Attenti
alla provenienza dei prodotti, privilegiano il Made in Italy e
controllano le informazioni sulla confezione per accertarsi della
loro origine. Il 73% degli italiani è sempre più attento a cosa
“sta sotto” gli alimenti che acquista. Una tendenza che
sottolinea l’importanza dell’alimentazione nel Belpaese
presentata proprio in Expo 2015.
Paese
di provenienza, luogo di produzione, metodo di lavorazione,
denominazione di origine controllata e garantita.
Sono molteplici gli aspetti legati al processo di produzione
del cibo che, prima
di giungere sulle tavole di tutta Italia, subisce
una serie di trattamenti sin dal luogo di produzione, fino a giungere
confezionati sui banchi dei supermercati.
Ma quanti sono gli
italiani che s’informano tra le corsie dei supermarket su dove e
come ciò che sta acquistando è stato prodotto, lavorato e infine
confezionato?
Secondo gli ultimi dati ben
7 italiani su 10 non si lasciano sfuggire queste informazioni e
consultano le etichette dei prodotti
per verificare personalmente le modalità di produzione e
confezionamento. Le
discriminanti più consuete nella scelta dei diversi prodotti?
L’italianità
(71%), la presenza
di marchi di qualità
garantita (67%),
l’assenza di
conservanti (66%) e
la provenienza da
filiere biologiche (61%).
Tra i prodotti più
“controllati”
dagli italiani le carni
fresche (85%), il
latte (77%)
e la verdura (72%).
E’
quanto emerge da uno studio
promosso dal Polli
Cooking Lab,
l’Osservatorio
sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana emblema
dell’italianità,
condotto mediante metodologia
WOA
(Web Opinion Analysis) su circa 2000
persone tra i 18 e i 65 anni
attraverso un monitoraggio
online
sui principali social network, blog, forum e community, realizzato in
occasione della presentazione tenuta dall’azienda toscana F.lli
Polli con Intesa Sanpaolo che si è svolta oggi al padiglione
Waterstone
all’interno di Expo 2015 per capire quanto è importante per gli
abitanti del Belpaese
sapere dove sono stati prodotti e come sono stati lavorati gli
alimenti che portano sulle proprie tavole.
Molto
attento all’origine degli ingredienti che utilizza per i propri
piatti è anche lo chef Chicco
Cerea del ristorante
Da Vittorio
a Brusaporto, in provincia di Bergamo: “Per
uno chef conoscere l’origine degli alimenti è fondamentale
– sottolinea lo chef – E’ come per un pittore non conoscere la
composizione delle varie pitture, gli effetti che danno e come
trattarle. La
conoscenza dell’origine e delle modalità di produzione permette di
lavorare con più semplicità,
interpretando ed accostando perfettamente gli alimenti. E’
fondamentale leggere attentamente le etichette,
oltre che per la scadenza, per sapere se vi sono per esempio
coloranti o additivi. Durante le manifestazioni gastronomiche in giro
per il mondo mi
accerto sempre che vi siano prodotti italiani di qualità negli hotel
e nei ristoranti in cui vado a cucinare,
per dare risalto alla fantastica
cucina italiana”.
Gli
italiani, quindi, si mostrano decisamente attenti e vigili sulla
provenienza dei prodotti,
dove l’italianità
viene percepita come una vera e propria garanzia di qualità;
per questo privilegiano tendenzialmente gli alimenti
nostrani e
controllano le informazioni sulla confezione per accertarsi della
loro origine. Lo dimostrano gli ultimi dati diffusi da Eurispes
relativi al 2014,
che hanno rivelato
che quasi 8 italiani su 10 (77,6%) scelgono spesso prodotti
alimentari Made in Italy.
Molto
importanti per gli abitanti del Belpaese anche i marchi
di qualità garantita:
quasi 1 italiano su 2
(46,4%) ha rivelato di privilegiare l’acquisto di prodotti con
marchio Dop (89%), Igp (79%), Doc (75%),
dove l’Italia è leader in Europa con 269
prodotti iscritti nel registro dell’Unione Europea,
suddivisi tra 161 DOP, 106 IGP e 2 STG, secondo i dati del XII
Rapporto Ismea Qualivita.
Quasi
la totalità delle persone, ben il 95%,
al concetto di Made in Italy associa
un prodotto alimentare di origine interamente italiana,
a partire dalle materie prime fino alle diverse fasi della
lavorazione. Ma in
quanti sono a conoscenza delle caratteristiche deve possedere un
alimento per essere definito italiano al 100%? Dall’indagine
è emerso che
gli
italiani sono molto informati sul tema,
visto che ben l’81%
sa che un prodotto, per essere definito Made in Italy, deve essere
realizzato con materie prime prodotte sullo Stivale, lavorati e
infine confezionato in Italia.
C’è però anche una parte della popolazione (8%)
che crede che il
confezionamento può essere comunque fatto all’estero,
mentre la percentuale scende al 6%
per quanto riguarda i
vari processi di lavorazione
e al 5%
per l’origine delle
materie prime.
Concorde
con i risultati dell’indagine anche la stellata Viviana
Varese del
ristorante Alice di
Milano, Chef
Ambassador per
Expo Milano 2015:
“E’
importantissimo conoscere l’origine degli alimenti e soprattutto
come vengono coltivati
– spiega la chef stellata – Il motivo è molto semplice: avendo
a che fare con una materia viva è fondamentale conoscerne l’origine
per capire come sfruttarla al meglio e
ottenere il massimo dagli ingredienti scelti. Non
si può prescindere quindi dalla lettura delle etichette dei
prodotti;
per quanto riguarda la mia cucina, uso praticamente solo prodotti
made in Italy e ne controllo sempre l’origine”.
Ma
quali sono le maggiori preoccupazioni che portano sempre più
italiani a monitorare le etichette degli alimenti? Se
per il 77% la paura è
quella di acquistare prodotti lavorati in paesi dove non si
rispettano le più elementari norme igienico-sanitarie,
per il 69%
l’etichetta va esaminata per controllare l’eventuale presenza di
conservanti, coloranti o altri indesiderati additivi chimici.
Molto importanti per gli italiani è anche la questione
nutrizionale, allo
stesso modo delle intolleranze e delle allergie: ben
6 su 10 infatti leggono con attenzioni i valori nutrizionali e gli
eventuali allergeni presenti
nel prodotto.
Tra
le migliaia di prodotti presenti nei supermercati, quali sono quelli
tenuti maggiormente sotto controllo dagli italiani?
Al primo posto nella speciale classifica del “Cosa sta sotto?” ci
sono le carni fresche
(85%), di cui viene
esaminato il luogo di allevamento e di macellazione, il latte
(77%), allo stesso
modo dei prodotti caseari, e la verdura
(72%). Chiudono la
classifica gli insaccati
(68%),
la frutta
(65%)
e la carne in scatola
(61%).
Una
recente ricerca condotta dal Ministero
per le Politiche agricole e forestali
ha rivelato infine che l’82%
degli italiani sarebbe disposto a spendere di più per avere la
certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto.
Questa scrupolosa attenzione all’origine e alla qualità è
dimostrata da un dato veramente sorprendente: 1
italiano su 2 sarebbe pronto a pagare dal 5 al 20% in più per avere
la garanzia della qualità Made in Italy.
Ma
questa attenzione è la medesima tra uomini e donne, in ogni fascia
d’età e in tutto lo Stivale? La risposta è negativa
se si pensa che le
donne (77%) si rivelano decisamente più attente degli uomini (63%)
per quanto riguarda
l’origine dei prodotti, e che la percentuale di “controllo”
passa dall’85%
nella fascia 50-65
al 61% nella fascia
18-25. A
livello geografico infine svetta il Nord,
che con una percentuale di controllo delle etichette pari
al 75%, supera il Centro (72%) e il Sud (68%).