Il
2016 si apre al LAC con un concerto del ciclo sinfonico, che vede
protagonista l’Orchestra della Svizzera italiana guidata dal
tedesco Markus Poschner (nella foto di Steffen_Jaenicke), suo attuale direttore principale. Ospite sul
palco del Teatro LAC un grandissimo violinista, Ilya Gringolts, per
il Concerto op. 64 di Mendelssohn. Dello stesso autore l’OSI
presenterà le fiabesche musiche di scena per il Sogno
di una notte di mezza estate di
Shakespeare, mentre in apertura di serata verrà proposta l’Ouverture
del Freischütz
di
Weber,
una
pagina in cui l’orchestra si ammanta di colori suggestivi e ricchi
di chiaroscuri.
Inizia
un anno nuovo per LuganoMusica, con un brillante appuntamento
sinfonico affidato all’orchestra di casa, l’OSI. Il programma,
interamente romantico, riunisce pagine nate tra gli anni Venti e gli
anni Quaranta dell’Ottocento, dalla penna di due grandissimi
maestri tedeschi quali Carl Maria von Weber e Felix Mendelssohn. Il
primo è noto soprattutto come pioniere dell’opera romantica in
tedesco, grazie al suo Freischütz,
di cui il pubblico del LAC ascolterà l’Ouverture. Un magistrale
esempio dell’innovativa tecnica di orchestrazione di Weber, che
crea impasti timbrici inediti, inventando letteralmente un colore
orchestrale mai udito prima di lui. Di Mendelssohn verranno proposte
due opere della piena maturità: il famosissimo Concerto in mi minore
per violino, in cui virtuosismo e lirismo raggiungono un equilibrio
miracoloso, e una serie di estratti dalle musiche di scena per il
Sogno
di una notte di mezza estate di
Shakespeare. Musiche che hanno anch’esse qualcosa di miracoloso,
dal momento che furono concepite come pezzi d’occasione, per
accompagnare una rappresentazione teatrale alla Reggia prussiana di
Sans Souci, e che, per la loro bellezza, furono assorbite a pieno
titolo nel grande repertorio delle orchestre sinfoniche.
In
questo percorso incantato nel romanticismo tedesco, l’OSI sarà
guidata dal suo direttore principale, Markus Poschner, impegnato
anche come Generalmusikdirektor
a Brema e come primo direttore ospite della Deutsches Kammerorchester
Berlin. Solista nel Concerto di Mendelssohn, un artista che il
pubblico di Lugano ha già avuto modo di ascoltare, Ilya Gringolts,
formatosi tra San Pietroburgo e New York, dove è stato allievo del
grande Itzhak Perlman. Risultato nel 1998 il più giovane violinista
a conquistare l’ambìto Premio Paganini a Genova, Gringolts è noto
per la versatilità, che lo porta a muoversi negli ambiti
apparentemente più distanti, dalla musica barocca eseguita con
strumenti d’epoca alla realizzazione di nuove pagine contemporanee,
spesso scritte apposta per lui. Tra i suoi partner in ambito
cameristico si contano nomi del calibro di Yuri Bashmet, Nicolas
Angelich e Maxim Vengerov. Gringolts affianca all’attività
solistica e cameristica quella di docente presso la Scuola
universitaria di Zurigo.
Il
concerto verrà trasmesso in diretta radiofonica da RSI Rete 2 e sarà
seguito, alle ore 22.30, da “Mendelssohn Reloaded”, quarto
appuntamento del ciclo Late
Night Modern
presso il Teatrostudio. Late Night Modern è un progetto di rilettura
creativa in chiave contemporanea delle opere eseguite durante alcuni
dei concerti di LuganoMusica, in coproduzione con OGGIMUSICA.
Appuntamento
alle 20.30 alla Sala Teatro LAC
Giovedì
7 gennaio 2016 – 20.30
Sala
Teatro LAC
Interpreti
Orchestra
della Svizzera italiana
Markus
Poschner,
direttore
Ilya
Gringolts,
violino
Programma
Carl
Maria von Weber (1786-1826)
Ouverture
da Der
Freischütz,
op. 77 (1821)
Felix
Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Concerto
per violino e orchestra in mi minore, op. 64 (1844)
Sogno
di una notte di mezza estate,
estratti sinfonici dall’op. 61 (1842)
Alcune
note al programma
Der
Freischütz
– titolo che nel corso dei secoli è stato reso in italiano in modi
diversi: Il
bersagliere,
Il
franco cacciatore o
Il
tiratore libero –
è considerata la prima importante opera del romanticismo tedesco,
soprattutto per il suo valore identitario rispetto alla nazione e per
l’aspro temperamento emotivo. La trama è tratta da leggende
popolari e molte delle sue arie sono ispirate alla musica popolare
tedesca. Nonostante i feroci attacchi della critica, l'opera,
eseguita la prima volta a Berlino nel 1821, fu da subito un successo
internazionale.
Der
Freischütz
è una pagina innovativa sotto vari punti di vista. Per quel che
riguarda la strumentazione, l’originalità dell’orchestra di
Weber spicca per l’uso dei colori timbrici e la sperimentazione
degli impasti. Hector Berlioz sarebbe rimasto affascinato da questa
attenzione del tutto nuova alla timbrica e ne avrebbe riproposto più
di un esempio nel suo fondamentale trattato di orchestrazione del
1843.
Mendelssohn
scrisse due concerti per violino e orchestra, tanto distanti nel
tempo e nello stile che – all’ascolto – si faticherebbe non
poco a riconoscerne la comune paternità. Il primo – in
re minore
– fu scritto a soli tredici anni, con una manifesta impronta
bachiana. Il secondo, in mi minore, è invece opera della piena
maturità, figlio di quella particolarissima temperie romantica che
in Mendelssohn vide convivere il più ispirato slancio emotivo e il
più preciso controllo espressivo. Il Concerto fu eseguito per la
prima volta al Gewandhaus di Lipsia nel 1845. Mendelssohn
lo scrisse in stretta collaborazione con Ferdinand David, uno dei più
grandi virtuosi dell’Ottocento nonché primo violino dell'Orchestra
del Gewandhaus. Di fronte ai solleciti del violinista, Mendelssohn
ebbe a scrivere: «è molto gentile da parte vostra reclamare da me
il Concerto, e io ho il più vivo desiderio di scrivervene uno, ma il
compito non è semplice. Voi lo vorreste brillante, e come credete
che uno come me lo possa!». In realtà fu proprio questo il miracolo
che riuscì a Mendelssohn: scrivere una pagina brillante senza
snaturare la propria poetica, offrendo del puro virtuosismo in un
contesto espressivo di serena malinconia.
Scritto
da Mendelssohn nel pieno della sua maturità (recuperando l'Ouverture
composta a soli diciassette anni), il Sogno
di una notte di mezza estate è
da molti considerato il suo capolavoro: appartiene a un genere
particolare, quello delle musiche di scena scritte per il teatro
drammatico. Un ibrido, che per via della presenza dell'orchestra è
imparentato con la sinfonia, ma che si colloca in un territorio più
occasionale, nascendo come supporto sonoro per una rappresentazione
teatrale, senza particolari ambizioni di persistenza nel tempo. Ed è
proprio questa la grande eccezione costituita dalle musiche di scena
che Mendelssohn scrisse per l’opera di Shakespeare: l’essere
rimaste saldamente in repertorio anche disgiunte dalla componente
teatrale, dopo la loro prima esecuzione, avvenuta il 14 ottobre 1843
alla Reggia di Sans Souci a Potsdam. Le musiche di scena per il Sogno
di una notte di mezza estate
contengono una pagina che non ha bisogno di presentazioni: la
famosissima Marcia
nuziale,
che tutti conoscono e che tuttora accompagna molte coppie all’altare.
Nel contesto originale dell’opera introduceva – alla fine del
quarto atto – le regali nozze, attese sin dall'inizio della
commedia; si tratta di un brano stupendo, che merita la fama di cui
gode, e nel quale si uniscono lo splendore dell'orchestra romantica,
la ricchezza dell'armonia e un'impareggiabile semplicità
realizzativa.