LuganoMusica, il 7 gennaio apre il 2016 con l'Orchestra della Svizzera italiana e il violinista Ilya Gringolts

Il 2016 si apre al LAC con un concerto del ciclo sinfonico, che vede protagonista l’Orchestra della Svizzera italiana guidata dal tedesco Markus Poschner (nella foto di Steffen_Jaenicke), suo attuale direttore principale. Ospite sul palco del Teatro LAC un grandissimo violinista, Ilya Gringolts, per il Concerto op. 64 di Mendelssohn. Dello stesso autore l’OSI presenterà le fiabesche musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, mentre in apertura di serata verrà proposta l’Ouverture del Freischütz di Weber, una pagina in cui l’orchestra si ammanta di colori suggestivi e ricchi di chiaroscuri.

Inizia un anno nuovo per LuganoMusica, con un brillante appuntamento sinfonico affidato all’orchestra di casa, l’OSI. Il programma, interamente romantico, riunisce pagine nate tra gli anni Venti e gli anni Quaranta dell’Ottocento, dalla penna di due grandissimi maestri tedeschi quali Carl Maria von Weber e Felix Mendelssohn. Il primo è noto soprattutto come pioniere dell’opera romantica in tedesco, grazie al suo Freischütz, di cui il pubblico del LAC ascolterà l’Ouverture. Un magistrale esempio dell’innovativa tecnica di orchestrazione di Weber, che crea impasti timbrici inediti, inventando letteralmente un colore orchestrale mai udito prima di lui. Di Mendelssohn verranno proposte due opere della piena maturità: il famosissimo Concerto in mi minore per violino, in cui virtuosismo e lirismo raggiungono un equilibrio miracoloso, e una serie di estratti dalle musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Musiche che hanno anch’esse qualcosa di miracoloso, dal momento che furono concepite come pezzi d’occasione, per accompagnare una rappresentazione teatrale alla Reggia prussiana di Sans Souci, e che, per la loro bellezza, furono assorbite a pieno titolo nel grande repertorio delle orchestre sinfoniche.
In questo percorso incantato nel romanticismo tedesco, l’OSI sarà guidata dal suo direttore principale, Markus Poschner, impegnato anche come Generalmusikdirektor a Brema e come primo direttore ospite della Deutsches Kammerorchester Berlin. Solista nel Concerto di Mendelssohn, un artista che il pubblico di Lugano ha già avuto modo di ascoltare, Ilya Gringolts, formatosi tra San Pietroburgo e New York, dove è stato allievo del grande Itzhak Perlman. Risultato nel 1998 il più giovane violinista a conquistare l’ambìto Premio Paganini a Genova, Gringolts è noto per la versatilità, che lo porta a muoversi negli ambiti apparentemente più distanti, dalla musica barocca eseguita con strumenti d’epoca alla realizzazione di nuove pagine contemporanee, spesso scritte apposta per lui. Tra i suoi partner in ambito cameristico si contano nomi del calibro di Yuri Bashmet, Nicolas Angelich e Maxim Vengerov. Gringolts affianca all’attività solistica e cameristica quella di docente presso la Scuola universitaria di Zurigo.


Il concerto verrà trasmesso in diretta radiofonica da RSI Rete 2 e sarà seguito, alle ore 22.30, da “Mendelssohn Reloaded”, quarto appuntamento del ciclo Late Night Modern presso il Teatrostudio. Late Night Modern è un progetto di rilettura creativa in chiave contemporanea delle opere eseguite durante alcuni dei concerti di LuganoMusica, in coproduzione con OGGIMUSICA.


Appuntamento alle 20.30 alla Sala Teatro LAC


Giovedì 7 gennaio 2016 – 20.30
Sala Teatro LAC


Interpreti


Orchestra della Svizzera italiana
Markus Poschner, direttore
Ilya Gringolts, violino


Programma


Carl Maria von Weber (1786-1826)
Ouverture da Der Freischütz, op. 77 (1821)


Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Concerto per violino e orchestra in mi minore, op. 64 (1844)
Sogno di una notte di mezza estate, estratti sinfonici dall’op. 61 (1842)


Alcune note al programma
Der Freischütz – titolo che nel corso dei secoli è stato reso in italiano in modi diversi: Il bersagliere, Il franco cacciatore o Il tiratore libero – è considerata la prima importante opera del romanticismo tedesco, soprattutto per il suo valore identitario rispetto alla nazione e per l’aspro temperamento emotivo. La trama è tratta da leggende popolari e molte delle sue arie sono ispirate alla musica popolare tedesca. Nonostante i feroci attacchi della critica, l'opera, eseguita la prima volta a Berlino nel 1821, fu da subito un successo internazionale. Der Freischütz è una pagina innovativa sotto vari punti di vista. Per quel che riguarda la strumentazione, l’originalità dell’orchestra di Weber spicca per l’uso dei colori timbrici e la sperimentazione degli impasti. Hector Berlioz sarebbe rimasto affascinato da questa attenzione del tutto nuova alla timbrica e ne avrebbe riproposto più di un esempio nel suo fondamentale trattato di orchestrazione del 1843.
Mendelssohn scrisse due concerti per violino e orchestra, tanto distanti nel tempo e nello stile che – all’ascolto – si faticherebbe non poco a riconoscerne la comune paternità. Il primo – in re minore – fu scritto a soli tredici anni, con una manifesta impronta bachiana. Il secondo, in mi minore, è invece opera della piena maturità, figlio di quella particolarissima temperie romantica che in Mendelssohn vide convivere il più ispirato slancio emotivo e il più preciso controllo espressivo. Il Concerto fu eseguito per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia nel 1845. Mendelssohn lo scrisse in stretta collaborazione con Ferdinand David, uno dei più grandi virtuosi dell’Ottocento nonché primo violino dell'Orchestra del Gewandhaus. Di fronte ai solleciti del violinista, Mendelssohn ebbe a scrivere: «è molto gentile da parte vostra reclamare da me il Concerto, e io ho il più vivo desiderio di scrivervene uno, ma il compito non è semplice. Voi lo vorreste brillante, e come credete che uno come me lo possa!». In realtà fu proprio questo il miracolo che riuscì a Mendelssohn: scrivere una pagina brillante senza snaturare la propria poetica, offrendo del puro virtuosismo in un contesto espressivo di serena malinconia.

Scritto da Mendelssohn nel pieno della sua maturità (recuperando l'Ouverture composta a soli diciassette anni), il Sogno di una notte di mezza estate è da molti considerato il suo capolavoro: appartiene a un genere particolare, quello delle musiche di scena scritte per il teatro drammatico. Un ibrido, che per via della presenza dell'orchestra è imparentato con la sinfonia, ma che si colloca in un territorio più occasionale, nascendo come supporto sonoro per una rappresentazione teatrale, senza particolari ambizioni di persistenza nel tempo. Ed è proprio questa la grande eccezione costituita dalle musiche di scena che Mendelssohn scrisse per l’opera di Shakespeare: l’essere rimaste saldamente in repertorio anche disgiunte dalla componente teatrale, dopo la loro prima esecuzione, avvenuta il 14 ottobre 1843 alla Reggia di Sans Souci a Potsdam. Le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate contengono una pagina che non ha bisogno di presentazioni: la famosissima Marcia nuziale, che tutti conoscono e che tuttora accompagna molte coppie all’altare. Nel contesto originale dell’opera introduceva – alla fine del quarto atto – le regali nozze, attese sin dall'inizio della commedia; si tratta di un brano stupendo, che merita la fama di cui gode, e nel quale si uniscono lo splendore dell'orchestra romantica, la ricchezza dell'armonia e un'impareggiabile semplicità realizzativa.
Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top