscita ufficiale del disco?
Il sentimento che mi ha accompagnato è la soddisfazione, perché quando si fa un prodotto nuovo c'è sempre una grande aspettativa.
Nella discografia oggi a suo parere ci sono più "Squali" rispetto a ieri? Come riconoscerli ed evitarli? Qualche consiglio alle giovani leve...
Un consiglio che mi sento di dare è quello di imparare a scegliere e di non farsi scegliere, ad avere idee precise su cosa piace e su cosa ascoltare. Bisogna cercare di non essere superficiali, di non soffermarsi sull'ascolto di un solo singolo, ma di approfondire tutto l'album dell'artista, poiché mettendo insieme i brani che lo compongono si capisce il messaggio.
Per un artista come lei di che cosa "Non si può" assolutamente fare a meno?
Sicuramente non posso fare a meno dei miei strumenti, chitarra e pianoforte, che mi hanno accompagnato fin dall'infanzia, e dell'ascolto di tanta buona musica.
Se dovesse riassumere in "Una parola" lo spirito dell'intero cd quale sceglierebbe e perché?
La parola che riassume l'album è proprio il suo titolo, L'attesa, proprio perché descrive perfettamente lo spirito che ho vissuto nel farlo.
Che approccio ha scelto nell'omaggio a "Pino" Daniele?
L'approccio adottato è stato tecnico, ho utilizzato due chitarre diverse, una acustica e una elettrica tipiche di Pino, per cercare di comunicare le emozioni che ho provato e che continuo a provare nei confronti di questo grande artista, che tanto ci manca.
Facile nel mondo della musica essere e rimanere "Anima senza padroni"?
Rimanere anime senza padroni non è facile. È sicuramente il modo migliore per rimanere se stessi e per cercare attraverso la musica di esprimersi.
Da cosa è stata dettata la scelta di cantare i due brani "Ordinary pain" e in "You were trusting me" in inglese?
La scelta è stata determinata dal non essere riuscito a trovare nella lingua italiana i suoni che si fondessero come avrei voluto. Questi pezzi potevano forse essere canti in dialetto, come Pino Daniele ha fatto. Giovanni Zambito.
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Foto di copertina Luc Van den Avyle
Vittorio
De Scalzi nasce a
Genova nel novembre del 1949 e da allora la sua vita e la sua
carriera si suddividono in due diverse anime artistiche. Quella
ribelle e contestatrice della fine degli anni sessanta che lo ha
portato a fondare la band dei New Trolls; e l’altra, quella del
cantautore che lui ha sempre coltivato dentro di sé aspettando il
momento giusto per liberarla.
Durante
la sua carriera è passato da alcune esperienze di rock progressive –
da non dimenticare il mitico “Concerto Grosso” riuscito
esperimento di fusione fra rock e musica barocca– a varie
collaborazioni con De André o ancora alla composizione di canzoni
per artiste del calibro di Ornella Vanoni, Mina o Anna Oxa.
Nel
2017 ha festeggiato al teatro San Carlo di Napoli i suoi
cinquant’anni di carriera in un grande concerto presentato da
Fabrizio Frizzi con la partecipazione di grandi nomi della storia
della musica italiana.