Giovedì 8 febbraio 2018 uscirà TRANSTIBERIM (sottotitolo: Trastevere, il mondo dell’oltretomba) di Giuseppe Lorin per Bibliotheka editore (422 pagine, 22€): un libro condito da alcune poesie di Michela Zanarella dedicate alla Città Eterna, che tratta con dovizia di particolari e documentazione fotografica, luoghi, monumenti, strade, personaggi, eventi, targhe, abitazioni, leggende, posti ancora esistenti o scomparsi o da riscoprire, del valore culturale e artistico di tutta la sponda destra del fiume Tevere, fino alla sua foce. L'autore è ospite della rubrica "Segnalibro": l'intervista di Fattitaliani.
Quali libri ci sono attualmente sul suo
comodino?
Sul comodino,
abbastanza piccolo, c’è “Eleonora Duse e le donne di cultura fiorentine” di
Filippo Sallusto. È un carteggio epistolario tra Maria Ponti, Angelica Pasolini
dall’Onda ed Eleonora Duse. È un saggio che in alcuni passaggi mi è utile per
un articolo che sto scrivendo sulla donna che ha sofferto d’amore per Gabriele
D’Annunzio. L’articolo sarà pubblicato su Periodico Italiano Magazine, lo
sfogliabile, diretto da Vittorio Lussana. L’altro libro, è un catalogo di un
importante pittore che lentamente sta per essere dimenticato: Giacomo Porzano.
Ma per non dimenticare il mio maestro, sto rileggendo “Storia di Roma” di Indro
Montanelli, Rizzoli, in una ristampa del 1962. Il mio comodino non è molto
grande ma sono loro che in queste notti mi accompagnano da Morfeo.
L'ultimo "grande" libro che ha
letto?
L’aggettivo grande
può specificare e guidare nella scelta, secondo il proprio percorso individuale
e culturale per cui alcuni libri vengono indicati e ritenuti “grandi” da altri,
mentre per me assumono diversa risultanza. Per strane ed oblique coincidenze
ritengo che “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust sia la raccolta
di più esistenze, di più incontri, dell’autore francese e ritengo che
quest’opera di Proust sia la guida “essenziale” per chi scrive, in particolar
modo gli autori attuali, guida e vademecum dei propri manoscritti ad immagine e
a profumi, ovvero, dei lavori che poi vanno a proporre agli editori. Proust è
un autentico insegnante di scrittura creativa e guida essenziale per chi si
appresta all’arte dello scrivere e, almeno per me, è un drammaturgo ed uno
sceneggiatore ultra moderno. Comunque “Le lettere e i giorni” di Proust mi
hanno fatto rivivere i racconti dei miei parenti su una certa signorina
Christiane Lorin, che incontrò Marcel Proust nel
1903, insieme al suo fidanzato Loche ovvero, Léon Radziwill. Christiane era
molto bella, intelligente ed affascinante tanto che era corteggiata anche da
Lucien Henraux.
Chi o cosa influenza la sua decisione di
leggere un libro?
Il consiglio
giunge dai miei interessi e non sono interessato da influenze che troppo spesso
hanno una doppia valenza vuoi commerciale o d’amicizia. Sono cosciente che
forse il mio è un atteggiamento. Mi ritengo fortunato per essere stato ammesso,
forse per puro caso, in quella cerchia di alta sensibilità culturale. Dacia Maraini
e Antonio Spinosa sono stati i miei primi testimoni di nozze, Carlo Rubbia mi
rilasciò una delle prime mie interviste, Corrado Calabrò mi offrì la sua
prefazione al Manuale di Dizione, Dante Maffia per la prefazione al Dossier
Isabella Morra, e poi ancora Donatella Bisutti, Furio Colombo, Lucia Goracci, e
tanti amici ancora! Sto trascorrendo attualmente la mia esistenza accanto ad
una tra le più importanti poetesse italiane della nostra epoca: Michela
Zanarella.
Quale classico della letteratura ha letto
di recente per la prima volta?
Beh, sinceramente
non si tratta di un libro recente, e non è la prima volta che leggo “Il
Castello” di Franz Kafka. La rilettura a
volte, ti fa rivivere in un modo nuovo quelle sensazioni che avevi assopito e
riposto forse nell’inconscio ma basta un sogno per riportare alla coscienza
quel ricordo vissuto dal protagonista K. Una sensazione nuova, di prima
lettura, di critica a ciò che quotidianamente viviamo con l’incomprensibile
burocrazia e, non ultima, quella della nostra Capitale d’Italia dove si respira
l’aria surreale di cose non risolte in attesa di decisioni migliori che forse
arriveranno dall’alto, dopo il 4 marzo, ma da questa città che amo «Non posso andar via», disse K., «sono venuto qui per restarci, e ci resterò».
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi
dimostra una particolare vitalità?
La domanda che mi rivolge,
in questo particolare momento, d’istinto mi fa rispondere che preferisco la
saggistica, anche se ho inventato per la narrativa che scrivo, un genere
totalmente nuovo ed originale, il genere postfantastorico, che vide il suo ingresso
negli scaffali delle librerie con il romanzo “Tra le argille del tempo”. Ahimè,
edito da un editore alle sue prime esperienze! Sono un giornalista, per cui i
miei articoli spaziano dalla Cultura, alla Politica, ed in particolare alle
interviste. Questa forma di scrittura ritengo che abbia in se la vitalità che
il lettore si attende.
Personalmente, quale genere di lettura Le
procura piacere ultimamente?
Confesso che in
questo periodo le sillogi di alta poesia, di Poesia autentica, mi procurano
“piacere” ed è per questa ragione che preferirei non rivelare il nome
dell’autrice. La Poesia è la carezza della mia anima e sono geloso di quanto ho
scoperto e conquistato. Il privilegio che il mio angelo mi ha donato, lo
conservo nello scrigno d’oro della mia esistenza.
L'ultimo libro che l'ha fatta
sorridere/ridere?
“Amo Galesburg a
primavera” di Jack Finney, edizioni Atlantide. È uno scrittore
americano tradotto e presentato ai lettori italiani da Atlantide. L’autore
descrive delle situazioni molto divertenti ma nel contempo inducono alla
riflessione critica sulla società attuale. È un libro che consiglio per chi è
stanco di tante “tragedie”, che aumenteranno subito dopo il 4 marzo, giorno
delle elezioni!
L'ultimo libro che l'ha fatta
commuovere/piangere?
Senza ombra di
dubbio è stato l'ultimo libro di Massimiliano Governi "La Casa Blu",
edito da E/O. "La Casa Blu" affronta un tema molto discusso, di
difficile risoluzione, l'eutanasia. La storia è molto semplice, un padre e un
figlio si recano in Svizzera, in auto, perché il padre, ex giornalista, deve
fare un reportage sulla casa blu e le persone che hanno scelto il suicidio
assistito. Non voglio svelare oltre perché la lagrima è già dietro le ciglia!
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare?
Mi fanno
arrabbiare, usando un eufemismo, e mi riferisco in primis a chi scrive senza
un’autoanalisi esistenziale del cosa vuol fare da grande, ed in seconda analisi
mi riferisco a quegli editori “ignoranti” che alimentando le aspettative in chi
dovrebbe ancora studiare o almeno leggere di più, pubblicano il libro proposto
senza neanche passarlo per l’editing! Non si può presentare ai lettori un libro
di “orgasmi” che fanno parte solo ed unicamente della tua cerchia ristretta di
…mentalità recluse e represse! Ho accantonato diversi libri che cercherò in
qualche modo di affidarli all’Ama, al più presto! I nomi degli autori e degli
editori? No, non sono degni di nota! Sono realmente incazzato, e questa volta
senza eufemismo!
Mi ricordo con
piacere la proiezione privata presso Palazzo Farnese del film di Roberto
Faenza, “Marianna Ucria”, tratto dal libro di Dacia Maraini “La lunga vita di
Marianna Ucria”, con Emmanuelle Laborit, Roberto Herlitzka, Philippe Noiret,
Laura Morante, Lorenzo Crespi, Laura Betti, Bernard Giraudeau, Eva Grieco, Olivia
Magnani, Selvaggia Quattrini. I film tratti dai libri subiscono inevitabilmente
il genio registico anche se la storia di base rimane la stessa. A me sono
piaciuti entrambi sia il libro sia il film. Al contrario non mi è piaciuto
affatto il film “Io sono leggenda”, tratto dal libro di Richard Matheson che è
un autore ancora da scoprire del tutto. Vi ricordate “Duel”, diretto
magistralmente da Steven Spielberg, quel bel film degli anni ʼ70 con
Dennis Weaver, Eddie Firestone, Lou Frizzell, Tim Herbert, Jaqueline Scott? Bhè,
è tratto da un suo racconto. “Io sono leggenda”, il romanzo di
Richard Matheson, non ha nulla a che vedere con il film diretto da Francis
Lawrence, interpretato da Will Smith. Sono pochi gli elementi in comune e il
protagonista non fa parte di quelli.
Non ho alcun
dubbio, certamente sarebbero sorpresi ed entusiasti al contempo, di trovare
nella mia biblioteca “La bella addormentata in quel posto” di Luciana
Littizzetto, edito da Mondadori nel 2016.
Qual è il
suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?
Per il fuoco sacro
dell’arte drammatica che mi anima fin dalla nascita, sceglierei un protagonista
in assoluto trattato da Albert Camus: Caligola. L’antagonista in
assoluto è senz’altro Cherea da me interpretato in lingua spagnola a Siviglia,
nell’anfiteatro romano di Italica per la regia di Gennaro Duccilli, che ritengo
essere un genio della messa in scena che non cede agli imbrogli di potere di
chi gestisce il Teatro Italiano.
Lei
organizza una cena: quali scrittori, vivi o diversamente in vita, inviterebbe?
I miei invitati,
“di pietra” o meno, li ho elencati prima e qui li rinomino: Dacia Maraini,
Antonio Spinosa, Corrado Calabrò, Dante Maffia, Donatella Bisutti, e se è
ancora a Roma, Carlo Rubbia, aggiungendo un posto a tavola per la mia amica
Lucia Goracci se avesse il tempo e la voglia di allontanarsi dalle zone di
guerra!
Ricorda
l'ultimo libro che non è riuscito a finire?
Scrivo e accantono
diversi spunti o idee per il prossimo libro o la prossima sceneggiatura o
drammaturgia e a questi attingo per proseguire nell’intento, così come mi è
accaduto per “Roma, la verità violata”, Alter Ego edizioni, il mio terzo
romanzo postfantastorico dove i personaggi sono autentici così come gli eventi
e i luoghi descritti. Alcune importanti istituzioni mi hanno dato accesso a
documenti altamente riservati e rimasti “segreti”… fino alla mia consultazione!
Quale
scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?
No, per cortesia
no! Questa domanda saltiamola.
Che cosa
c'è di Giuseppe Lorin in "TRANSTIBERIM"?
C’è solo la zona
dove sono nato e dove abito: Monteverde, che non fa parte logicamente degli
storici sette colli di Cistevere. La sponda destra
del Tevere, transtiberim, è stata abitata dagli Etruschi e dai Falisci ed in
alcune parti si respira ancora quel senso di raffinatezza che ha distinto questo
popolo antico e classico, rispetto ai Latini, agli Aequi e ai Sabini, abitanti
della sponda sinistra. In Transtiberim traspare l’amore che visceralmente ho
per questa zona di Roma, che è stata abitata per 10 anni da Pier Paolo
Pasolini, anticamente da Marziale e visitata da Galileo Galilei che nel Casale
Malvasia ha dato dimostrazione alla curia romana dell’utilità della sua nuova
invenzione: il cannocchiale. Monteverde è stato il quartiere di Attilio,
Bernardo e Giuseppe Bertolucci, dei fratelli Taviani, di Rodari, di Nanni
Moretti e di molti altri impegnati nella Cultura autentica di questa città ormai
quasi alla deriva sulla zattera della Medusa! Giovanni Zambito.
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IL LIBRO
La sponda destra del Tevere è sempre stata considerata come la sponda delle anime ed è su questa riva che fin dall’epoca del dominio etrusco – senza tralasciare l’alternanza di governo dell’Urbe tra i Re sabini ed i Re etruschi – avvenivano le sepolture. Ipotesi e supposizioni fanno risalire il Pantheon etrusco su questa riva, così come è ancora visibile, in questa zona, la più antica strada di fattura etrusca, che arrivava ai campi di sale ad Ostia: la via Campana, affiancata da Anco Marzio dalla via del porto e sostituita dall’imperatore Claudio con la via Portuensis, che conduceva ai porti di Traiano, Tiberio e Claudio.
Un’area ricca di illimitata storia intrisa di misteri e segreti che, partendo da Santa Maria in Fons Olei (la storica Basilica di Santa Maria in Trastevere) viene ora narrata con uno stile leggero e inequivocabile da Giuseppe Lorin, autore di alcuni saggi sulla Roma nascosta, in TRANSTIBERIM (sottotitolo: Trastevere, il mondo dell’oltretomba), in uscita l’8 febbraio per Bibliotheka editore.
Un libro condito da alcune poesie di Michela Zanarella dedicate alla Città Eterna, che tratta con dovizia di particolari e documentazione fotografica, luoghi, monumenti, strade, personaggi, eventi, targhe, abitazioni, leggende, posti ancora esistenti o scomparsi o da riscoprire, del valore culturale e artistico di tutta la sponda destra del fiume Tevere, fino alla sua foce. Ma anche un libro denuncia per alcuni luoghi della sponda destra del Tevere dove i simboli storici dei quartieri che si affacciano sul fiume, sacro fin dall’epoca etrusca, stanno inesorabilmente scomparendo a causa dell’incuria e della cementificazione su queste opere magnifiche e storiche dell’uomo.
Il volume, intriso di molteplici curiosità - da segnalare su tutte lo scatto riferito alla prima catacomba ebraica a Transtiberim, che si trovava nei pressi del ponte ferroviario di Ponte Bianco, sulla Gianicolense – è da considerare un’agile guida illustrata che, partendo dalle origini di Trastevere, vuole ricostruirne e renderne al lettore il fascino, non soltanto tramite analisi di tipo artistico-architettonico, ma anche attraverso il racconto di aneddoti che si perdono tra il verosimile e il leggendario e vicende di personaggi più o meno celebri che hanno legato le loro azioni a questo storico rione.
L'AUTORE
Giuseppe Lorin
Attore, poeta, regista, romanziere, critico letterario, autore, conduttore e giornalista, dopo aver studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” si è specializzato all’International Film Institute of London con Richard Attenborough.
Laureato in psicologia all’Università di Roma “La Sapienza”, si è specializzato in Pubblicità e Marketing presso l’Università “Luigi Bocconi” di Milano.
E’ docente di Interpretazione con il Metodo Mimesico e Dizione interpretativa. E’ giornalista pubblicista e collabora con varie testate giornalistiche online e cartacee.
Ha vinto diversi premi e riconoscimenti.
Con Transtiberim. Trastevere, il mondo dell’oltretomba, è alla sua quinta pubblicazione dopo l’apprezzato “Manuale di Dizione” (Nicola Pesce, 2009) con prefazione di Corrado Calabrò e contributi di Dacia Maraini, consultabile ora anche nelle biblioteche statali di settore. Il suo incommensurabile amore per Roma l’ha portato a scrivere “Da Monteverde al mare” (David and Matthaus, 2013), “Tra le argille del tempo” (David and Matthaus, 2015), primo romanzo postfantastorico, “Roma, i segreti degli antichi luoghi” (David and Matthaus, 2016) e “Roma, la verità violata” (Alter Ego, 2017), romanzo pensato per una fiction di cui tre personaggi sono visibili su Youtube.
In fase di editing è il sesto libro: “Dossier Isabella Morra”, la tragica storia della giovane poetessa del XVI secolo.
LA CASA EDITRICE
Bibliotheka Edizioni nasce nel 2014 dall’iniziativa del suo Direttore Santiago Maradei. Agli albori si sviluppa come marchio editoriale di proprietà di Eureka3, solida e longeva agenzia di comunicazione di Roma. Dato il repentino successo e la robusta crescita a cui va incontro sin dai primi mesi, nel novembre 2015 si costituisce come società a se stante anche se pur sempre fortemente consolidata nel gruppo societario di appartenenza.
L’impronta Direttiva si fa da subito chiara e decisa: cercare talenti Italiani da valorizzare sia nel Bel Paese che all’estero. E così il catalogo si arricchisce di un variopinto insieme di titoli. Tra narrativa e saggistica vengono pubblicati oltre 200 libri in poco più di quattro anni con una costante crescita in termini di maturità editoriale e stilistica.
Attraverso la partecipazione alle maggiori Fiere del settore, Frankfurter Buchmesse 2016 (Messe, Francoforte) Più Libri Più Liberi 2016 (Palazzo dei Congressi, Roma), Tempo di Libri 2016 (Fiera di Rho, Milano), Frankfurter Buchmesse 2017 e Più Libri Più Liberi 2017 (La Nuvola di Fuksas, Roma) questa giovane e dinamica casa editrice è riuscita a far conoscere le Opere dei suoi Autori al più vasto pubblico possibile, cercando anche di realizzarne la traduzione in altre lingue.
Info su http://www.bibliotheka.it