Al Teatro Golden fino al 10 dicembre “Chi mi manca sei tu” omaggio a Rino Gaetano,
scritto e diretto da Toni Fornari ed interpretato da Claudia Campagnola nei
panni di una groupie che segue dappertutto il cantautore nei suoi concerti e da
Marco Morandi che dà voce a Rino accompagnandosi con la chitarra. Fattitaliani li ha intervistati.
Entrambi straordinari, catturano il pubblico con le canzoni e la storia.
Attraverso la musica e le sue parole ripercorriamo la vita di Rino Gaetano e la
sua visione panoramica della storia vista senza paraocchi. Nei suoi brani
c’erano sempre parole tristi. Prendeva ad esempio sempre gli ultimi. Aveva un
rapporto particolare con la politica. Era una persona comune che neanche il
successo aveva cambiato, era rimasto umile.
Aveva un modo suo di fare spettacolo. Si presentava con cartelli, il cilindro,
il frac, addirittura con l’accappatoio sul Palcoscenico del festival di
Sanremo.
Le sue canzoni sono immortali e lo rimarranno per sempre perché Rino ha sempre
vissuto da “semplice” la sua Grandezza e Genialità.
Dello
spettacolo, è in previsione una Tournée con delle date in Toscana ed Umbria,
però non si esclude anche qualche tappa all’estero visto che Rino è conosciuto
anche oltre Oceano. E’ uno spettacolo godibile che avrà sicuramente una lunga
vita. Claudia Campagnola e Marco Morandi, sono ormai una coppia teatrale
collaudata da “Generazione di precari” a “Non c’è due senza te”. Si sono
conosciuti nel lontano 2008 nella Commedia “Il mistero del Calzino bucato” con
la Regia di Marco Zadra.
In “Chi mi manca sei tu” si confermano vincenti!
Cosa
manca di Rino Gaetano oggi? Morandi: Manca la
voce fuori dal coro che dica come stanno le cose, in maniera chiara, diretta,
ironica che svuota un po’ le coscienze.
Perché Rino veniva da un altro pianeta?
Campagnola: Perché come il Full di Shakespeare aveva l’opportunità per
dire la verità. Era l’unico che poteva dirla al re. Rino era autentico fino
alla fine e aveva la grande volontà di dire verità scomode.
Faceva musica leggera ma ciò non gli impediva di scrivere d’amore senza parole
melense. Perché oggi non è più così?
Morandi: bisogna cercare di uscire
fuori dagli schemi, l’omologazione che ci appiattisce un po’ tutti e contro la
quale andava Rino. Non fare le cose come fanno tutti e cercare di essere diversi,
attenti, acuti.
Da dove nasce il bisogno di raccontare la
necessità di vivere?
Campagnola:
lui era un Poeta inquieto, era alla continua ricerca del suo essere, del ruolo
del cantautore in quel momento. Indubbiamente anche trovare un senso alla vita,
era importante.
Aveva un rapporto particolare con la
politica. Perché oggi nella maggior parte dei casi non esiste più?
Campagnola: C’è talmente tanta confusione
che non si capisce neanche cosa sia la Politica.
Morandi: È difficile anche individuare chi sia il nemico. Sicuramente Rino
li avrebbe riconosciuti più facilmente. Lui con la politica aveva un rapporto
particolare, sicuramente era trasversale.
Campagnola: È stato dichiarato di varie parti, di vari stili politici:
In realtà poi lui era uno spirito libero, non era per niente schierato
politicamente. Noi raccontiamo il suo rapporto con la politica, attraverso la
letteratura, il Teatro, con la drammaturgia.
Rino era una persona comune ed era rimasto umile anche con il successo. È
facile o difficile con il successo perdere la testa?
Morandi: I
fatti dimostrano che è abbastanza facile perdere la testa con il successo di
questo periodo, fiammate veloci che durano pochissimo. E’ tutto un cotto e
mangiato, un usa e getta e lo è anche per i personaggi. E’ difficile trovarne
uno che abbia una profondità ed un tale spessore non usa e getta ma continuo.
Forse manca anche la vetta culturale di certi personaggi.
Campagnola: In questo momento bisogna rimanere molto agganciati a se stessi e bisogna capire
che il successo che ti dà la televisione o il Jet set è veramente molto
aleatorio, effimero e bisogna rimanere agganciati in una poetica personale per
non perdere il punto di vista anche interpretativo.
Rino è stato antesignano su tutto,
cantava argomenti che sono attuali anche oggi. Aveva previsto che le sue
canzoni sarebbero state amate anche dalle generazioni successive ed è quello
che è successo dopo la sua morte. Voi eravate bambini, come avete imparato ad
amarlo e in che cosa vi riconoscete nelle canzoni di Rino?
Morandi:
Spesso Rino si conosce superficialmente tramite le canzoni trasmesse per Radio
e che sono quelle meno rappresentative anche dal punto di vista dello spessore
artistico di Rino. La canzone “Tu forse, non essenzialmente tu” mi ha aperto
“il file Rino Gaetano” e mi ha fatto capire che Rino era diverso. Parla d’amore
ma in maniera diversa. Usa parole e metriche diverse. Da lì ho scoperto un mondo. Canto Rino
Gaetano già da anni e mi accorgo che ci sono giovanissimi che conoscono le sue
canzoni a memoria e questo mi fa riflettere perché vuol dire che quello che ha
scritto è veramente molto attuale. I ragazzi di oggi ci si riconoscono e
riconoscono il mondo che hanno attorno. Il modo di vedere in qualche modo il
futuro, di capire quali fossero stati i problemi che sono uguali a quelli di
oggi. C’è sempre il ricco più ricco ed il povero più povero. In un’intervista
lui lo aveva previsto, così come aveva previsto un sacco di cose. Nella
“Canzone di Renzo” racconta un po’ della sua morte.
Campagnola: Devo ringraziare Marco Morandi per aver conosciuto Rino
Gaetano. E’ stato lui che mi ha permesso di approfondire e di conoscere meglio
questo “Genio”. Marco fa parte di una Cover Band di Rino che si chiama “RinoMinati”
e li seguo come una Groupie in giro per l’Italia. Ho imparato a conoscere le
sue canzoni rifatte dalla Cover Band e poi piano piano con questo spettacolo
anche le parole di Rino e la sua poetica. Questo spettacolo è stato il fiore
che è sbocciato.
Siete una coppia artistica collaudata,
amici-nemici o cosa?
Amici-amici, grandi confidenti. Un punto di
riferimento l’uno per l’altro. Un’affinità elettiva artisticamente parlando ma
anche umanamente.
Elisabetta Ruffolo
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