“Le
radici e le ali”, il volume (One Group Edizioni, 2016) che ci propone Goffredo Palmerini, sottotitola: “Storie, curiosità
e annotazioni sulla più bella Italia del mondo”: una bella
promessa, in questi tempi di generale apprensione. Tutti ci
chiediamo: “Siamo sull’orlo dell’abisso, vicini a esserne
inghiottiti, oppure, ancora una volta, ce la faremo?
Questo libro
vuole dirci che sì, ce la faremo. Perché è un libro ottimista,
scritto per suscitare speranze positive. E per suscitarle, queste
speranze, c’è la narrazione dei fatti, ci sono i documenti, le
testimonianze di prima mano. Ogni narrazione della storia dovrebbe
nascere così: dall’analisi immediata della realtà vissuta, prima
che questa sia data in pasto alle cronache tendenziose, prima che
diventi gossip o salotto letterario.
Le testimonianze hanno un filo
rosso che le percorre tutte: l’emigrazione, un fenomeno che noi
Italiani abbiamo conosciuto, col suo volto più duro, in un’epoca
che non è ancora remota; oggi conosciamo l’altra faccia della
medaglia: il fenomeno dall’immigrazione, verso il quale noi
Italiani ci volgiamo con particolare consapevolezza. A pag.25
incontro un argomento che mi interessa particolarmente: “Il Museo
regionale dell’Emigrante, sorto a Introdacqua, paese natale di
Pascal D’Angelo”. Due parole che mi affascinano: un museo e uno
scrittore; un richiamo forte; spero di poterci andare. Segue
l’illustrazione di un progetto bellissimo: quello dell’architetto
Barnaby Gunning, che propone (pag34), per L’Aquila, distrutta dal
terremoto, “la ricostruzione virtuale in 3D”, una sfida della
tecnologia e dell’umana intelligenza contro la forza della natura
che alla città ha voluto mostrare il suo volto peggiore.
Interessanti anche le pagine (59/60) che
rievocano un convegno, tenutosi a Fontecchio (L’Aquila) nel luglio
del 2013, sui motivi che portarono alla grande emigrazione degli
Abruzzesi. Il problema viene quindi affrontato nell’ottica
dell’emigrazione pugliese: un progetto che si intitola “Ospitalità:
dalla terra dei Messapi al Salento” (pag.71/84), che si svolge “nel
segno di una nuova, antica humanitas,
ancora tutta da vivere e da riscoprire”. Ho molti amici pugliesi e
so che, se fanno un progetto, lo portano a termine, anche col
sacrificio, secondo i loro costumi onesti e orgogliosi, capaci di
coniugare al meglio l’ideale e la concretezza, il sogno e la sua
realizzazione nel vero.
Si torna ancora a parlare della Puglia, a
pag.149, a proposito della presentazione dell’iniziativa “L’Aquila
+ Taranto. Insieme. Oltre la notte”. Quattro pagine dure (e,
purtroppo, necessarie (pag.159/162), in risposta alle critiche del
Presidente Chiodi alle “gite” del CRAM: non siamo in un Regime,
dove chi sta in alto può fare impunemente qualunque errore, e chi ha
meno potere deve solo “ubbidir tacendo”: anche spesso si sopporta
(per senso civico, per carità, per semplice buona educazione) è
bene che, qualche volta, si parli. Interessante la segnalazione
(pag.241) dell’esistenza di un “Dizionario
Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo”:
un’opera di grande interesse, in cui sarà possibile a chiunque
orientarsi nell’immensa geografia della nostra emigrazione, un
panorama di lontananze e di dolore, ma anche di forza, di coraggio,
di resistenza.
Anna
Ventura