Alfonso Bonfiglio del Duo Mediterraneo, Simone Loi e Stefano Greco sono fra i dieci artisti che il 1° luglio parteciperanno a "Percezioni - Festival di Musica e Immagine” al Dejavu di Piazza Duomo. Fattitaliani ha rivolto loro tre domande.
1. In che maniera la tua opera porta la tua idea personale sul paesaggio?
Alfonso Bonfiglio:
Essendo
anche un pittore paesaggista non mi è difficile mettere in musica
ciò che osservo con attenzione, avvolte basta una passeggiata in
macchina a 50 km orari per rimanere affascinato e poi a casa sviluppo
il tema facendo il riassunto di ciò che ho visto, in pratica, metto
in musica le mie sensazioni.
Simone Loi:
Il video AUTISM
DISORDER 2.0 ci
parla di una nuovo paesaggio, di una nuova “architettura” che
avanza nelle nostre vite, nelle nostre relazioni, e si basa sull’uso
drogato della connessione allo smartphone. Paradossalmente la
connessione genera separazione nella realtà quotidiana e questo
isolamento determina un non-spazio intorno all’individuo, o meglio
un’architettura invisibile che divide e separa le persone. Nel
video AUTISM
DISORDER 2.0 il corpo diventa paesaggio, ritrae labbra che si muovono
e non emettono suoni, mani che digitano linee e pulsanti invisibili,
grida che non hanno suono e musiche che raccontano di due luoghi
vicini ma incomunicabilmente distanti.
Stefano Greco:
In tutte (o quasi) le composizioni musicali che conosciamo possiamo
sicuramente affermare che ritmo e melodia fanno da guida per l’
ascoltatore. In “Breathe” ho deciso di rivoltare questa condizione
lasciando che siano i rumori a guidare l’ ascoltatore verso l’ immaginario
del paesaggio. Il tema del paesaggio penso che debba andare di pari passo
con quello del viaggio e dell’ esplorazione che fanno appunto da veicolo
per scoprire e osservare al meglio tutto ciò che ci circonda.
2. Un «paesaggio» cui tieni particolarmente? Quale effetto sortisce sul tuo stato d'animo?
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Duo Mediterraneo |
Alfonso Bonfiglio:
I
paesaggi che osservo sono molteplici, quelli più affascinanti sono
proprio i nostri con i loro colori. Io li definisco luoghi dell'anima
come le marine con i suoi cieli e le campagne bruciate dal sole,
emozioni che, come la pittura, metto in musica.
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Simone Loi |
Simone Loi:
Lavoro da diversi anni sul
volto umano e per carpirne i dettagli da riportare sulla carta
l’osservo e lo ruoto a 360 gradi, il volto diventa così Paesaggio,
perde le caratteristiche scontate dell’ideale anatomico e la pelle
appare come una distesa solcata, come se stessimo sorvolando una
grande distesa dai colori molteplici. Ogni dettaglio è unico, le
ombre proiettano forme nuove e inattese e, ad un certo punto, ci si
trova al cospetto con il Divino e ci inabissiamo nelle infinite
profondità dello sguardo.
Stefano Greco:Sono molto legato in maniera imparziale sia alle campagne tipiche della Puglia sia al mare, sostanzialmente perché ci sono nato e cresciuto. Entrambe queste tipologie di paesaggio hanno un effetto un po controverso sul mio stato d’ animo: da un lato mi animano e mi rendono felice, sono i posti ideali in cui riesco a riflettere meglio, dall ‘ altro invece mi trasmettono un po di amarezza e malinconia. Questo perché credo che in questi due ambienti sia molto facile far riaffiorare i momenti della vita passata, siano essi belli o brutti e allo stesso tempo sono i luoghi ideali in cui riflettere sul futuro e abbozzare delle risposte alle continue domande che ci poniamo sulla nostra vita.
3. Che cosa ti ha convinto a presentarti al festival di Casteltermini?Alfonso Bonfiglio:Tutto iniziò per gioco. Parlando del concorso a scuola, abbiamo deciso di unire le nostre capacità per tirar fuori qualcosa di intimo e personale, servendoci dei suoni dolci e caldi dell'oboe e della chitarra classica, con un brano che ricordi le nostre radici, paesaggi e mare.
Stefano Greco:Sono molto legato in maniera imparziale sia alle campagne tipiche della Puglia sia al mare, sostanzialmente perché ci sono nato e cresciuto. Entrambe queste tipologie di paesaggio hanno un effetto un po controverso sul mio stato d’ animo: da un lato mi animano e mi rendono felice, sono i posti ideali in cui riesco a riflettere meglio, dall ‘ altro invece mi trasmettono un po di amarezza e malinconia. Questo perché credo che in questi due ambienti sia molto facile far riaffiorare i momenti della vita passata, siano essi belli o brutti e allo stesso tempo sono i luoghi ideali in cui riflettere sul futuro e abbozzare delle risposte alle continue domande che ci poniamo sulla nostra vita.
3. Che cosa ti ha convinto a presentarti al festival di Casteltermini?Alfonso Bonfiglio:Tutto iniziò per gioco. Parlando del concorso a scuola, abbiamo deciso di unire le nostre capacità per tirar fuori qualcosa di intimo e personale, servendoci dei suoni dolci e caldi dell'oboe e della chitarra classica, con un brano che ricordi le nostre radici, paesaggi e mare.
Simone Loi:
Ho
visto nel festival di Casteltermini serietà, voglia di promuovere
l’Arte come luogo di confronto e cultura, qualità rare in questi
ultimi anni. Mi hanno trasmesso Passione.
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Stefano Greco |
Stefano Greco:
Ho scoperto il festival per caso. Mi capita spesso di collaborare con
agenzie creative che lavorano nell’ ambito della comunicazione e forse la
mia curiosità nel cercare e ricercare sempre cose nuove mi ha portato a
partecipare a questa bellissima rassegna che permette a chiunque di
esprimersi con i linguaggi universali della musica e delle immagini. Questo
lo trovo magnifico!
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