“Immacolata Concezione” di Vucciria Teatro arriva in
Sicilia, il 12 gennaio al Teatro Tina Di Lorenzo a Noto ed il 13-14 gennaio
allo Zo Centro Culture Contemporanee di Catania. Lo spettacolo ha vinto la V
edizione “Teatri del Sacro”.
Scritto e diretto da Jole Anatasi, nasce da
un’idea di Federica Carruba Toscano che è anche interprete nel ruolo di
Concetta, usata come merce di scambio dal padre e venduta alla tenutaria di una
Casa d’appuntamento. Altri interpreti: Alessandro Lui (Turi) Enrico Sortino, Jole
Anastasi, Ivano Picciallo.
Scene e costumi di Giulio Villaggio; light designer
Martin Palma, musica originale “scurannu agghiurnannu” di Davide Paciolla;
testo musica originale di Federica Carruba Toscano; aiuto-Regia Nathalie
Cariolle
Ambientato nella Sicilia del 1940, descrive una Sicilia
molto carnale in perenne dualità, da una parte omertà, violenza e presunzione
di boss e picciotti e dall’altra caparbietà e sacrifici di chi va avanti a
testa bassa.
Per fattitaliani.it abbiamo intervistato Federica Carruba Toscano
giovane attrice palermitana che va affermandosi sempre più nel mondo teatrale e
che avevamo già amato in “Minchia Signor
Tenente” di Antonio Grosso. Sicuramente sentiremo parlare a lungo di lei.
Chi è
Concetta?
È
una ragazza siciliana di origini molto umili, figlia di un Pastore. Ha da
sempre un’aria così svagata da sembrare agli occhi degli altri ritardata. In
seguito alla morte per pestilenza delle capre di suo padre che la considera
solo una bocca da sfamare e per riacquistare la propria dignità, la vende ad
una casa di tolleranza del paese più vicino. Ciò rappresenterà la svolta della
sua vita, sarà richiestissima e da lì nasceranno una serie di vicissitudini che
le cambieranno l’equilibrio sociale.
Attorno a lei ruotano un sacco di
personaggi, chi sono?
Intorno a lei ruotano sia personaggi singoli che
piccoli “cori greci”, ruotano intorno alle prostitute della casa chiusa, le
c.d. signorine ed attorno alla proprietaria della casa che per lei diventa come
una madre. Il signorotto del Paese Don Saro La rocca che tiene le fila
dell’organizzazione di questa piccola comunità. Il suo picciotto Turi che si
innamorerà di Concetta in senso più romantico, perché gli altri sono tutti
presi da lei ma, essendo una signorina della casa, lo sono in un’altra maniera.
C’è anche il Prete, Padre Gioacchino, che confessa le signorine e per lei sarà
un punto di riferimento o forse è meglio dire che in un ribaltamento di ruoli,
lei lo diventerà per lui.
Cosa sono “I Teatri del Sacro”?
È
un’organizzazione che fa riferimento alla Chiesa che ha deciso di incentivare
le Compagnie giovani attraverso un Premio che arriva a dare anche a più
Compagnie. Fa una Rassegna che dà anche molto spazio alla sperimentazione e ciò
fa molto onore a questa organizzazione perché ha delle vedute molto aperte e la
Giuria è sempre disponibile verso qualsiasi messa in scena teatrale.
Omertà, violenza e presunzione, fanno
parte dello spettacolo. Ancora una volta Teatro Sociale, Teatro utile alla
gente. Come ti sei calata in questo personaggio?
Immacolata Concezione
nasce da me e da Alessandro Lui, interprete di Turi. È una storia che ha molti
riferimenti autobiografici della mia vita. Concetta non è molto lontana da me
anche se ha delle cose molto traslate perché chiaramente lo spettacolo essendo
ambientato in un’altra epoca storica, ha altri valori. La base però si
riferisce a me con estrema facilità perché nasce dalla mia esigenza di raccontare
determinate vicende della mia vita.
Autobiografiche in che senso?
Più per
il personaggio che per la storia e naturalmente ho attinto anche dal materiale
umano che mi stava intorno.
Elisabetta Ruffolo
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Foto scene: Dalila Romeo
Foto copertina: Gianluca Bazzoli Sara Pantaleo