“L'aggressività è uno stato emotivo comportamentale che fa parte del normale bagaglio dell'essere umano - dice lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano - aiuta a superare ostacoli e difficoltà. Purtroppo la nostra è una società che sta vivendo una deriva verso un’aggressività eccessiva, sconcertante, angosciante e solo in parte comprensibile”.
Cosa può portare un ragazzo a compiere un duplice omicidio? Ci sono varie piste secondo lo psichiatra: “L’uso di droghe, anche leggere come la cannabis, può slatentizzare comportamenti aggressivi ed impulsivi abnormi. Ma anche le sostanze quali anabolizzanti. Il problema di impulsività, alla Tyson, può essere un problema (agisco poi penso). C'è poi l'aggressività esplosiva delle persone represse, che vivono una condizione di intenso disagio, di frustrazione, con difficoltà ad esprimere e far valere i propri stati d'animo, magari schiacciati da responsabilità, aspettative e uno schizofrenico mondo del lavoro. Questi esplodono in modo inaspettato. Per finire ci sono le forme di patologia e sofferenza psichica, vero e proprio dominio dei clinici, che però sono molto rare, in cui il disagio e la patologia sostengono una forma di aggressività basata sulla paranoia, una diffidenza dell'altro, vissuto come persecutore”.
“Non è prevedibile questo tipo di tragedia. Spesso e non di rado, è difficile parlare di cura – conclude il dott. Michele Cucchi -. Occorre ripensare allo stato di salute della nostra società, che alimenta un disagio poco clinico e più esistenziale. Tutti gli episodi di cronaca nera sono un sintomo e la solitudine, a fronte dell'apparente connessione dei social è comunque un inquietante paradosso”.