Accanto alla bellissima Alessia Ventura e a Giorgio Mulè, venerdì in seconda serata su Rete 4, ci racconterà le eccellenze del nostro Paese, le realtà ricchissime di arte, storia, cultura ma anche di tradizioni enogastronomiche nella quinta puntata di Grand Tour d’Italia. Cataldo Calabretta, esperto di comunicazione, avvocato, giornalista e docente di diritto dell’informazione e da qualche tempo è anche un volto molto popolare ai telespettatori, si racconta a Fattitaliani.
Cataldo, qual è il tuo ruolo a Grand Tour d’Italia ?
Sono al fianco di due grandi professionisti, Giorgio Mulè e Alessia Ventura. Curo gli spazi dedicati agli approfondimenti. Intervisto gli ospiti della manifestazione che hanno avuto un ruolo importante nel Made in Italy a diverso titolo. Grandi nomi e grandi storie attraverso cui raccontiamo il territorio.
Com’è nato il tuo coinvolgimento all’interno di questo programma?
Era da tempo che con i produttori della trasmissione Paola Picilli e Gianmaria Migliacca della Fluendo, desideravamo realizzare un format che ci desse l’opportunità di collaborare, considerata l’amicizia e la stima reciproca, per me componenti alla base di ogni legame di lavoro. A Grand Tour d’Italia hanno saputo ritagliare il ruolo giusto per me e poi insieme abbiamo costruito una squadra che oggi è splendidamente capitanata da un giornalista ed esperto di comunicazione del calibro di Giorgio Mulè.
Come ti stai trovando con la conduttrice Alessia Ventura?
Benissimo. Alessia, che conosco da tempo, nel corso degli anni è diventata sempre più brava, è una presentatrice molto capace e versatile. La sua bellezza va di pari passo con il suo talento e la sua capacità di adattamento.
E con il resto del cast ?
Si respira una buona atmosfera. Il regista, Mario Maellaro, e gli autori Tommaso Martinelli, Luigi Miliucci e Marco Marrocco stanno facendo un ottimo lavoro.
Siamo abituati a vedere opinionisti che urlano ed esagerano nel commento mentre il tuo è un volto rassicurante, “familiare” che manifesta preparazione e una grande attenzione nel trattare argomenti molto delicati.
È fondamentale prepararsi e conoscere le vicende giudiziarie per non commettere errori e per non deludere il pubblico. Nessuno deve avere la presunzione di credere che un’opinione è la verità assoluta.
Avvocato, docente universitario di Diritto dell’informazione, opinionista e in molte occasioni anche moderatore-conduttore di iniziative di grande interesse. Come riesci a conciliare tutti questi impegni?
Mi rendo conto di avere una vita professionale molto complicata ma piena di grandi soddisfazioni. Tutto quello che faccio è legato in maniera indissolubile. Non riuscirei ad eliminare niente. Ho sempre avuto una buona organizzazione mentale e con tanta determinazione ho raggiunto risultati per me molto importanti. Per il momento il fisico e la mente mi sostengono. L’impegno in tutto quello che faccio è massimo e ho la fortuna di avere attorno a me tanti bravi professionisti con cui collaboro come Vittoriana Abate, giornalista di Porta a Porta con cui ho scritto un libro che presto sarà in tutte le librerie a cui abbiamo dato un titolo molto originale, “Il ragionevole sospetto” (edito da Imprimatur), abbiamo analizzato i casi di cronaca nera più intricati del nostro Paese.
Da tempo sostieni la Fondazione “Con il Cuore-Uniti per la ricerca sul cancro”.
Sì, la Fondazione con il Cuore ha una nobile finalità, sostiene la ricerca sul cancro e nasce dall’intuizione di due straordinarie donne di Calabria, Sabina Ceccacci e Serafina Sammarco. Ho raccolto immediatamente il loro invito e continuerò ad impegnarmi insieme a loro per supportare la ricerca scientifica sul cancro. Abbiamo il supporto del ricercatore e fisico Giuseppe Strangi, docente CWRU University Cleveland USA, un vero orgoglio per l’Italia che è il presidente del comitato scientifico della fondazione.