Kaos 2017, il festival dell’editoria, della legalità e dell’identità siciliana avrà luogo il 9 e il 10 dicembre prossimi nei locali dell'Accademia Michelangelo di Agrigento. Tre scrittori si contenderanno il premio per il migliore racconto: Maria Concetta De Marco con Blanco, Giuseppe Graceffa con Il giusto compenso, Maria Carmela Miccichè con Il pezzetto d'America sotto il cuscino. Fattitaliani li ha intervistati.
Come nasce il suo racconto?
Maria Concetta De Marco: Il mio racconto BLANCO nasce da un cane di grossa taglia, a pelo lungo, folto e bianco che tempo fa spesso vedevo sul ciglio della strada mentre tornavo a casa. Se ne stava in piedi a guardare le macchine che gli passavano davanti e sembrava aspettare qualcosa o meglio, qualcuno. Ho immaginato quale potesse essere la sua storia...
Giuseppe Graceffa: Il mio nuovo progetto editoriale, un libro dal titolo “Mala Terra” che è in uscita proprio in questi giorni, è una raccolta di racconti ambientati nella Sicilia del recente passato, tratti da storie vere e fatti realmente accaduti che ho raccolto dalle persone più anziane, fedeli testimoni di un tempo che non c’è più e di una Sicilia ormai scomparsa. “Il giusto compenso” rientra in questo filone, una straordinaria storia che non è stata inserita nel mio nuovo libro. Una storia che è realmente accaduta, che mi è stata tramandata oralmente e che ho pensato potesse essere perfetta per il Premio Kaos.
Maria Carmela Miccichè: Dunque, sono nata in una casa piena di nonni, zii e racconti, ho sempre amato ascoltare e fare delle immagini di quei racconti, immagini che raccoglievo e custodivo con cura. nei miei scritti metto spesso queste immagini o, a volte, come è successo per "Il pezzetto d'America sotto al cuscino" parto da un'immagine e poi la storia prende il suo ritmo, i suoi profumi. "Il pezzetto d'America sotto al cuscino" è nato dall'immagine di un mio bisnonno e di questo suo amore impossibile, il resto è tutta fantasia.
Quanto c'è della sua vita in ciò che scrive?
Maria Concetta De Marco: Nei miei racconti credo ci sia moltissimo di me, l'amore per la maternità, la dolcezza, la tenerezza, la speranza, l'ottimismo, e poi il mio sentire, le mie emozioni ma anche le mie paure...la paura della solitudine, la paura dell'abbandono. Secondo me sono paure molto diffuse e con i miei scritti cerco di esorcizzarle.
Giuseppe Graceffa: Praticamente nulla se non la mia personale sensibilità nell’affrontare una storia, qualunque essa sia. Le mie storie prescindono da me stesso, hanno una vita propria e generalmente tengo distinte la mia vita e le mie esperienze da ciò che metto su carta e trasmetto ai lettori. Ritengo infatti che i lettori quando leggono non vogliano leggere me o una parte di me, ma solamente le mie storie e le emozioni che esse trasmettono.
Maria Carmela Miccichè: Credo che sia importante raccontare ciò che si conosce, anche se si usano spesso metafore, chi legge sa se si parla "a vento" o se chi scrive porge sentimenti e sensazioni di prima mano. ovviamente io non scrivo sempre di me, della mia vita, anzi, a essere sincera, quasi mai ma amo osservare, raccogliere sfumature di vita, gesti, espressioni, incrinature di voce e poi raccontarle.
Ha dei modelli letterari di riferimento?
Maria Concetta De Marco: Io adoro leggere e amo sia autori italiani che stranieri. Il mio autore preferito è Oscar Wilde: trovo che IL RITRATTO DI DORIAN GRAY e THE CANTERVILLE GHOST siano due capolavori che vanno ben oltre la loro apparente semplice storia. Ma nella mia vita ho letto anche i classici come I PROMESSI SPOSI, IL GATTOPARDO, I VICERE', ROBINSON CRUSOE, OLIVER TWIST, GULLIVER'S TRAVELS, ANNA KARENINA. Ho letto molto di Isabelle Allende, Sveva Casati Modignani, Giuseppina Torregrossa, Simonetta Agnello Hornby, Andrea Camilleri, Dan Brown, Giorgio Faletti e tanti altri. Di recente ho finito di leggere l'ultimo romanzo di una scrittrice irlandese, Lucinda Riley, che apprezzo moltissimo. Mi piace davvero tanto il suo modo di scrivere. Come si vede, sono letture molto diverse tra loro ma, e del resto lo specifico in un mio racconto, penso che ogni libro lasci sempre un segno dentro di noi. E poi, mi piace conoscere "il fenomeno", cioè ad esempio perché un libro arriva ad essere il primo in classifica tra i più venduti; per questo in passato ho letto persino la trilogia delle famose "CINQUANTA SFUMATURE DI..."...perlomeno ho capito perché sono stati al top per mesi.
Giuseppe Graceffa: Assolutamente no. Ho naturalmente degli autori che mi piacciono particolarmente e che adoro leggere ma non ho mai preso nessuno di essi a riferimento. Quantomeno volontario. Sicuramente qualcuno di loro ha influito sulla mia formazione, ma con il tempo ho cercato di sviluppare un mio stile personale che non si ispira a nessuno, se non a me stesso.
Maria Carmela Miccichè: Ho sempre amato leggere, ho sempre avuto attorno a me libri e ho letto avidamente il percorso che da Salgari alla Alcott, alla Brontè, a Dumas mi ha poi portato ad Agatha Christie che rimane il mio grande amore letterario e poi il grande Pirandello che sta sempre sul comodino a portata di mano e tanti altri. sono convinta che ogni cosa che leggiamo lascia dentro di noi una traccia che sarà utile quando ne avremo bisogno, così gli autori che amo diventano non solo il mio riferimento ma fonte di spunti. Giovanni Zambito.