Opera di Amsterdam, il maestro Michele Mariotti dirige "La forza del destino": musica, artisti, regia di grande livello

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La celeberrima ouverture dell'opera a livello emozionale apre la strada alla comprensione: il destino con la sua forza trascina gli esseri umani in un vorticoso continuo giri di eventi che constano di momenti di grande felicità e di profonda tristezza.
I personaggi sono ruoli di un copione scritto dove ogni partecipante arriverà al punto previsto e stabilito, anche se alcuni passaggi della vita sembrano "altro" dal cammino ordinario che ci accomuna.

Potrebbe essere riassunto così il significato de "La forza del destino" in scena all'opera di Amsterdam fino al 1° ottobre, coprodotta con la Royal House Covent Garden di Londra. 

Un'incessante passerella di bravura e di competenza: la regia attenta di Christof Loy, i costumi e la scenografia di Christian Schmidt, le luci di Olaf Winter, le coreografie di Otto Pichler. Per non parlare dell'eccellente direzione musicale del Maestro Michele Mariotti fa scorrere leggera e impetuosa la musica verdiana e la rende riconoscibile con i suoi tipici altissimi momenti di pathos.
I tre protagonisti giocano impeccabilmente la loro parte.

Da brividi le arie di Leonora (Eva-Maria Westbroek) quando prega la Vergine prima di ritirarsi a vita eremitica e nell'ultima parte prima di rivedere l'amato e il fratello. Così come Don Carlos (Franco Vassallo) e Alvaro (Roberto Aronica) quando rivelano le loro vere identità e quando si ritrovano all'interno del monastero.

E poi c'è Preziosilla, una magnifica Veronica Simeoni: divertente, naturale, agile nel canto, nelle espressioni e nei movimenti coreografici. Il suo ruolo brilla nella seconda parte dello spettacolo quando finita la guerra  il palco ospita un vero e proprio mini musical dove i ballerini danzano divinamente e tutti i personaggi si muovono all'unisono e simmetricamente. Da sottolineare anche Alessandro Corbelli nei panni di Fra Melitone, un frate impaziente e burbero che conquista gli spettatori. Da vedere!
Giovanni Zambito.


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