La seta tessuto pregiato.
Si narra che la nascita della seta si debba all'Imperatrice cinese XI LING SHI, ma la lavorazione della seta era già praticata in Cina già dal 3000 a.c.
Le vesti di seta erano riservate solo agli Imperatori ed alla classe sociale più ricca.
Gli Imperatori cinesi tentarono di mantenere segreta la conoscenza della sericoltura, tuttavia gli allevatori iniziarono a spostarsi in Giappone, Corea e India.
In Europa la sericoltura inizia intorno al 550 grazie all'Impero bizantino.
La leggenda narra che furono alcuni monaci per ordine dell'Imperatore Giustiniano, a portare delle uova di baco da seta nascoste nel cavo di canne a Costantinopoli.
Dal XII secolo è l'Italia la maggior produttrice europea di seta, e sono Palermo, Messina e Catanzaro le più rinomate.
È proprio da Palermo che la lavorazione della seta si diffonde in tutt'Italia ed Europa.
Poi sarà la volta di Firenze che viene riconosciuta come la Capitale "dell'arte della seta".
Fino a giungere nel XIII secolo a Lucca e in seguito a Bologna.
Ma è nel XIX secolo che Como sbaraglia tutte le città concorrenti, divenendo l'ormai incontrastata Imperatrice della seta.
Potremmo definire questo percorso che parte da Palermo fino a concludersi a Como una vera e propria "via della seta tutta italiana".
Purtroppo nel periodo delle due guerre mondiali ci sarà un declino vertiginoso in Italia nella produzione della seta. Scompare.
Per riapparire più folgorante che mai subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Il Teatro Della Scala di Milano viene completamente vestito di seta e nello stesso tempo viene confezionato il manto regale della Regina d'Italia Elena del Montenegro.
Elencare i tessuti "figli " della seta è un'impresa.
Taffetà,
Georgette,
Chiffon,
Raso,
Lampasso (seta operata),
Crepe de Chine,
Crepe,
Filaticcio (seta poco pregiata),
Organza,
Velluto,
Damasco (tessuto monocolore decorato),
Broccato (simile al damasco ma più opulente e con svariati colori).
Ma arriviamo ai giorni nostri.
L'Impero incontrastato della produzione della seta rimane Como.
Dovete sapere che tutti arrivano nelle famose seterie di Como per la sericoltura delle loro produzioni.
E' come per le scarpe di Monsieur Louboutin. Pensate siano francesi? Sbagliato. Monsieur fa confezionare le sue famosissime scarpe ormai divenute un cult in Italia. E so anche dove. Quindi in realtà sono italianissime.
Chi e' specchio delle mie brame il Re della seta oggi?
Un solo nome KINLOCH.
Ma attenzione è di nuovo italiano.
Kinloch si presenta sul mercato nel 2013 grazie ad una brillante intuizione (come i suoi colori) di Davide Mongelli che dà vita al progetto assistito da un giovane designer e da Francesco Fantoccoli, attuale designer della collezione.
Tessuti di grande qualità provenienti dalle seterie di Como.
Stampe coloratissime, retrò, briose.
Le stampe di Kinloch sono viaggi attraverso la Sicilia, fino a Venezia, Londra, Cuba ecc...
Sono racconti giocosi, fantastici, colmi di fantasia, di immagini inaspettate.
Questo brand ora presiede il mercato della seta.
Ha anticipato i tempi creando un'intera collezione di foulards di varie dimensioni con cui giocare e creare outfit completi.
Hèrmes, quel dommage!. Ma cari francesi non siete piu' voi ha dettare la moda.
La prossima collezione primavera/estate donna di Hèrmes sara' improntata totalmente sui foulards.
Kinloch l'ha appena fatto.
Io indosso un foulard gigantesco 140x140 con cui ho creato una gonna da gran sera.
Non ho toccato nulla. Il foulard è integro. È chiuso a portafoglio da una broche ed ha uno spacco vertiginososul lato sinistro, Ricordate gli spacchi vanno SOLO sul lato sinistro del corpo.
L'ho abbinato ad una blusa di seta bianca e naturalmente giacca nera taglio smoking. Pochette volutamente di una grandezza eccessiva perche' in questo outfit tutto deve essere leggero, retrò, brioso, come la gonna/foulard.
Particolare che si sposa in un matrimonio perfetto con la gonna, un tronchetto verde metallizzato, aperto davanti, tacco a spillo 12.
I gioielli. Uno stringicollo oro che sfuma la giocosità dell'outfit, regalando sensualità e due anelli. Il primo molto grande dai mille colori con al centro una grande pietra verde smeraldo. Il secondo è una rosa con un lungo gambo e foglia che sembra ricamare la mano. Notate che io metto quasi sempre un solo anello o un anello per mano. Un vezzo che adoro. Niente orologio.
D'obbligo smalto scuro, un rouge/noir e smoky eyes nero/verde.
Labbra dello stesso colore dell'incarnato.
Sono pronta per il mio Gran Galà, non importa dove, ma importa che voi vi sentiate Regine, perché mie care Signore, a dispetto di tutto, lo siete.
Sara Tacchi