"Anche in tempi di crisi come quelli che tutti i comuni stanno attraversando, è giusto sostenere le attività artistiche e culturali, è un dovere": sono le parole di Enrico Lanciotti, sindaco di Altidona, dove si sta svolgendo la seconda edizione del festival "Ciak sul Fermano", organizzato dall'Associazione "Il Grillo Parlante" e il suo effervescente presidente Annamaria Savini, con la direzione artistica di Cristiana Badiali.
Il gradimento da parte del pubblico gli sta dando ragione: il cinema oltre a un arricchimento culturale, può rappresentare in una manifestazione del genere un ottimo volano per far conoscere e valorizzare ulteriormente una meraviglia marchigiana. Stasera saranno proiettati il documentario "Giulietta e Federico" di Mario Orfini e gli ultimi due cortometraggi in gara, "Manuale" di Alberto Felicetti con Armando Pizzuti e "Buon San Valentino" di Cristiano Anania con Alessandro Borghi. Fattitaliani ha scambiato due battute con i due protagonisti e il regista della seconda pellicola.
Il titolo "Buon San Valentino" fa subito intuire il contenuto del corto oppure trae volutamente in inganno?
Cristiano Anania: Il titolo è fuorviante, perché sembra ma non è una commedia, è un cortometraggio noir. Tre quarti del corto vanno in una direzione molto poetica e amorosa mentre nel finale si scoprirà essere tutt'altro. E' ambientato nel giorno di San Valentino: le conseguenze non saranno idilliache ma molto tragiche; è una storia vera successa a Brasilia tre anni fa che ho ambientato in Italia.
Ogni personaggio dà qualcosa all'attore che lo impersona: come ne hai vissuto l'interpretazione?
Alessandro Borghi: "Buon San Valentino" è un progetto cui tengo molto perché mi è capitato in un periodo della mia vita particolare: assieme al regista ho scelto di lavorarci tanto tempo prima perché ero indeciso sulla strada da prendere perché il cortometraggio si basa su un equilibrio sottile, basato sul gioco di far sembrare qualcosa che poi non è. Quindi, emozionalmente mi ci sono calato al 100%: venti giorni prima mi sono preparato sia sulla sceneggiatura sia sulla caratterizzazione del personaggio e poi sono stato anche aiutato dal fatto che il corto è stato girato proprio a casa mia. E' stato tutto molto bello e anche difficile perché recitare con Giorgio Colangeli da una parte mi ha reso entusiasta dall'altro mi ha messo addosso un'enorme responsabilità. Ho cercato di metterci tutto quello che avevo e a quanto pare è venuto fuori un buon lavoro di cui siamo tutti contenti.
Armando Pizzuti: È stata un'esperienza divertente; il corto è nato come un gioco e si è trattato di un lavoro molto fisico con i movimenti del viso tutto in primo piano da fare in un determinato momento. E' stata una sfida, perché girato interamente su un unico piano sequenza: se sbagliavo qualcosa bisognava ricominciare daccapo. Dunque, dovevo ogni volta tener presenti le riflessioni e le indicazioni concepite prima: ovviamente abbiamo fatto delle prove girate e ogni volta c'era un elemento in più che piaceva al regista, un crescendo con spunti sempre diversi che man mano nascevano. Insomma, un work in progress che cresceva nel momento in cui fisicamente lo affrontavo. Giovanni Zambito (12 luglio 2014).