DOV’È FINITO IL TALENTO?

Pochi giorni fa ho assistito ad un’altra sfilata di moda dove oltre agli outfit si presentava il total look che comprende la parte estetica del fashion: trucco, make-up, acconciature ecc….

Il termine “talento” andrebbe usato sapendo cosa significa. L’etimologia  del termine “Talento” dal latino” Talentum “significa: dote, capacita, attitudine, indole, estro, valore, ingegno, genialità.
Ho letto cari articoli in merito a questa Sfilata, e come nella precedente di Milano, Blogger varie, pseudo giornaliste, influencer hanno abusato di questo termine, io proprio non l’ho visto.
Credo dovrei a questo punto andare da un buon oculista o credo che si abbia paura nel dire le cose come stanno. Poi guardo chi scrive questi elogi e mi fermo. È sufficiente vedere il loro outfit. Dice tutto.
Torniamo a questa Sfilata. Non ho visto niente. Intanto vorrei analizzarla in tutti i suoi aspetti per farvi capire che il meccanismo dietro un defilé è complesso.  Parliamo comunque di un’azienda che produce abiti o prodotti cosmetologici. Prima cosa da valutare il budget. Qui hanno proprio superato i limiti per il tipo di Evento. Hanno risparmiato dove occorreva investire ed elargito dove si poteva evitare.
Questa è politica aziendale e dato che io ho una costruzione professionale imprenditoriale osservo anche questo. Secondo voi è consono che io chiami la casa di moda per avere un tavolo vicino alla sfilata e che questi mi rimbalzino direttamente alla PR del locale per avere il tavolo? Non ho interpellato Chanel, Dolce & Gabbana, Armani e via dicendo. È una piccola stilista di un paese di Provincia.
Tutti parlano male del mondo dei rapper. Io ho assistito a varie mostre di Street Art di persone che vendono per davvero. Ho trovato gentilezza, disponibilità, umiltà, disponibilità a fare foto di ogni tipo.
Certo non è lo stilista che si deve occupare della parte professionale. È lo Staff dirigenziale il responsabile. I vestiti da presentare erano quattro o cinque. Teniamo presente che ci troviamo in Provincia non a Milano. La location era eccellente, eccessiva per una Sfilata cosi misera di outfit. Hanno fatto sfilare le modelle su e giù da una scala. Nessuna camminata. Locale più per feste, Party, intrattenimento, non Sfilata di moda. Nessun omaggio alle Signore invitate. Questo è un errore gravissimo. Un omaggio anche di poco valore è sempre gradito.
Le modelle non erano modelle ma ragazze che probabilmente sono state reclutate per la serata. Non sapevano camminare, non sapevano arrivare al punto fermo in cui il corpo si deve voltare, non sapevano interpretare l’outif. Ma cosa avrebbero dovuto interpretare? Abiti da discoteca, abiti che indossano donne che vogliono sembrare ridicole ragazze. Abiti di un’assimetria non giustificata, incomprensibili.
Non siamo tutti stilisti, scrittori, artisti in Italia, ma sembra che tutti credano di esserlo solo perché sul passaporto c’è la cittadinanza italiana!
Scarpe terrificanti. Zatteroni, un “omicidio premeditato” alla sensualità delle modelle in questione ed aggiungo delle donne in generale. Il tacco a spillo da quella naturale ondulazione dei fianchi che un tacco grosso non potrà mai dare.
Ho salvato un capo. Un Kaftano nero in chiffon indossato però sopra dei bikini. Raffinato ma non come beachwear. Voi andreste in spiaggia con un Kaftano in chiffon nero lungo fino ai piedi con cappuccio? Come l’avrei valorizzato? Semplice facendolo diventare un capo stilosissimo da sera. Modella alta, gambe lunghe e nervose, jeans nero slim, t-shirt bianca, decolleté nera tacco 12 e sopra il Kaftano. Non mi pare complicato.
Quando ho chiesto del Kaftano mi è stato risposto dalla Responsabile dello Staff che mi ha invitato alla sfilata che avrei potuto acquistarlo su ordinazione in un negozio che in realtà è un grande atelier di acconciature. Ho risposto che se vado da Coppola è per fare i capelli, non comprare un vestito. Voi andreste da un parrucchiere ad acquistare abiti? Questa è la politica aziendale di una “casa di moda”? Io trovo tutto ciò privo di classe e buon gusto. La risposta esatta era “ ti è piaciuto, un omaggio per te “. Avrebbero fatto un gesto di classe ed un investimento insignificante per essere elevate. Ma la classe ormai è in via d’estinzione.
Passiamo ora al total look. Scusate ma proprio io non riesco più a vedere queste lunghe chiome “boccolose” artificiali. Sono cofane vere e proprie, non esiste altro nome. Perché non ci sono modelle, donne, ragazze con tagli corti? Il corto è sexy. Se pensate alle donne più sensuali ad esempio del cinema, tantissime non avevano queste capigliature orripilanti. Grace Kelly, Haudrey Hepburn, Ingrid Bergman, MARYLIN MONROE, fino ad arrivare a Charlize Theron, Sharon Stone e potrei andare avanti all’infinito.
Passiamo alla moda: Linda Evangelista. Anche la Schiffer. La Crawford avevano capelli mediamente lunghi ma semplici.
Make-up pesantissimo.
Le mani. Come è possibile che sia stata “legalizzata “questa terrificante manicure con unghie lunghe, a punta dai mille colori.
Allora sapete cosa vi dico. Un brindisi a chi ancora ci crede come me che la classe deve essere sempre messa al primo posto. È la Regina unica e incontrastata del giusto stile di vita.

SARA TACCHI

Fattitaliani

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