Roberto Sarra è nato a Rimini
nell’Aprile del 1964 e vive a Cattolica rinomata località balneare del litorale
Adriatico. Scrittore, Poeta, Editore, Critico letterario, Presidente
dell’Associazione Pegasus Cattolica, è ideatore del Premio letterario
Internazionale “Città di Cattolica Pegasus Literary Awards”, del “Premio
Internazionale Montefiore” della Golden Selection che si tiene ogni anno nella
Repubblica di San Marino, e del Premio itinerante di letteratura World Literary
Prize che viene svolto ogni due anni nelle capitali e nelle località turistiche
di rilievo internazionale.
Le sue opere
letterarie sono state ristampate in diverse edizioni. Dal 2014 è Presidente
della casa editrice Pegasus Edition, per la sua attività di editore nel 2017 le
è stato conferito il Premio Comunicare l'Europa. È evidente che ci troviamo di fronte ad
un personaggio culturale non comune e questo ci ha motivato ad incontrarlo per
farlo conoscere a chi vuole cimentarsi nel difficile compito di propagatore
della Cultura. L'intervista di Fattitaliani.
Eccoci dr. Sarra, lei ha stimolato la nostra curiosità. La
troviamo al timone di un’Associazione Culturale da lei fondata e consolidata
negli anni: la Pegasus che, in linea con il cavallo alato che ne è il Logo, ha
preso il volo, ramificandosi in tanti Eventi di cui adesso ci parlerà. Innanzitutto
com’è nata l’idea di avventurarsi in un settore così impegnativo?
L'idea nasce innanzitutto da una grande
passione, scrivo fin da ragazzo ed è inutile dirlo i libri mi hanno sempre
affascinato. Mi affascina però anche l'arte in generale come la musica, la
danza ecc. Mi sono cimentato in tantissime esperienze, ho fatto teatro, ho
studiato pianoforte e ho sempre organizzato dapprima feste da ballo, in seguito
cerimonie istituzionali per l'amministrazione presso la quale lavoravo. Da qui
a fondare un Associazione Culturale il passo è stato breve.
L’Associazionismo
dovrebbe essere un’esperienza che aggrega, quindi che unisce sinergie. È così
in Italia o c’è ancora della strada da fare per superare la competitività?
Sicuramente unisce ed aggrega, bisogna
però impegnarsi a superare i vari individualismi che molto spesso sottraggono
forze al collettivo. Le guerre in casa non hanno mai giovato a nessuno. Sotto
questo aspetto mi reputo un fortunato perchè la Pegasus è una famiglia dove il
gioco di squadra è qualcosa di straordinario. La mia fortuna è stata quella di
trovare collaboratori, collaboratrici, più propriamente, vista l'altissima
percentuale femminile presente nell'Associazione che mi hanno dato davvero
tanto. Persone con una preparazione professionale ineccepibile ma nel contempo
dotate di grandissima umiltà e di senso dell'amicizia.
Perché la sua
formula è vincente, ha una strategia?
Forse perchè cavalca i tempi siamo
nell'era dell'immagine, della mediaticità, dell'interazione fra le arti. I
premi letterari così come altre manifestazioni culturali, erano diventati un po' obsoleti, la gente, soprattutto i giovani si annoiavano. Bisognava dare una
scossa, creare qualcosa di frizzante senza svilire i contenuti anzi
arricchendoli e condire il tutto con un pizzico di mondanità. Fare un premio a
teatro è diverso che in una sala consiliare, inoltre se è ricco di ospiti
illustri, giornali importanti, una grande orchestra, coreografie, momenti di
grande intensità emotiva ecco che nasce una serata importante alla quale tutti
vogliono partecipare. Per quanto riguarda la strategia, la mia penso sia
principalmente il "cuore" quando le cose si fanno con estrema
passione, con amore, non possono che venire bene. Io e i miei collaboratori
cerchiamo sempre di capire come comunicare ma sopratutto cosa gli autori si
aspettano da noi. Quali sono le loro aspirazioni, come possono meglio sentirsi
gratificati. Penso che la cosa che più apprezzano quando vengono ad una nostra
manifestazione sia quella di sentirsi in famiglia.
In premessa
abbiamo accennato ai gioielli della Pegasus, ormai Concorsi conosciuti a
livello nazionale e addirittura, senza esagerare, mondiale. Parlare di tutti è
impossibile anche perché, anno dopo anno, il carnet si arricchisce di
esperienze nuove e, quindi di rischi da affrontare. A suo parere ne vale la
pena e perché?
Quando si parla di manifestazioni dove partecipano
grandi personaggi con decine di persone che vi lavorano, una campagna
pubblicitaria massiccia, il rischio è sempre elevatissimo. Le nostre
manifestazioni pur se Patrocinate da Enti pubblici di grande rilievo non
percepiscono alcuna fonte di finanziamento, godono esclusivamente di patrocini
non onerosi per cui il rischio è davvero altissimo se non facciamo numeri molto
alti di iscritti, il sistema va in crisi, per cui non possiamo permetterci di
sbagliare. Per quanto riguarda il fatto se valga la pena o meno, io dico che vale
sempre la pena, a mio avviso, cimentarsi in qualcosa di nuovo, anche se non a
livello economico poiché, come lei sa, a fare le cose in grande bisogna
investire ingenti risorse e, in campo culturale i rientri sono sempre piuttosto
magri, ma vale sempre la pena per la soddisfazione, il gusto di sfidare se
stessi e la gratificazione di aprirsi a sempre nuovi progetti, visto che la
vita stessa di ognuno di noi è un grande progetto.
Oggi parliamo
dell’ultimo nato e del più azzardato, se vogliamo, dei suoi gioielli: IL Premio
Letterario Milano International ovvero il Gran Galà della Letteratura. Perché
questa Kermesse Cultural Chic e perché Milano?
Il Premio entra nel novero del filone
dei Premi Kolossal così come li ha definiti la stampa, che viaggiano
separatamente dai normali premi letterari. Il Milano International nasce
sull'esperienza del gioiello di famiglia il Premio Città di Cattolica che ci ha
dato tante soddisfazioni e che uno dei più importanti giornali nazionali ha
definito l'Oscar della letteratura italiana per l'altissimo impiego di uomini e
mezzi, nonchè per il vero e proprio show che è stato costruito al suo interno.
A Milano avremo una manifestazione più sobria da un punto di vista dello
spettacolo ma molto chic, ricca di eventi e sopratutto di grandissimi
personaggi della letteratura, del cinema, della tv ed alla quale prenderanno
parte autorità politiche. La location non ha bisogno di presentazioni perchè è
la Sala Barozzi dell'Istituto dei Ciechi nel cuore pulsante della Città, una
struttura ottocentesca di rara bellezza. Perchè Milano perchè è uno dei più
importanti crocevia culturali d'Europa, sede delle più grandi case editrici europee
e sede di numerosi eventi di carattere Internazionale.
Vogliamo dare dei
motivi per partecipare a chi cerca di emergere in questo panorama letterario
italiano non facile?
Il motivo è molto semplice: alla serata
vi saranno talent scout, critici e giornalisti di importanti testate e tutto
questo si tradurrà inevitabilmente in grande visibilità per ogni autore
emergente o neofita che dir si voglia.
La Cultura e la
lettura in Italia, secondo Lei, godono di buona salute?
Devo
dire che, nonostante tutto, di Cultura se ne fa parecchia. Numerosissime sono
le associazioni Culturali tantissimi gli eventi, Reading, Premi letterari,
Rassegne, Fiere, Concerti, bisognerebbe forse puntare di più sul livello, meno cose
ma fatte meglio. Per quanto riguarda la lettura siamo piuttosto scarsi, ci sono
alcuni lettori molto attenti che fagocitano grandi quantità di libri ma sono
una percentuale molto esigua.
Il
problema rimane la molteplicità di autori che ahimè scrivono molto ma leggono
poco. Lo noto ogni qual volta propongono al nostro marchio editoriale una
pubblicazioni e rimangono sorpresi da alcune norme di impaginazione o
stilistiche che non conoscono, segno che leggono veramente poco e sopratutto
non leggono opere dei grandi gruppi editoriali che, senza togliere nulla ai
piccoli, le norme le conoscono bene.
Perché i giovani
oggi dovrebbero essere motivati a scrivere?
Prima di tutto perchè è terapeutico
scrivere: apre il cervello, stimola la fantasia, ci mette a confronto, ci
stimola a comunicare ad aprire noi stessi al mondo, inoltre perchè scrivere ci
permette di evadere dallo stress di ogni giorno regalandoci dei momenti
esclusivi spesi in sintonia con noi stessi.
Dal momento che
siamo di fronte anche ad un Editore, ci dica se questa nuova esperienza, cioè
la Pegasus Edition, ha preso il largo secondo le sue aspettative.
Sono
molto contento dell'esperienza editoriale, la partenza è stata molto difficile,
anche perché abbiamo voluto creare un prodotto di alta qualità carta pregiata,
copertine particolari e molta cura sia nella distribuzione che nel creare un
percorso ricco di presentazioni, fiere e rassegne per dare visibilità ai nostri
autori. Purtroppo come ben saprete i ricavi su di un libro sono veramente
minimi poichè gravano fortemente i costi di distribuzione e della lavorazione,
correzione di bozze, realizzazioni grafiche delle copertine ecc.
Siamo
riusciti a fare numeri importanti anche con autori neofiti molto giovani e
questo ci stimola parecchio
Tutto il suo
percorso con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni cosa ha dato a Roberto
Sarra uomo? In poche parole, se lei tornasse indietro rifarebbe tutto quello
che ha fatto?
Il percorso intrapreso mi ha dato
moltissimo, ho conosciuto bella gente, ho assaporato il gusto delle sfida,
dell'affrontare le difficoltà più ardue ma senza dubbio rifarei tutto e in
questo caso con più esperienza.
Noi la ringraziamo dott. Sarra e la
salutiamo, augurando a lei e a noi che Milano, per suo tramite, diventi la
Capitale della Cultura Europea. Concludendo è indubbio che ci troviamo dinanzi
ad un uomo coraggioso, che aveva un sogno e, credendoci fermamente, è riuscito
a realizzarlo. Sotto questo profilo è un esempio per tutti coloro che soffocano
le loro ambizioni dinanzi alle difficolta e al rischio. Ci piace chiudere con
una frase di Steve Jobs, un personaggio che tutti
conosciamo come fondatore di APPLE Inc.“Non
lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore.
E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il
nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa
vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”
Caterina Guttadauro La Brasca